L’esempio e l’aiuto della Madre di Dio e dei santi
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
L’esempio e l’aiuto della Madre di Dio e dei santi
La visita di papa Francesco alle popolazioni colpite dal terremoto ci ricorda che tutti noi cristiani, come Maria e i santi, siamo chiamati ad aiutare e consolare
Cari amici lettori, la copertina di questo numero è dedicata alla visita del Papa alle popolazioni colpite dal terremoto. Francesco è arrivato a sorpresa e nel corso della giornata ha percorso 500 chilometri per raggiungere tutti, dai bambini agli anziani. Un impegno notevole, considerando i suoi quasi ottant’anni. In questo modo, però, ha fatto sentire con forza la vicinanza della Chiesa, offrendo conforto, incoraggiamento, speranza.
Tutti noi viviamo momenti di prova. Ma non dobbiamo dimenticarci che il Signore ci è vicino. Soprattutto se noi per primi cerchiamo di aiutare e consolare. È la misericordia concreta di cui parla Gesù nelle beatitudini: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia». In questo, un aiuto e un esempio ci vengono da Maria e dai santi. La Madre di Dio è il modello perfetto a cui guardare. Come ha spiegato il Papa nella veglia mariana di sabato scorso, «in tutta la sua vita, ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo». Infatti, «nella sua fede vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore».
Anche i santi sono per noi esempio e consolazione, e ci incoraggiano a seguire Cristo con amore rinnovato. Il Papa, domenica 16 ottobre, ne proclamerà una nuova serie. Tra loro c’è Lodovico Pavoni, di cui raccontiamo la storia in questo numero. E una santa a cui sono legato: Elisabetta della Trinità, una mistica carmelitana morta giovanissima (di lei le Edizioni San Paolo hanno pubblicato le opere complete). Da trent’anni conservo nel breviario una sua preghiera che esprime l’amore sconfinato per Dio di una giovane che nella sua breve vita ha sofferto tantissimo. Eccone un breve estratto: «Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da Te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo, la tua prediletta dimora e il luogo del tuo riposo... O miei Tre, mio Tutto, Beatitudine mia, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, mi consegno a Voi come una preda. Seppellitevi in me perché io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra luce l’abisso delle vostre grandezze».