N. 42 - 2017 15 ottobre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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25 anni di catechismo

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Ite, missa est di Enzo Romeo

Pensiamo a modi nuovi per trasmettere la fede alle nuove generazioni

Un tempo era “naturale” essere cristiani grazie alla famiglia. Oggi non è più così. Occorre pensare a nuove vie per i ragazzi…

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Ite, missa est di Enzo Romeo

Pensiamo a modi nuovi per trasmettere la fede alle nuove generazioni

Un tempo era “naturale” essere cristiani grazie alla famiglia. Oggi non è più così. Occorre pensare a nuove vie per i ragazzi verso il Vangelo

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Chi trasmette la fede oggi? Un tempo le prime nozioni di catechismo si apprendevano a casa. C’era una nonna che sgranava il rosario, un papà che faceva il segno della croce prima dei pasti, una mamma che recitava le preghierine coi figli al momento della buonanotte. Oramai si allevano generazioni incredule e la famiglia non è più l’ambito basilare di trasmissione della fede, anzi spesso è il luogo dell’ateismo pratico. Stesso discorso, anzi ancor più, vale per le parrocchie. Salvo le belle eccezioni, in genere il contatto coi ragazzi si limita ai corsi di preparazione ai sacramenti, poi inizia l’esodo senza ritorno.

Cosa fare? La testimonianza di vita rimane la prima risposta. I ragazzi ci guardano, anche quando sembrano distratti. E ci giudicano. Ma è giusto interrogarsi anche sui sistemi di annuncio adoperati. Evidente è lo scarto tra il mondo tecnologico avanzato in cui le nuove generazioni sono immerse e i metodi “preistorici” utilizzati per il catechismo. Non si tratta di affidarsi ciecamente a sistemi digitali e social network, ma di inoltrarsi con coraggio in territori sconosciuti. Nell’era post-cristiana ci è chiesto di compiere un viaggio simile a quello dei Magi. Come loro dovremmo alzare gli occhi al cielo e cercare la stella cometa, il punto di riferimento che guida lontano, senza paura dell’ignoto. Lo stile pantofolaio serve a poco nella realtà dinamica e complessa che viviamo. Bisogna ripensare alla propria identità cristiana, consapevoli di essere alternativi ai modelli in voga.

La nuova evangelizzazione richiede inventiva e strumenti adeguati ai tempi. Non basta elencare i fondamenti della fede, bisogna aiutare il credente a orientarsi in un mondo che ha imparato a cavarsela senza Dio. Si diceva «un cristiano» una volta nei nostri paesi per significare «un uomo». Adesso, invece, il cristianesimo è diventato una lingua straniera e c’è bisogno di una nuova grammatica che aiuti ad apprenderla, ergo di una catechesi più moderna e accattivante.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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