N. 42 - 2018 21 ottobre 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La nostra stessa vita è una missione, un segno dell’amore di Dio

La giornata missionaria mondiale che celebriamo il 21 ottobre è un invito a riscoprire il nostro compito di testimoni di…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

La nostra stessa vita è una missione, un segno dell’amore di Dio

La giornata missionaria mondiale  che celebriamo il 21 ottobre è un invito a riscoprire il nostro compito di testimoni di cristo, annunciatori della gioia e del senso pieno della vita

 

Cari amici lettori, il 21 ottobre si celebra la Giornata missionaria mondiale. Per questo una buona parte degli articoli del numero è dedicata ai diversi aspetti della missione. Come sappiamo, non si tratta solo di portare il Vangelo in Paesi lontani, ma di annunciare Cristo a tutti, partendo da chi è più vicino, e non tanto con le parole, ma con la testimonianza di vita. Sono anzi convinto che l’idea di san Giovanni Paolo II di una “nuova evangelizzazione” sia sempre più attuale. Non possiamo più illuderci che il nostro sia ancora un Paese cristiano, né dare per scontata l’appartenenza alla Chiesa, l’adesione al Vangelo. Non basta la catechesi, ma spesso bisogna “ripartire da zero”, dalle basi del messaggio cristiano, dal suo cuore che, come ci ricorda papa Francesco, è la misericordia. Infatti, come leggiamo nel Vangelo di Giovanni, «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (3,16).

Che cosa significa, allora, celebrare la Giornata missionaria mondiale? Fare nostro l’invito che ci viene dal tema di quest’anno: “Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti”. Nel suo messaggio, Francesco si rivolge direttamente ai giovani, poiché è dedicato a loro il Sinodo dei vescovi che si sta svolgendo in questi giorni. Ma le sue parole riguardano ciascuno di noi. A partire da questa espressione: «Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra». Non siamo venuti in questo mondo per caso, ma con un compito. E dunque una responsabilità. Noi siamo importanti agli occhi di Dio, ma anche per l’umanità intera, che ha bisogno del nostro contributo di bene. E anche se può sembrare una goccia nell’oceano, come diceva santa Teresa di Calcutta, «l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo».

Ma oltre a questa missione essenziale che è la nostra vita, il Papa ci ricorda il nostro compito, come cristiani, di annunciare Gesù Cristo. Non si tratta di una verità astratta, o di un insieme di regole e di nozioni, ma di un incontro con colui che dà senso e pienezza alla nostra vita. Scrive Francesco: «Cari giovani, non abbiate paura di Cristo e della sua Chiesa! In essi si trova il tesoro che riempie di gioia la vita». La trasmissione della fede a cui siamo chiamati avviene, spiega il Papa, «per il “contagio” dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita». Preghiamo, allora, per tutti i missionari, per chi si spende per Cristo e per i fratelli in tutto il mondo. E preghiamo anche per ciascuno di noi, affinché siamo sempre annunciatori del Vangelo con la nostra vita.

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