Una Chiesa che cammina insieme, senza paura
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Una Chiesa che cammina insieme, senza paura
Cari amici lettori, il Sinodo sulla famiglia è stato un grande evento di Chiesa. Mi ha colpito molto il discorso finale di papa Francesco: una riflessione su che cos’è la Chiesa. A volte la pensiamo come se fosse formata solo dal Papa, dai vescovi e dai preti (e un po’ dalle suore). La intendiamo solo come un’organizzazione basata su norme più o meno complicate. Francesco ha cercato di scardinare questi luoghi comuni. Già con la decisione di rendere accessibile a tutti la relazione finale, all’insegna della trasparenza e della sinodalità, parola che significa “camminare insieme”. La Chiesa, infatti, siamo tutti noi, in cammino verso la salvezza, verso il Signore. In questo percorso non mancano le tentazioni. Il Papa ne ha indicate diverse, con franchezza e semplicità: l’irrigidimento ostile e il buonismo distruttivo, la tentazione di trasformare la pietra in pane e il pane in pietra, di scendere dalla croce e di trascurare il «deposito della fede» o la realtà.
Ma cos’è la Chiesa per Francesco? È «la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini (cfr Luca 10,25-37); che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone». È una, santa, cattolica, apostolica e composta da peccatori, bisognosi della misericordia di Dio. È la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina e «non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani (cfr Luca 15)». La Chiesa, ha detto ancora il Papa, «ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti!». Questa Chiesa «non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino».
E il Papa, i vescovi, i preti, che ruolo hanno? Citando Benedetto XVI, Francesco ha ricordato che sono ministri, servitori, la cui norma di condotta è «un amore incondizionato, come quello del Buon pastore, pieno di gioia, aperto a tutti, attento ai vicini e premuroso verso i lontani, delicato verso i più deboli, i piccoli, i semplici, i peccatori, per manifestare l’infinita misericordia di Dio».
Cari amici, che bello appartenere a questa Chiesa, che bello essere davvero di Cristo. Ce lo ha ricordato tante volte Costanza Miriano nella rubrica “Ite Missa est”. Da questo numero ci saluta, come sempre con ironia e saggezza. Ma è solo un arrivederci. Intanto la ringrazio di cuore, a nome anche di tutti voi lettori.