N. 44 - 2017 29 ottobre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un lavoro che metta davvero al centro la persona umana e la sua dignità

La settimana sociale che si sta svolgendo a Cagliari è un evento ecclesiale molto importante. Su un tema che ci tocca tutti…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un lavoro che metta davvero al centro la persona umana e la sua dignità

La settimana sociale che si sta svolgendo a Cagliari è un evento ecclesiale molto importante. Su un tema che ci tocca tutti da vicino

 

Cari amici lettori, si sta svolgendo in questi giorni a Cagliari la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Un appuntamento importante di riflessione, che speriamo possa portare a conclusioni pratiche, operative. Anche perché il tema riguarda tutti noi da vicino.

Si tratta del lavoro, che nel documento preparatorio viene definito un’esperienza umana fondamentale. E anche un segno d’amore. Infatti «si lavora per vivere con dignità, per dar vita a una famiglia e far crescere i figli, per contribuire allo sviluppo della propria comunità». Certo, il lavoro è importante, attraverso di esso, scriveva san Giovanni Paolo II, «l’uomo non solo trasforma la natura adattandola alle proprie necessità, ma anche realizza se stesso come uomo ed anzi, in certo senso, “diventa più uomo”». Tuttavia, quando viene a mancare, è una vera e propria tragedia. Perciò un posto centrale nelle riflessioni della Settimana sociale lo avrà il problema della disoccupazione, che può portare a un senso di fallimento e di depressione, con esiti a volte tragici.

Il tema della Settimana sociale, che si ispira a una frase del n. 192 di Evangelii gaudium, è Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale. Come spiega Giuseppe Notarstefano, membro del Comitato scientifico delle Settimane sociali, nell’intervista che gli dedichiamo, il compito di questi giorni è «restituire una speranza» al mondo del lavoro, alle persone e quindi all’intera società. Molto significative sono state, in questo senso, le parole che il Papa ha pronunciato il 20 ottobre alla Pontificia accademia delle scienze sociali: oggi bisogna finalmente mettere in pratica le parole della Gaudium et spes: «Occorre adattare tutto il processo produttivo alle esigenze della persona e alle sue forme di vita». Nel rispetto del creato, nostra casa comune, ha aggiunto. In altre parole, bisogna che davvero al centro ci sia la persona umana. Per questo, «occorre svincolarsi dalle pressioni delle lobbies pubbliche e private che difendono interessi settoriali... Bisogna che l’azione politica sia posta veramente al servizio della persona umana, del bene comune e del rispetto della natura». La sfida è grande. «Dobbiamo chiedere al mercato», ha detto il Papa, «non solo di essere efficiente nella produzione di ricchezza e nell’assicurare una crescita sostenibile, ma anche di porsi al servizio dello sviluppo umano integrale».

La conclusione è stata molto forte: «Non possiamo sacrificare sull’altare dell’efficienza – il “vitello d’oro” dei nostri tempi – valori fondamentali come la democrazia, la giustizia, la libertà, la famiglia, il creato».

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