N. 44 - 2017 29 ottobre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un lavoro che metta davvero al centro la persona umana e la sua dignità

La settimana sociale che si sta svolgendo a Cagliari è un evento ecclesiale molto importante. Su un tema che ci tocca tutti…

Giovanni Paolo Ramonda

I fragili hanno fatto fiorire la mia vita

A dieci anni dalla scomparsa di don Oreste Benzi, parla il suo successore alla guida della Comunità Papa Giovanni XXIII.…

Il Mulino di Gragnano

Noi, ragazzi con le mani in pasta

Nelle terre di paccheri e scialatielli Igp, sei giovani si sono inventati un lavoro grazie al microcredito messo a disposizione…

Andrea Franzoso

Ho denunciato la corruzione per essere libero

Da dirigente delle Ferrovie Nord portò in luce un caso di spese pazze. E per non aver taciuto è stato licenziato. Ora, per…

Giuseppe Notarstefano

Restituiamo la speranza al mondo del lavoro

L’economista fa parte del Comitato scientifico delle Settimane sociali: «Il tema è cruciale per la vita economica del Paese…

Señor de los milagros

La devozione del Perù che conquista anche Roma

La festa religiosa più importante di Lima si celebra ovunque nel mondo sia presente una comunità di migranti latinoamericani.…

Ite, missa est di Enzo Romeo

Due donne leader tra popoli in cerca di pace

La premier del Bangladesh è diventata paladina dei profughi, quella di Myanmar è passata dalla parte dei “cattivi”. Ma solo…

Per una lettura completa...

Señor de los milagros

La devozione del Perù che conquista anche Roma

La festa religiosa più importante di Lima si celebra ovunque nel mondo sia presente una comunità di migranti latinoamericani. Nella città del Papa la processione arriva fino a San Pietro, tra musiche e preghiere

Un momento della processione

Durante il mese di ottobre ogni peruviano si veste di viola. Non importa se indossa solo un distintivo o una cravatta di questo colore penitenziale, se vive a Lima o in altri Paesi del mondo: da quasi quattro secoli uomini, donne e bambini si sentono chiamati alla conversione, al digiuno e alla preghiera rivolta al Signore dei miracoli. Una tradizione che resiste anche ai flussi migratori, trasmessa di generazione in generazione fin dal 1655, quando un devastante terremoto rase praticamente al suolo Lima, la capitale peruviana. Ma, fra i cumuli di macerie e gli edifici distrutti dalle scosse, un fragile muro di fango rimase intatto: quello su cui era raffigurato Gesù crocifisso, dipinto da uno schiavo originario dell’Angola. Non solo: l’immagine ha resistito anche ai sismi successivi, attirando le preghiere dei fedeli che hanno ottenuto (e continuano a ottenere) grazie e guarigioni, come quella di una guardia del Viceré nel 1670. Da queste circostanze è stato ispirato il nome del quadro murale, Señor de los milagros de Nazarenas.

L’ORIGINE DELLA DEVOZIONE
La prima Messa davanti all’immagine sacra fu celebrata il 14 settembre 1671, mentre il 20 ottobre 1687 l’ennesimo terremoto risparmiò il quadro: allora il fedele spagnolo Sebastián de Antuñano preparò una copia su tela e i devoti iniziarono a portarla in processione per le strade del quartiere di Pachacamilla. Già nel 1715 il Signore dei miracoli venne dichiarato patrono e custode della città di Lima dalle autorità civili, e dal 2005 è stato proclamato anche protettore dei peruviani migranti.

CON I MIGRANTI NEL MONDO
«È la più importante ricorrenza religiosa e patriottica del nostro Paese di origine, ma viene festeggiata in tutto il mondo, ovunque ci sia una comunità peruviana, da Madrid a Parigi, da New York a Barcellona», racconta Julio Ladislao Molina Maza, emigrato 18 anni fa in Italia, dove le novene, la processione e la festa del Señor de los milagros sono ormai diffuse a macchia di leopardo da Milano a Imperia, da Genova a Perugia, da Piacenza a Napoli, da Bergamo a Modena, da Torino a Firenze, fino alla Sicilia. D’altronde un detto popolare recita: «Allí donde hay un peruano, late un corazón morado», ovvero «Laddove c’è un peruviano, batte un cuore viola».

LA FESTA A ROMA
A Roma la confraternita dedicata al Signore dei miracoli è presieduta da Molina, che è entrato a farne parte nel 2000 e dal 2012 al 2014 ne è stato segretario generale: «Come membri contiamo oltre 250 persone, che coinvolgono le loro famiglie. Senza contare i collaboratori e i volontari, fra i quali tanti italiani», riferisce. Il giorno della festa è stato preceduto da varie novene nella chiesa di Santa Maria della Luce: preghiera alle 18, seguita da Messa e da un momento di condivisione, una cena insieme a cui contribuiscono tutti. Seguono le «uscite» della riproduzione del Crocifisso, caricata sulla tradizionale anda e trasportata orgogliosamente a spalla da una trentina di uomini della Hermandad (confraternita), vestiti di viola, mentre le donne portano anche un velo bianco e calze nere.

DUE PROCESSIONI
Nella capitale «la prima uscita è stata domenica 8 ottobre: abbiamo portato l’immagine dalla basilica di Santa Maria degli Angeli, in piazza della Repubblica, fino alla cattedrale di San Giovanni in Laterano. Invece domenica 22 l’abbiamo trasportata dalla Chiesa Nuova, in corso Vittorio Emanuele II, fino in piazza San Pietro. Dopo aver pregato l’Angelus con papa Francesco, che ogni anno ci rivolge un saluto affettuoso, sempre in processione siamo entrati nella basilica di San Pietro per una solenne Messa cantata, alle ore 13. Durante il cammino solleviamo i bambini verso il quadro perché Gesù li benedica», spiega Julio, che ha trasmesso questa devozione al figlio di sei anni.

DEVOZIONE CHE CRESCE
Un tripudio di suppliche, inni e canti della tradizione andina, accompagnati dal bruciare dell’incenso e dalla banda “Severino Gazzelloni”, nata 25 anni fa al Villaggio Prenestino, quartiere alla periferia est di Roma. Oltre ai latinoamericani di altre nazioni, infatti, sono numerosi i romani e gli italiani coinvolti nella processione: «Alcuni hanno sposato un peruviano e hanno assorbito questa tradizione, ad esempio Luciano Franco, il capogruppo della processione che ha sposato Rosa Valiente ed è rimasto “contagiato” dalla nostra cultura; altri ci hanno conosciuto per lavoro o per altri motivi e sono rimasti affascinati da questa manifestazione di fede o hanno ricevuto una grazia e vogliono esprimere la loro gratitudine», fa notare ancora il presidente della confraternita, che tecnicamente si chiama “maggiordomo”.

Quando l’immagine torna nella chiesa di Santa Maria della Luce, le richieste di misericordia e conversione non finiscono: la terza domenica di ogni mese viene celebrata la Messa di mezzogiorno in onore del Señor de los milagros. «Ogni anno nel mese di ottobre il Perù si veste di viola e succede anche qui in Italia con noi peruviani immigrati», conclude Julio. «Il nostro è l’unico Paese al mondo in cui questa devozione a Cristo dura per trenta giorni consecutivi. E dove sta un peruviano, lì c’è il Signore dei miracoli».

SIGNORA DEI MIRACOLI, FESTA IN TUTT’ITALIA
Durante tutto il mese di ottobre le comunità peruviane in Italia festeggiano il patrono, il Señor de los milagros. A Piacenza è stato celebrato domenica 8, a Bergamo il 15 con una processione per le vie del centro cittadino con momenti di sosta e preghiera a cura delle altre comunità cattoliche latinoamericane (boliviani, ecuadoriani, brasiliani, dominicani); nei giorni precedenti la missione Santa Rosa da Lima per tutti i migranti cattolici della città lombarda ha organizzato tutte le sere la novena presso la chiesa di San Lazzaro. Processioni e celebrazioni anche a Milano, Genova, Rimini, Bologna. A Roma molti fedeli il 29 ottobre andranno come pellegrini a Napoli per vivere la festa insieme ai loro connazionali nel capoluogo campano. Nello stesso giorno a Busto Arsizio (Varese) la processione partirà alle 10 dal santuario di Santa Maria di Piazza per concludersi alle 14.30 nei giardini del Museo del tessile con una Messa solenne.

ORGANIZZARE LA VISITA L’immagine del Señor de los milagros rimane esposta tutto l’anno al culto dei fedeli nella chiesa di Santa Maria della Luce, in via della Luce a Roma, nel cuore del quartiere Trastevere. Dal 2003 la chiesa è sede della cappellania-missione latinoamericana a Roma, formata da 18 comunità migranti di lingua spagnola e portoghese residenti nella capitale; da quasi un anno il responsabile è padre Francesco Mazzone, Scalabriniano. Nei locali annessi alla chiesa (in via della Lungaretta 22 A) vengono promosse attività religiose, di accoglienza e assistenza.

IL SANTUARIO DI LIMA
L’immagine originale da cui deriva la devozione si trova invece nel santuario barocco di Las Nazarenas, nel centro storico di Lima, capitale del Perù. Trattandosi di un dipinto murale, in processione viene portata una copia che su fronte riproduce il Señor de los milagros e sul verso la Madonna della nube, immagine di un’apparizione mariana avvenuta in Ecuador nel 1696.

Testo di Laura Badaracchi

Archivio

Vai