N. 44 - 2018 4 novembre 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Guidati dalla gioia del Vangelo, è giunto il tempo di metterci in cammino

Il sinodo dei vescovi sui giovani e con i giovani si è concluso. Ma non è finito. Si tratta ora di avviare iniziative pastorali…

Enzo Bianchi

Ai giovani che non cercano più Dio si deve parlare di Gesù

Secondo il fondatore del monastero di Bose, che ha partecipato al Sinodo, solo l’annuncio di speranza fondata sulla morte…

Il libro

Un’alleanza fra giovani e anziani

Nel libro La saggezza del tempo Francesco commenta il racconto corale di alcuni giovani che interrogano gli anziani sui grandi…

Don Giorgio Pisano

Il parroco con i piedi nelle scarpe degli altri

A Portici, nel Napoletano, la gente va via perché manca il lavoro, ma la parrocchia è in prima linea nell’educazione dei…

Santuario di Loreto

Qui le famiglie sono di casa

Il santuario mariano che custodisce la Santa Casa di Nazaret lancia percorsi di formazione per coppie di sposi

Ite, missa est di Daniele Rocchetti

Il coraggio di accendere una luce

La “Rosa Bianca”, un cenacolo di amici di diverse confessioni cristiane che si opposero alla notte che il regime nazista…

Per una lettura completa...

Il libro

Un’alleanza fra giovani e anziani

Nel libro La saggezza del tempo Francesco commenta il racconto corale di alcuni giovani che interrogano gli anziani sui grandi temi della vita

Martin Scorsese rivolge una domanda al Papa durante la presentazione del libro.

C’è un pensiero, confida Francesco, che «da un po’ di tempo porto nel cuore: che ci sia un’alleanza tra giovani e anziani». Questa è l’ora, aggiunge, in cui «i nonni devono sognare e i giovani potranno avere visioni». L’intuizione, nata da una meditazione sul libro del profeta Gioele, è stata il motore che ha spinto Francesco a collaborare al progetto La saggezza del tempo, un libro in cui i giovani interrogano gli anziani sui grandi temi della vita. Un racconto corale di storie di vita – commentate da Francesco in dialogo con padre Antonio Spadaro –, realizzato raccogliendo 250 interviste in più di 30 Paesi, grazie all’aiuto dell’organizzazione no profit Unbound. Tra le storie ne sono state selezione una novantina, pubblicate con l’impegno di un gruppo di case editrici – per l’Italia Marsilio Editori – e organizzate intorno a cinque temi: lavoro, lotta, amore, morte, speranza.

IN UN MONDO DI COMPETIZIONE
Il progetto è stato presentato il 23 ottobre all’Augustinianum, nell’ambito delle iniziative per il Sinodo dei giovani. Presenti alcuni padri sinodali, i 34 giovani uditori, e l’arcivescovo di Panama José Domingo Ulloa Mendieta, che a gennaio accoglierà il Papa per la Giornata mondiale della gioventù. Introdotti da padre Spadaro, giovani e anziani hanno interrogato il Papa. «Stendi la mano, sorridi, cammina, sporcati le mani… così sarai felice», risponde papa Francesco a Federica Ancona, 26 anni, che gli chiede come salvarsi da una cultura basata sulla competizione e l’apparenza.

LA TRASMISSIONE DELLA FEDE
A Tony e Grace Naudi, maltesi, 71 e 65 anni, nonni preoccupati di non aver saputo trasmettere la fede ai cinque nipoti, dice: «La fede non sono solo i contenuti del catechismo, ma è la vita. Mai cercare di convincere: perché la fede non cresce per proselitismo, ma per attrazione», dice citando Benedetto XVI. «Una testimonianza accompagnata dal silenzio, e da tanta pazienza». Da fare «in dialetto, cioè con quelle carezze e quella tenerezza che i giovani capiscono».

A Rosemary Lane, 30 anni, americana, che chiede come custodire i sogni, il Papa propone l’icona del giovane monaco che sulle spalle porta il confratello anziano: «Prendere i sogni degli anziani e portarli avanti». La nostra identità, aggiunge parlando con Yennifer Tatiana Valencia Morales, colombiana, 20 anni, per non essere «liquida» trova le sue radici nella memoria degli anziani: «Come i tartufi che per crescere prendono il succo dalle radici dell’albero». Francesco riprende le parole di Fiorella Bacherini, 83 anni, che è mamma di un gesuita e ha insegnato italiano in una scuola per stranieri, «colpita dalla crudeltà di cui siamo stati testimoni nel trattamento dei rifugiati». «È importante che i giovani conoscano come cresce un populismo», dice il Papa. Oggi, nota in riferimento ai migranti, «il nuovo cimitero europeo si chiama Mediterraneo. Non possiamo accettare queste sofferenze. La chiusura è l’inizio del suicidio». I migranti, aggiunge, «vanno accolti, accompagnati e integrati. L’Europa deve mettersi d’accordo». E di fronte al regista Martin Scorsese, che nel libro dichiara «di aver imparato più dai fallimenti, dal rifiuto e dall’ostilità che dal successo» e che gli chiede come far capire ai giovani che la crudeltà è una strada sbagliata, Francesco invita a chiedere «la grazia delle lacrime», a condividere la propria «esperienza con empatia e vicinanza, con mitezza».

IL COMPITO DEGLI ANZIANI
Agli anziani, che chiama i «memoriosi della storia», il Papa affida due compiti: formare «nonni e nonne, un coro permanente di un grande santuario spirituale, dove la preghiera di supplica e il canto di lode sostengono la comunità che lavora e lotta»; e «agire», cioè «avere il coraggio di contrastare in ogni modo la cultura dello scarto», che viene imposta a livello mondiale. «Noi», dice Francesco, che ricorda la gioia provata quando «nelle Filippine la gente mi salutava chiamandomi Lolo Kiko, nonno Francesco, possiamo dire ai giovani timorosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di se stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, e che l’amore non si dimostra solamente a parole, ma con le azioni».
  

Testo di Vittoria Prisciandaro

Archivio

Vai