Guidati dalla gioia del Vangelo, è giunto il tempo di metterci in cammino
Il sinodo dei vescovi sui giovani e con i giovani si è concluso. Ma non è finito. Si tratta ora di avviare iniziative pastorali…
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Guidati dalla gioia del Vangelo, è giunto il tempo di metterci in cammino
Il sinodo dei vescovi sui giovani e con i giovani si è concluso. Ma non è finito. Si tratta ora di avviare iniziative pastorali concrete che rispondano al desiderio di vita e felicità che c’è in ogni cuore
Cari amici lettori, torno a riflettere con voi sul Sinodo che si è appena concluso. Sia perché il tema dei giovani, la fede e il discernimento vocazionale è cruciale per la vita della Chiesa, sia perché, questa volta più che mai, il Sinodo non si chiude con i lavori dell’assemblea, ma continua nel cammino quotidiano dell’intera comunità ecclesiale. Lo aveva ricordato lo stesso papa Francesco aprendo i lavori il 3 ottobre. In quell’occasione aveva chiesto di impegnarsi a «far uscire da questo Sinodo non solo un documento – che generalmente viene letto da pochi e criticato da molti –, ma soprattutto propositi pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso, ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo».
Nel momento in cui scrivo (per motivi tecnici il numero è stato chiuso il 26 ottobre) il documento finale non è ancora disponibile. Considerando, però, quello che ha detto il Papa sui documenti ecclesiali, non è un problema. Si tratterà piuttosto di realizzare da adesso in poi i propositi pastorali concreti emersi dal Sinodo. Ma per non perdersi nei mille rivoli del quotidiano, per non limitarsi a ricette, soluzioni che spesso non funzionano perché la realtà è sempre più complessa e variegata, serve un riferimento comune. Se uno dei grandi problemi dei giovani di oggi, anzi di tutti noi, è una sensazione di smarrimento, di confusione, è la mancanza di un centro, noi cristiani abbiamo un punto di riferimento comune fondamentale. E non è una formula o una ricetta. È la persona di Gesù Cristo. Solo lui, con la gioia del suo Vangelo, può illuminare le menti, riscaldare i cuori, dare forza alle mani. Può dare risposta al desiderio di felicità che abita nel cuore di ciascuno, nel cuore dei giovani.
Lo sapeva bene già san Benedetto, che nel prologo della sua Regola riprendeva le parole del Salmo: «Chi è l’uomo che vuole la vita e desidera vedere giorni felici?». Ciascuno di noi vuole la vita e la felicità. Ed è proprio a questo che il Signore ci chiama. «Fratelli carissimi», concludeva san Benedetto, «che può esserci di più dolce per noi di questa voce del Signore che ci chiama? Guardate come nella sua misericordiosa bontà ci indica la via della vita! Armati dunque di fede e di opere buone, sotto la guida del Vangelo, incamminiamoci per le sue vie».