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Dewey, Dante e la biblioteca celestiale
Orientarsi nei meandri della vita, ritrovare un senso e un ordine nel reale... Ecco cosa trovo, con stupore, nella Divina…
Ite, missa est di Emanuele Fant
Dewey, Dante e la biblioteca celestiale
Orientarsi nei meandri della vita, ritrovare un senso e un ordine nel reale... Ecco cosa trovo, con stupore, nella Divina Commedia
Cerco un saggio sulla Divina Commedia che non riesco a trovare. La bibliotecaria, senza alzare la testa, mi invita a provare «nell’800». Faccio notare che Dante è vissuto cinque secoli prima. Interrompe il lavoro e mi fissa con compassione: «Ovviamente 800 non è l’anno, ma indica una sezione: letteratura». Sorrido con imbarazzo e, per ricucire, esprimo stima: «Siete in gamba, a sapere dove si nascondono tutti questi autori». «Non è merito nostro, ma del sistema di classificazione».
I suoi occhi si accendono di stima e passione quando prende a raccontarmi di Melvil Dewey, un suo collega statunitense che nel 1800 si è inventato un modo nuovo di ordinare i volumi. Era convinto che ogni privato cittadino dovesse accedere comodamente a tutta la cultura che gli poteva servire. Così propose di classificare gli scritti non in base a una collocazione fisica arbitraria, ma a seconda della disciplina di appartenenza. Il suo sistema oggi è lo standard nel mondo.
Scompaio nel corridoio. Osservo curioso le sigle che si susseguono sugli scaffali. Ecco il testo che cercavo. Sfoglio e penso che Dante Alighieri è in qualche modo parente di quell’eroico bibliotecario americano: quando la donna che amava è morta improvvisamente, ha visto tutto ciò che lo circondava frantumarsi e andare insieme. È al quel punto che si è messo al lavoro sulla sua opera migliore, quella che avrebbe dovuto contenere «cielo e terra», epico sforzo di ricomposizione. Nei tre regni oltremondani ha testato ogni frammento di esistenza per come la conosceva, alla ricerca della sua esatta posizione: le sozzure personali, la teologia più fine, gli errori, le minute storie della cronaca medievale, i paesaggi attraversati, le amicizie, il sapere della scienza, le passioni. Tutti colori di un mosaico che, nella composizione esatta, promettevano di restituire una immagine di senso. Tutte le risposte ordinate in uno schema in cui senza sforzo ci si riesce a orientare; il paradiso non ha forse a che fare con questo?