N. 45 - 2018 11 novembre 2018
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Il paradiso non può attendere

Nel nostro cammino alla scoperta del cielo su questa terra e dentro di noi, il segno sicuro che stiamo andando bene è la…

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Ite, missa est di Chiara Amirante

Il paradiso non può attendere

Nel nostro cammino alla scoperta del cielo su questa terra e dentro di noi, il segno sicuro che stiamo andando bene è la gioia del cuore

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

L’anno liturgico sta volgendo al termine e forte è in noi la percezione che la nostra vita in terra è un pellegrinaggio verso il Cielo. Il Paradiso ci attende in tutta la sua meravigliosa pienezza ed eternità.  A tal proposito, nel libro Il Paradiso non può attendere (ed. ODC), ho voluto sottolineare come molti cristiani credono che la gioia del Paradiso sia lontanissima da noi, che ci sarà aperto solo dopo la morte. Molti sono convinti che le promesse di gioia e di pace che Gesù fa nel Vangelo siano riservate a chi entrerà nel regno dei cieli solo alla fine della vita terrena. Facilmente dimentichiamo che Gesù ci assicura: «Il regno dei cieli è vicino. Il regno di Dio è in mezzo a voi!».

Certo, su questa terra non è ancora possibile vivere quella totale immersione nell’amore di Dio che sarà il paradiso, però se Gesù insiste su quanto il suo regno è vicino, è perché già qui possiamo sperimentarne un anticipo.

Nel nostro cammino alla scoperta del cielo su questa terra e dentro di noi, il segno sicuro che stiamo andando bene è la gioia del cuore. Non c’è gioia più grande di quella di chi sa di essere amato, stimato, salvato. Quando avvertiamo quella gioia piena che non passa, che non dipende dagli affetti umani e resiste anche quando qualcuno ci ferisce, anche quando dobbiamo portare una croce pesante, allora il Paradiso è davvero vicino!

I santi allora diventano degli esempi e una proposta in questo cammino verso la felicità, perché essere santi significa essere persone prima di tutto realizzate. L’astuzia sta nel fare come ha fatto Maria: ha serbato la Parola di Dio sempre nel suo cuore vivendola e incarnandola, perché è lì la porta del Paradiso adesso, la comunione con il Cielo, ora.

Lasciamo che quella Parola si imprima nella mente, nel cuore, nell’anima, e viviamola, perché c’è una promessa meravigliosa: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola, il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

  

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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