La giornata mondiale dei poveri ci invita a essere vicino a chi è triste e solo
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La Casa del Volto Santo
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Il cristianesimo non è facile… ma rende felici
Stare in ogni ambiente con discrezione e umiltà, come il lievito che si perde nella pasta per farla crescere. È l’esperienza…
Ite, missa est di Daniele Rocchetti
Il cristianesimo non è facile… ma rende felici
Stare in ogni ambiente con discrezione e umiltà, come il lievito che si perde nella pasta per farla crescere. È l’esperienza delle Piccole Sorelle di Gesù, comunità che si ispira a Charles de Foucauld
Passo a trovare Maria Chiara, un’amica carissima, Piccola sorella di Gesù. Un’esperienza di vita religiosa nata sulle orme di Charles de Foucauld, voluta da Magdalein Hutin, una donna francese che scelse di essere «una piccola sorella da nulla». L’espressione le era venuta in mente mentre, in compagnia di una delle prime compagne, viaggiavano rannicchiate per coprirsi dal freddo, sotto il tendone di un camion, in mezzo a bidoni di benzina e di nafta. Voleva che le Piccole sorelle fossero così «da nulla» da poter stare dappertutto senza farsi notare: nelle stive delle navi, in camion militari. Consacrate, con un obiettivo: essere in ogni ambiente il lievito che si perde nella pasta per farla lievitare.
«Arabe con gli arabi», «nomadi con i nomadi», le Piccole sorelle avrebbero dovuto adottarne la lingua, i costumi e perfino la mentalità. Saranno in tante a rispondere alla contagiosa passione di Magdaleine. Non si preoccuperanno di essere accusate di «mangiare con i pubblicani e i peccatori». «State attente a non cadere nella grettezza e nell’ottusità, non scandalizzatevi troppo facilmente per cose di poca importanza. Soprattutto, evitate di essere rigide o formali. Siate sempre di vedute larghe, poiché la ristrettezza può distruggere il vero amore». Il criterio della carità le orienterà nelle direzioni più diverse: tra gli zingari e gli operai, tra i pastori e le prostitute, tra gli eschimesi e i pigmei, nei luna park e nei circhi, in Alaska e in Camerun, in Giappone e in Russia. Oggi 1.200 Piccole sorelle di 66 nazionalità vivono in quasi 300 fraternità sparse in 69 Paesi, nei cinque continenti. Non possiedono nulla, vivono del proprio lavoro, intrecciano contemplazione e servizio, preghiera e amore verso l’uomo concreto.
Resto sempre affascinato da queste donne che mostrano il primato di Dio dentro le pieghe dell’esistenza concreta e che indicano a tutti la normalità della vita come luogo dell’annuncio evangelico. Anni fa, ricevetti un biglietto da una di loro. Stava scritto: «Il cristianesimo non è facile. Ma rende felici». Che sia questa la chiave per renderlo comunicabile all’uomo di oggi?
Illustrazione di Emanuele Fucecchi