N. 46 - 2018 18 novembre 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Napoli

La Casa del Volto Santo

Nella moderna chiesa del quartiere  Ponti Rossi si venera un’immagine di Gesù che ispirò la missione di Madre Flora, una mistica laica che si adoperò per i più poveri nell’ultimo dopoguerra

Il santuario Casa del Volto Santo

È mattina presto a Napoli e nello spazio davanti al santuario c’è già gente. Tanti sono italiani, ma diversi anche gli stranieri: immigrati da India, Nordafrica ed Europa dell’Est sono ormai degli habitués della chiesa del Volto Santo e il loro numero è in crescita. Sanno che, come tutti gli altri, riceveranno un aiuto materiale, abiti e alimenti, oltre a una parola di solidarietà e amicizia. Da qui si domina dall’alto la parte moderna della città. Non lontano dall’incantevole reggia e dal parco di Capodimonte, icone dell’epoca borbonica, nel quartiere Ponti Rossi sorge questo complesso sacro dedicato a un’immagine del volto di Gesù capace di attirare migliaia di fedeli.

LA MISSIONE DI MADRE FLORA
Non si può pensare al Volto Santo senza ripercorrere la vita di Florinda Romano, impegnata – non senza difficoltà – a diffondere questa devozione tra i napoletani in un periodo difficile come la fine della Seconda guerra mondiale, tra disperazione e povertà.

Flora, come tutti la chiamano, nasce nel 1899 a Napoli. La sua infanzia – racconta Ulderico Parente in Madre Flora, una vita per il Volto Santo – è dura: povertà e umiliazioni sono all’ordine del giorno per la bambina. Deve occuparsi dei fratellini più piccoli prima di andare a scuola. Anche l’esperienza del collegio dove studia non è felice, come racconta lei stessa nell’autobiografia. Dopo 3 anni torna a casa, contenta di abbandonare l’istituto. Frequenta la parrocchia e inizia a lavorare. Nel 1918 si sposa con Ernesto de Santis, un vedovo più grande di lei. Il marito lavora in banca a Meta di Sorrento, è sensibile all’infanzia abbandonata e promuove iniziative missionarie. De Santis diffonde diversi giornali religiosi, come Crociata Missionaria. Nella sala della loro casa, sopra la radio, i coniugi appendono una dolce immagine di Cristo ritagliata dalla copertina di una di quelle riviste. È la riproduzione di un’opera di Rina Maluta ispirata a un crocifisso della cattedrale di Lucca, il Volto Santo.

L’ESPERIENZA MISTICA
 Il 10 febbraio del 1932 è una data speciale per Flora. Mentre in casa sta rassettando, si sente chiamare: è il ritratto del volto di Gesù. L’immagine, secondo quanto percepisce la donna, le si rivolge parlando della guerra, della cattiva condotta della gente e della necessità di purificazione da parte della Chiesa. «Flora, guarda questo Volto tanto offeso e ingiuriato. Amalo e fallo amare», è il messaggio. Da quel momento la sua vita cambia. Passata la sorpresa e lo spavento, la donna comincia a pregare e a far pregare i suoi amici. Indosserà sul vestito, sino alla morte, un crocifisso e vivrà in maniera ascetica la fede, con forti sacrifici personali. Le persone vanno a chiederle consigli, a volte va in estasi e ha delle visioni. Flora inizia a diffondere la devozione al Volto Santo distribuendo le copie dell’immagine. Lei è una persona semplice, non ha compiuto grandi studi e il popolo le si rivolge con fiducia: chi per chiedere se il figlio tornerà dalla guerra, chi per domandare guarigioni. Alcuni atti dei fedeli che rasentano la superstizione rischiano di esasperare la vicenda, mentre la Curia decide di cercare di capire cosa sta accadendo. La donna ha un carattere forte ma si lascia guidare da un padre spirituale e ottiene la fiducia delle autorità ecclesiastiche.

Madre Flora – oramai tutti la chiamano così – matura quindi un grande progetto: la costruzione di un tempio per il Volto Santo. Acquista una villa sulla collina di Capodimonte, dove le verrà data la possibilità di far celebrare l’Eucaristia. Modifica in cappella alcune stanze dell’abitazione che diventa la Casa del Volto Santo in cui riceve i fedeli in cerca di un incontro con Cristo.

Alla morte del marito trasforma la casa ai Ponti Rossi in un orfanotrofio e chiama a gestirlo le Piccole Ancelle di Cristo Re. I fedeli crescono e anche le opere. Apre altri due orfanotrofi per le vittime della guerra e i poveri ad Aversa e Brusciano. Il cardinale Corrado Ursi, arcivescovo di Napoli dal 1966 al 1987, le dà fiducia e autorizza la costruzione del santuario; non pochi preti da tutta Italia la incoraggiano ad andare avanti.  

Madre Flora muore il 31 maggio 1969 e lascia tutto alle suore. Il 10 marzo 1996 si celebra la prima Messa nel moderno santuario in cui, al centro dell’altare, viene collocata l’immagine del Volto Santo.

LUOGO DI GRAZIE
«Oggi i pellegrini arrivano desiderosi di ritirarsi in preghiera, ascoltare la Messa e dedicare del tempo allo spirito», spiega suor Elvira, della comunità delle Piccole Ancelle di Cristo Re che proseguono l’opera di Madre Flora. Il profilo della chiesa è moderno, luminoso; all’interno, proprio al centro dell’aula sacra sopra l’altare, è incorniciata la sacra immagine del volto di Cristo. Sul lato destro della chiesa, in una cappellina, si trova la tomba di Madre Flora, dove sorgeva la stanzetta che l’ha vista accogliere e confortare tante persone. Furono i fedeli a decidere che doveva rimanere lì. Ancora oggi lasciano messaggi, preghiere o richieste d’aiuto sulla parete della struttura. Gli innumerevoli ex voto giunti da ogni parte d’Italia, inoltre, testimoniano le grazie ottenute con le preghiere al Volto Santo di Gesù. «Devo la mia guarigione alle preghiere di Madre Flora», testimonia oggi padre Gianni Manco, missionario del Pime. «Avevo pochi mesi e delle crisi continue. Mia mamma si rivolse a lei disperata. Madre Flora l’ascoltò e, con poche parole, le disse di rasserenarsi, io sarei guarito». Gli oggetti che arrivano al santuario diventano anche solidarietà, li chiamano «i doni della misericordia»: dalle culle agli abiti da sposa o per la prima Comunione e regali per chi deve vivere un evento importante e non ha sufficienti risorse.

Accanto al santuario le suore portano avanti anche la missione della Casa del Volto Santo: la scuola, l’accoglienza di bambini appartenenti a famiglie in difficoltà e un centro di spiritualità dal quale il messaggio del Volto Santo continua a diffondersi in tutto il mondo.
  

ORGANIZZARE LA VISITA
Il santuario Casa del Volto Santo si trova in via Ponti Rossi 54 a Napoli. Si raggiunge con il filobus 254 (www.anm.it) dalla Stazione Centrale (www.trenitalia.it) o con i bus C63 e C66. In auto uscire della tangenziale a Capodimonte. Telefono: 081/74.10.746. Un’ampia sala del pellegrino è disponibile per i visitatori provenienti da lontano che desiderano consumare in loco i loro pasti.

ORARI E CELEBRAZIONI
Il santuario è aperto tutti i giorni dalle 7 alle 20. La Sala offerte dalle 8.30 alle 20. Messe festive 7.30; 9; 10.30; 11.30; 12.30, 17.30; 19. Il 10 di ogni mese, nella giornata di particolare devozione al Volto Santo, le Messe sono celebrate dalle 7.30 alle 19. Per gli orari di Confessioni, Liturgia delle ore, Rosario, adorazione eucaristica e benedizione delle auto si può consultare il sito www.casadelvoltosanto.it. È possibile visitare il museo dedicato a Madre Flora previa prenotazione. La festa del Santo Volto si celebra il 6 agosto.
  

Testo di Nicola Nicoletti - Foto di Roberto Salomone

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