N. 47 - 2016 20 novembre 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Continuiamo a vivere il senso profondo del giubileo della misericordia

L’Anno santo si conclude con la chiusura della porta santa di San Pietro. Non cessiamo, però, di accogliere l’amore di Dio…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Continuiamo a vivere il senso profondo del giubileo della misericordia

L’Anno santo si conclude con la chiusura della porta santa di San Pietro. Non cessiamo, però, di accogliere l’amore di Dio nella nostra vita per donarlo ai nostri fratelli

 

Cari amici lettori, questa domenica, con la chiusura della Porta santa di San Pietro, si conclude il Giubileo straordinario della misericordia. Già domenica scorsa si erano chiuse le Porte sante nelle basiliche romane e nelle diocesi del mondo. In questo numero di Credere vi proponiamo alcuni esempi di come è stato vissuto l’Anno santo nelle realtà diocesane. In particolare vi raccontiamo, attraverso le parole di monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia, che cosa vuol dire misericordia nel contesto della tragedia del terremoto che ha colpito le popolazioni del Centro Italia. Al di là delle belle parole e delle celebrazioni, la misericordia appare come qualcosa di estremamente concreto: la forza e il coraggio che Dio dona per non lasciarsi vincere dallo scoraggiamento, la potenza della preghiera, la vicinanza amorevole e solidale di tanti fratelli.

Se l’Anno santo si conclude, non finisce però la misericordia. È con questa idea in mente che abbiamo pensato di offrirvi, la settimana prossima, un numero speciale di Credere. Non lasciatevelo sfuggire: prenotatelo fin d’ora in parrocchia e in edicola. Sarà un riepilogo dei principali eventi, ma anche una rassegna dei frutti che il Giubileo ha portato. Frutti duraturi, che vanno oltre il termine dell’Anno straordinario. Alcuni sono visibili e resteranno come segno per tutti. Altri solo il cuore di ciascuno li conosce. Quello che conta, però, è sperimentare nella propria vita la forza trasformante della misericordia di Dio e andare avanti, con perseveranza, nella nostra fede cristiana. Facendo nostre le parole di san Paolo: «Voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene» (2Tessalonicesi 3,13).

Lo ha ribadito anche papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa: «Rimanere saldi nel Signore, in questa certezza che egli non ci abbandona, camminare nella speranza, lavorare per costruire un mondo migliore, nonostante le difficoltà e gli avvenimenti tristi che segnano l’esistenza personale e collettiva, è ciò che veramente conta». È il senso profondo del Giubileo straordinario della misericordia, ha spiegato Francesco. L’Anno santo, infatti, «ci ha sollecitati, da una parte, a tenere fisso lo sguardo verso il compimento del Regno di Dio e, dall’altra, a costruire il futuro su questa terra, lavorando per evangelizzare il presente, così da farne un tempo di salvezza per tutti».

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