N. 48 - 2016 27 novembre 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Con Credere per vivere insieme la misericordia, verità profonda del vangelo

Il Giubileo si è concluso, ma rimane aperta la vera porta della misericordia: il cuore di Cristo. Una avventura che continua…

Il documento

Misericordia et misera la lettera che “prolunga” il giubileo

La misericordia «non può essere una parentesi nella vita della chiesa», scrive il papa. E istituisce la giornata dei poveri

Monsignor Rino Fisichella

Il Giubileo continua, tutti i giorni

«L’intensità dell’insegnamento e l’entusiasmo del popolo avranno effetti sulla vita della Chiesa: la misericordia accompagnerà…

I nostri figli ci chiedono

Il Giubileo si è concluso. Cosa rimane?

Le parrocchie hanno avviato tante iniziative caritatevoli... Il Giubileo della misericordia ci ha richiamato a una vita cristiana…

Ite, missa est di Enzo Romeo

La Porta santa si chiude

Nel 1975 cambiò orientamento il muro che chiude la Porta santa. Segno di una Chiesa che apre le porte a un’umanità bisognosa…

Per una lettura completa...

I nostri figli ci chiedono

Il Giubileo si è concluso. Cosa rimane?

Le parrocchie hanno avviato tante iniziative caritatevoli... Il Giubileo della misericordia ci ha richiamato a una vita cristiana più attenta ai bisogni del prossimo. Un compito che rimane sempre.
Ma io in cosa posso contribuire? Puoi vivere lo straordinario nell’ordinario della tua vita, come santa Teresina. Puoi impegnarti ad andare incontro agli altri, con carità e fantasia

Papa Francesco chiude la Porta santa della Basilica di San Pietro

Il Giubileo sta per terminare in questi giorni, vero?

Proprio così. E ora sono io che voglio fare un paio di domande a te. Che cosa ti ha dato questo tempo speciale? Che cosa ti rimane dopo che la festa è finita?

In parrocchia abbiamo dato vita a tante iniziative caritatevoli. Cose nuove che prima non c’erano.

Questo è certamente un bene. La tua comunità ha saputo cogliere gli stimoli che il Giubileo ha lanciato. Dare vita, oltre che pensiero, a questi stimoli è un’iniziativa lodevole. So di molte parrocchie che hanno avviato progetti di raccolte alimentari e di vestiario, pomeriggi di aiuto-compiti per i ragazzi, corsi di italiano per gli immigrati, assistenza giuridica e materiale per i profughi… insomma, sono tanti i modi in cui si può sperimentare una vita cristiana più attenta ai bisogni del prossimo e quindi più autentica. Però è nella quotidianità che ci si misura, non nell’evento straordinario, perché il Giubileo passa, ma il compito rimane. Sempre dobbiamo essere caritatevoli. Tu cosa fai in questo senso?

Non so. Che potrei fare?

Ti rispondo con una frase di santa Teresa di Lisieux: «Dio non ci chiede di fare cose straordinarie, ma di fare le cose ordinarie in modo straordinario». Se pensi alle opere di misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire chi è nudo, ospitare chi è forestiero, visitare gli ammalati e i carcerati, seppellire i morti), il compito ti sembra difficile. E se pensi a quelle spirituali (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti) magari il compito ti sembrerà addirittura impossibile. Giustamente ti chiedi: come può un ragazzino della mia età compiere gesti da grandi? Beh, se segui la piccola via di santa Teresina, basta che vivi ciò che ti è dato di vivere, senza cambiare nemmeno una virgola, in modo straordinario.

È difficile comunque.

Sì, il compito è difficile ma alla tua portata, se operi un cambiamento di mentalità. Perché la vera felicità non è fare quello che si vuole, ma volere quello che si fa. Solo così la vita prende gusto. E poi ti do un altro consiglio, e per capirlo devi pensare alle dita delle mani e dei piedi.

Che c’entrano le dita?

È una cosa che si trova in uno dei testi sacri degli ebrei, il Talmud, quello che contiene gli insegnamenti della tradizione rabbinica. Le dita delle mani sono riservate al giudizio, quelle dei piedi alla misericordia. Quando punti il dito contro qualcuno, lo stai giudicando, lo metti in cattiva luce. Un dito puntato è come dire: «Tu hai la colpa!». Ma se provi misericordia verso qualcuno, muovi i piedi per andargli incontro, ti metti in moto per eliminare le distanze. Quello che voglio dire è che abbiamo vissuto un anno straordinario, ma dobbiamo proseguire, perché Dio ci chiede disponibilità e fantasia nel vivere le relazioni di ogni giorno. È vero che la Chiesa ci ha dato delle piste da seguire, ma la misericordia si può esprimere in mille altri modi. E per scoprirli ci vuole tutta la nostra fantasia.

Ho un’altra curiosità. Quando cadrà il prossimo Giubileo?

Quello ordinario nel 2025. Se poi ne sarà indetto uno straordinario prima di quella data, questo ancora non è dato di sapere.

Testo di Francesca Fabris

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