Con Credere per vivere insieme la misericordia, verità profonda del vangelo
Il Giubileo si è concluso, ma rimane aperta la vera porta della misericordia: il cuore di Cristo. Una avventura che continua…
Misericordia et misera la lettera che “prolunga” il giubileo
La misericordia «non può essere una parentesi nella vita della chiesa», scrive il papa. E istituisce la giornata dei poveri
Il Giubileo continua, tutti i giorni
«L’intensità dell’insegnamento e l’entusiasmo del popolo avranno effetti sulla vita della Chiesa: la misericordia accompagnerà…
Il Giubileo si è concluso. Cosa rimane?
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Il documento
Misericordia et misera la lettera che “prolunga” il giubileo
La misericordia «non può essere una parentesi nella vita della chiesa», scrive il papa. E istituisce la giornata dei poveri
La misericordia «non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo». Perciò questa dimensione della misericordia non si conclude con la chiusura della Porta santa, ma «chiede di essere ancora celebrata e vissuta nelle nostre comunità». È l’affermazione con cui Francesco apre la lettera apostolica Misericordia et misera (La Misericordia e la misera, con una citazione di sant’Agostino che spieghiamo in fondo pagina), per descrivere alcuni frutti del Giubileo appena vissuto e per tracciare l’itinerario futuro.
LA PECCATRICE E IL SALVATORE
Il Papa spiega di aver scelto la pagina evangelica di Gesù con l’adultera in quanto «non si incontrano il peccato e il giudizio in astratto, ma una peccatrice e il Salvatore. Gesù ha guardato negli occhi quella donna e ha letto nel suo cuore: vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata. La miseria del peccato è stata rivestita dalla misericordia dell’amore». E commenta: «Una volta che si è rivestiti della misericordia, anche se permane la condizione di debolezza per il peccato, essa è sovrastata dall’amore che permette di guardare oltre e vivere diversamente».
In questo Anno santo, è la consapevolezza espressa dal Pontefice, «la Chiesa ha saputo mettersi in ascolto e ha sperimentato con grande intensità la presenza e vicinanza del Padre, che con l’opera dello Spirito Santo le ha reso più evidente il dono e il mandato di Gesù Cristo riguardo al perdono». Ora «è tempo di guardare avanti e di comprendere come continuare con fedeltà, gioia ed entusiasmo a sperimentare la ricchezza della misericordia divina». Da qui la prima indicazione, celebrare la misericordia, poiché «la celebrazione della misericordia divina culmina nel Sacrificio eucaristico, memoriale del mistero pasquale di Cristo, da cui scaturisce la salvezza per ogni essere umano, per la storia e per il mondo intero».
Un’attenzione particolare viene proposta quindi per la Bibbia, «il grande racconto che narra le meraviglie della misericordia di Dio». L’auspicio di papa Bergoglio è che «ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, possa rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». Senza ovviamente tralasciare il fatto che «la celebrazione della misericordia avviene in modo del tutto particolare con il sacramento della Riconciliazione», nel quale «Dio mostra la via della conversione a lui, e invita a sperimentare di nuovo la sua vicinanza. È un perdono che può essere ottenuto iniziando, anzitutto, a vivere la carità».
LE EREDITÀ DEL GIUBILEO
Francesco offre poi alcune indicazioni concrete: i Missionari della misericordia proseguiranno il loro ministero, coordinati dal Pontificio consiglio della nuova evangelizzazione; continuerà a essere valida l’assoluzione sacramentale dei sacerdoti della Fraternità San Pio X (i cosiddetti lefebvriani, ndr); tutti i sacerdoti avranno la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto.
Alle famiglie il Pontefice invia «una parola di forza consolatrice», ricordando che «il dono del matrimonio è una grande vocazione a cui, con la grazia di Cristo, corrispondere nell’amore generoso, fedele e paziente». Là dove questo cammino è «interrotto da sofferenza, tradimento e solitudine», chiede ai sacerdoti di svolgere «un discernimento spirituale attento, profondo e lungimirante perché chiunque, nessuno escluso, qualunque situazione viva, possa sentirsi concretamente accolto da Dio, partecipare attivamente alla vita della comunità ed essere inserito in quel popolo di Dio che, instancabilmente, cammina verso la pienezza del regno di Dio».
Sottolineando i tanti segni concreti di misericordia realizzati durante l’Anno santo, Francesco conclude con un’ultima sorpresa: l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri, nella ricorrenza della XXXIII domenica del Tempo ordinario (la penultima domenica prima dell’Avvento, ndr), «degna preparazione per vivere la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo» e «che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo».
La parola chiave: LA MISERICORDIA E LA MISERA
Misericordia et misera, il titolo della lettera apostolica a conclusione del Giubileo, è tratto dall’omelia n. 33 di sant’Agostino, un santo che in prima persona, dopo aver molto peccato, nella conversione incontrò la misericordia del Padre. L’omelia commenta il brano del Vangelo di Giovanni in cui una donna colta in adulterio viene condotta da Gesù perché egli esprima il suo giudizio. E Gesù risponde: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). «Il Signore», commenta Agostino, «condanna il peccato, ma non l’uomo».
Testo di Saverio Gaeta