Con Credere per vivere insieme la misericordia, verità profonda del vangelo
Il Giubileo si è concluso, ma rimane aperta la vera porta della misericordia: il cuore di Cristo. Una avventura che continua…
Misericordia et misera la lettera che “prolunga” il giubileo
La misericordia «non può essere una parentesi nella vita della chiesa», scrive il papa. E istituisce la giornata dei poveri
Il Giubileo continua, tutti i giorni
«L’intensità dell’insegnamento e l’entusiasmo del popolo avranno effetti sulla vita della Chiesa: la misericordia accompagnerà…
Il Giubileo si è concluso. Cosa rimane?
Le parrocchie hanno avviato tante iniziative caritatevoli... Il Giubileo della misericordia ci ha richiamato a una vita cristiana…
La Porta santa si chiude
Nel 1975 cambiò orientamento il muro che chiude la Porta santa. Segno di una Chiesa che apre le porte a un’umanità bisognosa…
Ite, missa est di Enzo Romeo
La Porta santa si chiude
Nel 1975 cambiò orientamento il muro che chiude la Porta santa. Segno di una Chiesa che apre le porte a un’umanità bisognosa di pace
Fino al 1975 la Porta santa delle quattro basiliche romane era chiusa all’esterno da un muro, coperto dal lato interno da un semplice portone in legno. Per dare inizio al Giubileo, dunque, bisognava abbattere il muro. È ancora vivo il ricordo dei calcinacci caduti a pochi centimetri da Paolo VI al momento dell’apertura della Porta santa nella notte di Natale del 1974.
Chissà, forse anche per questo, nel Natale dell’anno successivo il rito di chiusura della Porta santa fu modificato. Il Papa non usò più la cazzuola, ma chiuse semplicemente i battenti di bronzo modellati da Vico Consorti per il Giubileo del 1950. La porta, che fino ad allora era stata all’interno della basilica, si venne così a trovare all’esterno, come la vediamo ancora oggi. E il muro che chiudeva la porta all’esterno fu costruito dentro la basilica.
Saranno semplici curiosità storiche, ma questo voltar di porte ci dice come la Chiesa del post-Concilio abbia voluto mostrare il suo volto ad extra, senza attendere che i pellegrini entrassero al suo interno. Francesco, Papa scardinatore, ha proseguito su questa linea, anzi ne ha ampliato il concetto, facendo saltare i grimaldelli di centinaia di porte ai quattro angoli del globo e andando lui stesso a spalancarne una – la prima dell’Anno santo della misericordia – nel bel mezzo dell’Africa, dove fino ad allora s’erano visti solo povertà, guerra e odio etnico.
Porte dischiuse ad accogliere un’umanità smarrita, che ha bisogno di riconciliazione. Con se stessa, innanzitutto; e con il creato, di cui si sente padrona pur essendo soltanto custode. L’invito giubilare, in questo senso, è stato rivolto a tutti, nessuno escluso. Le blindature dovute alla «guerra mondiale a pezzi», entrata nelle nostre città attraverso la minaccia subdola del fondamentalismo jihadista, non hanno ostruito il canale di compassione che in questo Anno santo ha attraversato il pianeta, per irrigare terre rese arse dalla violenza, e prima ancora dall’indifferenza e dall’egoismo.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi