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Il mio film con il Papa catechista
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L’amore inaudito che fa abbracciare vittime e carnefici
La conversione del cuore può avvenire anche in quegli uomini che noi riteniamo troppo lontani dall’amore di Dio. Che invece…
Ite, missa est di Enzo Romeo
L’amore inaudito che fa abbracciare vittime e carnefici
La conversione del cuore può avvenire anche in quegli uomini che noi riteniamo troppo lontani dall’amore di Dio. Che invece raggiunge tutti
Lo scorso 4 novembre è stata proclamata beata a Indore, in India, suor Rani Maria Vattalil, uccisa nel 1995 con più di cinquanta coltellate. Gli usurai avevano assoldato un killer per fermare questa religiosa quarantenne, chiamata «la suora del sorriso», che aiutava le donne e i contadini a risollevarsi dalla povertà estrema. Alla cerimonia di beatificazione era presente anche il suo assassino, Samandar Singh. In carcere ha vissuto un cambiamento profondo che l’ha portato nel 2002 a riconciliarsi con la famiglia della vittima, che ora lo considera come un figlio. Ogni anno, nell’anniversario della morte, Samandar rende omaggio alla tomba di suor Rani e offre il grano del suo campo come simbolo di vita rinnovata.
Viene in mente la vicenda di santa Maria Goretti, la ragazzina morta nel 1902 a Nettuno a seguito di un tentativo di stupro. Anche in quel caso l’omicida, Alessandro Serenelli, che era stato perdonato dalla giovane, si convertì in carcere. Dopo quasi trent’anni, in una vigilia di Natale, si inginocchiò ai piedi della mamma di Maria e le chiese perdono.
Anche oggi sfruttamento, femminicidi, terrorismo… E sempre quest’amore inaudito, che sull’esempio di Gesù fa abbracciare il proprio carnefice e fa credere che per chiunque c’è una possibilità di redenzione.
Tra le cause dei santi una riguarda un assassino, Jacques Fesch, giovane francese che nel 1954 a Parigi uccise un poliziotto dopo una rapina. In cella lesse gli scritti di Francesco d’Assisi e Teresina di Lisieux e trasformò il suo cuore. Con serenità eccezionale e una luce speciale negli occhi salì sulla ghigliottina, il 1° ottobre del ’57. Quarant’anni dopo la Chiesa aprì il processo per condurlo agli onori degli altari. La notizia fece scandalo: un santo assassino! L’arcivescovo di Parigi, cardinale Lustiger, spiegò: «Non esistono peccati tanto gravi da impedire che Dio raggiunga l’uomo e gli proponga la salvezza». Era successo sul Golgota duemila anni fa al buon ladrone: «Oggi sarai con me in paradiso».
Illustrazione di Emanuele Fucecchi