N. 49 - 2018 9 dicembre 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un dono per il tempo di Avvento: crescere sempre più nella speranza

In queste settimane che ci separano dal Natale la Chiesa ci invita alla vigilanza e alla preghiera. E a chiedere al Signore…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un dono per il tempo di Avvento: crescere sempre più nella speranza

In queste settimane che ci separano dal Natale la Chiesa ci invita alla vigilanza e alla preghiera.  E a chiedere al Signore la seconda virtù teologale, che ci dà la forza di credere e di amare

 

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Cari amici lettori, il tempo di Avvento che stiamo vivendo è un invito alla vigilanza e alla preghiera, come ha ricordato il Papa nell’Angelus di domenica scorsa. Vigilare sulla nostra vita, per non dissiparla in parole inutili o addirittura cattive, nella «mondanità spirituale» che ci rende schiavi di questa società consumistica ed egoistica. In positivo, vigilare significa essere attenti alle necessità degli altri, per donare loro un po’ di tempo, aiutarli secondo le nostre possibilità, anche solo con un sorriso. Riguardo alla preghiera, cerchiamo in queste settimane di trovare qualche spazio in più da dedicare al Signore. Ci farà bene e ci aiuterà a vincere le tentazioni del pessimismo e dello scoraggiamento. Impariamo a far diventare preghiera ogni momento della nostra vita, dialogando sempre con il Signore, perché ci ispiri sentimenti e azioni secondo l’insegnamento del Vangelo.

Il tempo di Avvento è anche propizio per chiedere al Signore Gesù di far crescere in noi la virtù della speranza. Insieme alla fede e alla carità, costituisce la terna delle virtù teologali, quelle cioè che ci mettono direttamente in relazione con Dio. Per mezzo della fede affidiamo a lui la nostra vita, con la carità manifestiamo di essere suoi figli.  Dio, infatti, come scrive san Giovanni, è in se stesso Amore. La speranza, infine, ci apre alla prospettiva dell’eternità, riempie il nostro cuore del desiderio di Dio e dell’eterna felicità nella comunione con lui.

La speranza riguarda anche la nostra vita presente, perché ci dona il coraggio della fede in Dio e la forza per amarlo nei nostri fratelli. La speranza, come ha scritto il poeta francese Charles Peguy, è «una meraviglia della grazia di Dio», stupefacente ai suoi stessi occhi considerando come gli uomini e le donne suoi figli, pur vedendo come vanno le cose oggi, «credano che andrà meglio domattina». Chiediamo dunque il dono della speranza. Nonostante i pensieri cattivi che ogni tanto ci vengono, nonostante l’ansia di fronte alle troppe notizie negative che ci propinano la tv e gli altri mezzi di informazione, nonostante lo scoraggiamento che ci assale quando sembra che il bene che facciamo per gli altri, poveri, malati, anziani, migranti, non sia apprezzato e sia solo una goccia nel mare dell’egoismo. Nonostante tutto questo, la speranza ci permette di credere che domani andrà meglio, che non tutto è perduto per l’umanità, che l’amore è più forte dell’odio. Come disse Madre Teresa, «ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano, ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe».

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