N. 49 - 2018 9 dicembre 2018
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Santa Maria Sàlome a Veroli

La basilica della mamma degli apostoli

Nella cittadina del Frusinate c’è una Scala Santa come quella del Laterano. Sorge nel luogo del ritrovamento delle reliquie che la tradizione attribuisce alla madre di Giacomo e Giovanni, una delle donne che diedero l’annuncio della risurrezione di Gesù

 La Scala Santa di Veroli, “gemella” in forme ridotte di quella del Laterano a Roma

Forse non tutti sanno che Veroli, in provincia di Frosinone, ha una sua Scala Santa. Come Roma e Gerusalemme. Un privilegio concesso non per caso nella cittadina ciociara, che sorge su un’altura dei Monti Ernici, a poco più di 500 metri sopra il livello del mare. Qui, infatti, giunse, secondo un’antica tradizione, Maria Sàlome, madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, per cercare di rivedere quest’ultimo. Stanca dei tanti viaggi (pare fosse giunta nella nostra penisola insieme all’apostolo Pietro), si fermò a Veroli e qui si mise ad annunciare il Vangelo insieme a Biagio e Demetrio, suoi compagni.

UNA MADRE SANTA
La figura di Maria Sàlome – venerata a Veroli con il titolo di «discepola del Signore» – è ricordata più volte nei Vangeli: fu lei, moglie di Zebedèo, a chiedere a Gesù per i suoi figli due posti “sicuri” nel suo Regno («uno alla tua destra e uno alla tua sinistra», come si racconta nel Vangelo secondo Matteo 20,20-24); fu sempre lei a essere vicina a Maria e Giovanni sotto la croce (Marco 15,40; Matteo 27,56) e fu ancora lei, insieme a Maria di Màgdala, tra le prime testimoni della risurrezione mentre si recava al sepolcro con gli aromi per profumare la salma di Gesù. È proprio in questa veste di “mirrofora” (portatrice di profumi) che la si trova raffigurata nella tela che campeggia sull’abside della basilica concattedrale di Veroli a lei intitolata – dalla cui piazza si può ammirare un paesaggio incantevole sulla valle del Sacco e quella del Liri – e all’interno della quale si trova la Scala Santa. Dodici gradini di marmo che, saliti in posizione genuflessa, permettono quotidianamente di lucrare l’indulgenza di cento giorni e, una volta al mese, la stessa indulgenza del Laterano.

RELIQUIE RITROVATE
Risale al 25 maggio 1209 il ritrovamento del corpo della santa: su insistenza del pio Tommaso – custode dell’antica chiesa di San Pietro che si trovava nel luogo dove oggi sorge la basilica – il vescovo Oddone fece fare un’ispezione ufficiale sul luogo da egli indicato. Pare, infatti, che questi avesse più volte visto in sogno san Pietro che gli mostrava il luogo della sepoltura. E il corpo fu finalmente trovato, avvolto in un panno, insieme a una pergamena recante la scritta «Maria Yacobi est», «È Maria (madre) di Giacomo». Una piccola lapide marmorea posta in un locale della Cripta degli innocenti, sotto il livello della basilica, ricorda ancora oggi il luogo del ritrovamento: a fargli da cornice l’altare soprastante e gli affreschi del XIII secolo con il Cristo Pantocrator, alcuni santi e anche una Madonna che allatta. Di fronte, è ben visibile l’urna di pietra con epigrafe, che accolse le ossa, oggi conservate in uno scrigno all’interno della “confessione” (uno spazio ribassato rispetto al pavimento, davanti all’altare maggiore, simile in tutto a quella della basilica di San Pietro a Roma), insieme alle reliquie dei santi Biagio e Demetrio.

Da oltre otto secoli, il 25 maggio di ogni anno si celebra la festa patronale (della diocesi e della città), alla quale sono sempre invitati un rappresentante della cattedrale di Santiago de Compostela (dove sono custodite le spoglie dell’apostolo Giacomo, figlio della santa) e di Bonores, cittadina dell’Andalusìa, che ospita un eremo dedicato alla santa, anche lì, patrona. Santa Maria Sàlome è anche venerata come la protettrice delle madri di famiglia.

CITTÀ DI TANTE DEVOZIONI
Il legame di Veroli con la Chiesa di Roma è da secoli piuttosto forte: sede vescovile prima, governata da cardinali dopo, la città ospita diversi altri luoghi di culto e devozioni. A partire da sant’Andrea, venerato nella cattedrale cittadina (nella quale trova posto un prezioso tesoro con, tra l’altro, i busti argentei di santa Sàlome e dei santi Giovanni e Paolo), passando per la Madonna dell’Olivella, che si festeggia la prima settimana dopo Pasqua e la cui devozione è legata al piccolo omonimo santuario costruito nel XIII secolo: particolare, in questa occasione, è la tradizione di accendere fuochi nella vallata sottostante, ove si bruciano i rami secchi degli ulivi appena potati.  

Ed è ancora la grande devozione popolare per la Madonna Addolorata a unire i fedeli verolani – ai quali si uniscono quelli giunti da lontano – in due momenti dell’anno. Il Venerdì santo, all’alba, la statua – vestita con l’abito nero del lutto, e portata a spalle dagli uomini della Confraternita della Carità, Morte e Orazione e dalle “sorelle” della Pia Unione dell’Addolorata – percorre in processione le vie della città, toccando le varie chiese e visitando i cosiddetti “sepolcri”, mentre si intona uno struggente Stabat Mater che risuona in tutta Veroli. Il 15 settembre, festa dell’Addolorata, la stessa statua – vestita, però, in abito rosso e blu, quello della festa, e alla cui vestizione partecipano solo le donne, mentre i parrucchieri del paese si prendono cura dei capelli, veri, del simulacro – esce dalla chiesa della Santissima Annunziata per essere portata in processione lungo le vie della città in un clima di silenzio e di preghiera. Come da due secoli a questa parte.

Autentico gioiello di Veroli è la Biblioteca Giovardiana, la più antica di tutto il Lazio, con i suoi 310 codici, 250 manoscritti musicali, 37 incunaboli, 1.466 cinquecentine (libri stampati nel XVI secolo). La Biblioteca è collocata nel rione Castello, in alcuni locali del seminario. Altra particolarità sono i Fasti Verulani (del I secolo d.C.) che si possono vedere nel cortile di Casa Reali: una lastra di marmo con inciso il primo trimestre di un calendario romano. Segno che l’antica Verulae, al tempo di Augusto, era considerata uno tra i più importanti municipi romani.

IL MIRACOLO DI VEROLI
Nel 1570 nella città è anche avvenuto un miracolo eucaristico nella basilica di Sant’Erasmo dove, durante un’adorazione notturna del Santissimo, si verificarono alcune apparizioni. I fedeli in preghiera videro sopra il calice una stella splendente  e poi Gesù Bambino, Gesù in croce  e la Trinità.

Infine da Veroli passa anche la via Francigena del Sud, che i pellegrini percorrono per giungere a Roma o per dirigersi verso Santiago de Compostela. Devozione semplice ma radicata, si sposa con cultura e arte perfettamente incastonate nella bellezza mozzafiato di questo luogo, che ha un profumo antico. Ma anche un cuore sempre accogliente.
  

ORGANIZZARE LA VISITA
Veroli
si può raggiungere in treno dalla stazione di Frosinone (www.trenitalia.it, linea Roma-Napoli via Cassino, stazione di Frosinone) e poi proseguendo in autobus (www.cotralspa.It), oppure in automobile (A1 Milano-Napoli uscita Ferentino o Frosinone; quindi proseguire in direzione Sora e, poi, Veroli). Una volta raggiunta la città è possibile parcheggiare all’esterno delle mura per poi raggiungere a piedi, dopo una breve salita, la basilica di Santa Maria Sàlome (nell’omonima piazza) e le altre chiese (che si trovano quasi tutte nel centro storico).

ORARI E CELEBRAZIONI
La basilica è aperta tutti i giorni dalle 8 alle 20 (per informazioni: don Angelo Oddi, rettore, tel. 338/30.13.264). La Santa Messa viene celebrata solo la domenica, alle 17.30 (inverno) o alle 18.30 (estate). Per le confessioni, i sacerdoti sono disponibili da un’ora prima delle celebrazioni. Il piano della basilica è accessibile alle persone disabili (non la cripta).
   

Testo di Luisa Pozzar - Foto di Stefano Dal Pozzolo /Contrasto

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