N. 5 2014 2 febbraio 2014
Virna Lisi

«Mi piacciono le suore con le scarpe consumate»

In televisione in questi giorni, l’attrice interpreta suor Germana, missionaria accanto ai più deboli. «Prego ogni giorno…

Il cappuccino fra Andrea Pighini

A tutto rock nella band di Dio

Nonostante il successo Andrea Pighini si sente inquieto. Poi un viaggio a Medjugorje gli cambia la vita. Lasciato il palco,…

Paola Marozzi Bonzi

Una vita al servizio della vita

In occasione della Giornata per la vita, che ricorre il 2 febbraio, abbiamo incontrato Paola Bonzi: fresca di Ambrogino d’oro,…

Padre Mario Aldegani

«Francesco ci manda a svegliare il mondo»

Padre Mario Aldegani, membro direttivo dell’Unione dei superiori generali, racconta le sfide affidate dal Papa ai religiosi.…

La fede raccontata ai ragazzi

Nonno, mi spieghi...

NONNO, QUANTI ANDRANNO IN PARADISO E QUANTI ALL’INFERNO? Gesù stesso ci dice che quella per la vita eterna è un porta…

Per una lettura completa...

La fede raccontata ai ragazzi

Nonno, mi spieghi...

NONNO, QUANTA GENTE ANDRÀ IN PARADISO, E QUANTA INVECE ALL’INFERNO?

Perché me lo chiedi così, con freddezza, come se fosse un campionato di calcio?

Perché non vedo Dio?

PIÙ CHE ALTRO PER CURIOSITÀ...

Vedi, questo argomento non andrebbe mai affrontato così, per curiosità, perché non stiamo parlando di classifiche e statistiche, in cui c’è chi vince e passa il turno, e c’è chi perde e viene squalificato. Non si tratta di freddi numeri, ma di persone che per le scelte fatte qui, sulla Terra, potranno vivere eternamente in Dio, oppure dannarsi per sempre lontano da lui... La salvezza, piccolo mio, è tutto nella vita; ognuno di noi dovrebbe avere a cuore sopra ogni cosa la propria salvezza e quella degli altri, favorendola in ogni maniera possibile e immaginabile, perché le due cose vanno sempre di pari passo. Se qualcuno non si salverà e non sperimenterà l’amore di Dio per colpa nostra, per gli scandali che avremo dato con la nostra mancanza di misericordia, dovremo renderne conto a Dio stesso, non scordiamoci mai questa grande responsabilità che abbiamo noi cristiani! Può sembrarti un discorso duro, ma ascolta quello che Gesù ha risposto a un ragazzo che gli rivolse la tua stessa domanda: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» (Luca 13,24). E poco dopo afferma che il padrone di casa, cioè Dio, non lascerà questa porta aperta in eterno, ma in un determinato momento la chiuderà, e «là ci sarà pianto e stridore di denti».

Nonno mi spieghi... Chi andrà in Paradiso?

 

E DOVE STA QUESTA PORTA STRETTA, NONNO? E SOPRATTUTTO NON SARÀ COSÌ STRETTA CHE IO NON POTRÒ PASSARCI?

La porta stretta di cui parla Gesù non è un passaggio fisico, spaziale, ma è un’occasione da non lasciarsi sfuggire. È la tua occasione in cui essere cristiano, in cui esercitare il perdono, la carità, l’amore. Perché la nostra vita è fatta di occasioni che non sono eterne, ma vanno colte subito, nel presente, altrimenti sfumano. E questo è un rischio che corriamo tutti, ancor di più noi che ascoltiamo la Parola e ci nutriamo dei sacramenti, noi che, come dice questo Vangelo: «“Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”» (Luca 13,26-27). Una risposta terribile. Se riceveremo questa dura risposta dal Signore al termine della vita, vorrebbe dire che abbiamo sbagliato tutto quanto, che di Gesù non abbiamo capito niente! Quando sei venuto da me io stavo per uscire a comprare il giornale. Avrei potuto mandarti via, dirti di tornare dopo, e magari tu avresti dimenticato la tua domanda, e io non ti avrei ascoltato, dato attenzione. Avrei perso la mia occasione per starti vicino oggi, adesso. La mia porta stretta si sarebbe richiusa, e io sarei rimasto fuori. Qual è oggi la tua porta stretta? Ogni giorno possiamo vivere amando o chiudendoci nel nostro egoismo. Dove sei chiamato a stare tu in questo momento? Chi puoi amare di più oggi?

 

IL MIO FRATELLINO MI HA CHIESTO DI DISEGNARGLI UN ROBOT, MA IO GLI HO DETTO “SMAMMA” E LUI SI È MESSO A PIANGERE... CREDO CHE QUELLA SIA LA MIA PORTA STRETTA, NONNO!

Bene, vedrai che la tua porta stretta non si è ancora richiusa! Vai da lui e chiedigli scusa, abbraccialo e aiutalo come ti ha chiesto. Sarete tutti e due molto più felici!

 

INVIATE LE DOMANDE DEI VOSTRI RAGAZZI A nonnomispieghi.credere@stpauls.it

 

Testo di padre Maurizio Botta, don Andrea Lonardo, Alessandro Franchi, Ufficio catechistico diocesi di Roma Disegni Plum

Archivio

Vai