N. 5 - 2016 31 gennaio 2016
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Essere testimoni del Dio della misericordia anche nel mondo digitale

Nel messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali papa Francesco ci invita a un esame di coscienza sul nostro comportamento…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Essere testimoni del Dio della misericordia anche nel mondo digitale

Nel messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali papa Francesco ci invita a un esame di coscienza sul nostro comportamento nella rete

Cari amici lettori, come sempre, in occasione della memoria di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il Papa ha diffuso il suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, giunta alla cinquantesima edizione. È l’unica Giornata ecclesiale voluta espressamente dal Concilio e, considerando l’importanza sempre maggiore della comunicazione, è stata una scelta lungimirante. Anche se forse non da tutti ancora ben compresa. In realtà siamo immersi nella comunicazione come i pesci nel mare. Non dobbiamo perciò dimenticare che dobbiamo comportarci sempre da cristiani, sia nei rapporti interpersonali diretti, sia in quelli mediati dai mezzi di comunicazione. E questo vuol dire agire sempre con misericordia. È un’idea sottesa a tutto il messaggio di papa Francesco. Scrive, ad esempio, che «la Chiesa, unita a Cristo, incarnazione vivente di Dio Misericordioso, è chiamata a vivere la misericordia quale tratto distintivo di tutto il suo essere e il suo agire. Ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti».

Il Papa si appella in primo luogo a chi ha responsabilità istituzionali, politiche e nel formare l’opinione pubblica. Chiede di essere «sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente». Troppo spesso si cede alla tentazione di «alimentare le fiamme della sfiducia, della paura, dell’odio». Francesco si rivolge anche ai pastori della Chiesa, chiedendo di usare sempre misericordia, anche quando devono ammonire chi sbaglia. Infatti, «solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori».

Il Papa si rivolge poi a tutti noi quando ci ricorda che «anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione». Ciascuno di noi, navigando in Internet o usando tablet e cellulari, ha esperienza di quanto siano vere queste sue parole: «L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale». Il messaggio di Francesco sia per ognuno di noi motivo di riflessione e di esame di coscienza, ricordandoci che «l’accesso alle reti digitali comporta una responsabilità per l’altro, che non vediamo ma è reale, ha la sua dignità che va rispettata».

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