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giovedì 31 luglio 2025
 
 

Ora di religione, una disciplina alla prova

26/01/2017  La ricerca sulla qualità dell’insegnamento di religione mostra docenti motivati, classi accoglienti per le altre fedi, ma cultura religiosa ancora modesta

Più di otto studenti su dieci scelgono l’ora di religione e il risultato è «incoraggiante». Ma ancora si tratta di una «disciplina alla prova», perché il sapere religioso degli studenti italiani, anche di quelli che si avvalgono dell’ora, risulta «modesto». Lo dice la Quarta indagine sull’insegnamento della religione cattolica in Italia a trent’anni dalla revisione del Concordato, realizzata come le precedenti dall’Istituto di sociologia della Pontificia università salesiana in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana.

FORMAZIONE UMANA

La ricerca, pubblicata in un volume di quasi 400 pagine dalla Elledici, ha interrogato un campione di 3 mila insegnanti e oltre 20 mila studenti di ogni ordine e grado di scuola.

La ricerca, ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana monsignor Nunzio Galantino, presentandola a Roma nella sala della Conciliazione del palazzo Laterano, la stessa dove venne firmato nel 1929 il Concordato, conferma che solo «un ideologismo cieco o spinto tende a marginalizzare l’insegnamento della religione cattolica», sottolineando che si tratta di un insegnamento per la «formazione umana» e non di «un privilegio».

Gli insegnanti interpellati, due terzi dei quali insegnano nella scuola statale, sono soddisfatti della propria esperienza professionale e quasi il 90 per cento non intende abbandonare l’insegnamento. Tra i punti di forza individuano la capacità di rispondere alle domande di senso degli studenti e la possibilità di affrontare le problematiche morali ed esistenziali, oltre alla promozione del dialogo interreligioso. Segnalano tuttavia anche i punti deboli della propria esperienza, tra cui al primo posto quello di non poter incidere nella valutazione, dal momento che l’ora di religione non fa parte degli insegnamenti cosiddetti curricolari. Un altro punto debole è la persistente confusione che ancora resiste da molte parti tra l’ora di religione a scuola e il catechismo. Eppure la valutazione degli insegnanti è clamorosamente smentita dalle risposte degli studenti che invece sanno ben distinguere: solo una piccola porzione che sfiora il 6 per cento ritiene che a scuola si faccia catechismo come in parrocchia.

CLASSI MULTIRELIGIOSE

  

La motivazione della scelta avviene sulla base dell’appartenenza religiosa, ma sono significativi i dati sulla multi-religiosità degli studenti che si avvalgono dell’insegnamento: il 91,7 per cento degli insegnanti di religione della scuola statale e il 56,8 per cento di quella cattolica hanno in classe alunni appartenenti ad altre confessioni religiose. Insomma, l’ora di religione non è solo l’ora dei cattolici. Il 30 per cento degli studenti interpellati infatti ha dichiarato non sentirsi parte di nessuna comunità religiosa.

La seconda parte della ricerca (con un campione di 20 mila alunni in 7 diocesi italiane) esamina il sapere religioso degli studenti e qui le competenze risultano carenti. Una spiegazione, secondo il Rapporto, va ricercata nel fatto che l’ora di religione non ha una valutazione ordinaria e così gli alunni non studiano la materia come accade per la matematica o le altre discipline scolastiche. Le competenze diminuiscono con il crescere dell’età scolare. Il sapere biblico è il grande assente e ciò pare una grave lacuna denunciata come cruciale anni fa anche dal professor Tullio De Mauro, recentemente scomparso, il quale sognava l’introduzione della Bibbia come libro di testo nelle scuole. Meno della metà conoscono il nome degli evangelisti e definiscono il Sinedrio un tempio antico di Gerusalemme, ma, dato clamoroso, una percentuale di alunni che sfiora il 30 per cento indica Gerusalemme e non Betlemme come luogo della nascita di Gesù. Deludenti anche le conoscenze storiche e linguistiche. Il 20 per cento degli studenti ritiene che il Concilio di Trento sia servito non a confutare, ma ad accogliere le idee di Lutero e un terzo non sa dire cosa sia una sinagoga.

Foto Carlo Gianferro

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