N. 51 - 2016 18 dicembre 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Buon compleanno, papa Francesco: noi siamo ancora con te

Tutti insieme preghiamo il signore perché conservi a lungo il nostro Papa, lo ispiri e lo accompagni sempre nel suo ministero

Marie Duhamel

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Buon compleanno, papa Francesco: noi siamo ancora con te

Tutti insieme preghiamo il signore perché conservi a lungo il nostro Papa, lo ispiri e lo accompagni sempre nel suo ministero

 

Cari amici lettori, questo numero è dedicato in buona parte al compleanno di papa Francesco, che il 17 dicembre raggiunge la bella età di 80 anni. Tutti insieme preghiamo il Signore perché ce lo conservi a lungo e soprattutto perché lo accompagni e lo ispiri sempre nel suo ministero. Noi di Credere siamo particolarmente affezionati a Francesco. Infatti, la nostra rivista è nata all’indomani della sua elezione sulla cattedra di Pietro. E il primo numero aveva in copertina questo slogan: «Siamo con te, Francesco». Gli auguriamo, perciò, buon compleanno alla nostra maniera: con articoli, foto, interviste, testimonianze. Siamo anche andati nei luoghi delle sue origini italiane, dove abbiamo raccolto un episodio commovente: nel 2001, visitando la casa natale del nonno Giovanni, chiese di portare con sé in Argentina un pugno di terra. La terra dei suoi avi, della sua famiglia di migranti.

Bisogna, però, dire che al Papa non piace molto che si parli di lui, della sua vita. Forse gli sembra eccessiva questa specie di beatificazione mentre è ancora vivo. Infatti, alla giornalista francese Marie Duhamel, autrice di un bel volume-cofanetto su Bergoglio appena uscito per le Edizioni San Paolo, ha detto: «Faresti meglio a scrivere sui santi». Ma ha aggiunto, a proposito del libro, di farlo comunque. Insomma, Francesco è consapevole che la gente gli vuole bene e per questo vuole sapere tutto su di lui. A lui, però, interessano soprattutto due cose: la concretezza del Vangelo vissuto e il rapporto diretto con le persone.

Me ne sono reso conto quando l’ho incontrato in Vaticano per consegnargli le cartoline con i vostri auguri di buon compleanno. Ha sorriso e si è commosso per queste manifestazioni di affetto, ma ha apprezzato soprattutto le donazioni a favore del Dispensario pediatrico Santa Marta. Ha poi mostrato dal vivo la rivoluzione della tenerezza di cui spesso parla, l’attenzione alle singole persone. L’ho visto quando ha abbracciato il mio confratello don Giuseppe che gli chiedeva una benedizione per la sorella che si laureava quel giorno: un gesto pieno di affetto che l’ha lasciato stupito. Allo stesso modo, non dimenticherò mai il suo saluto finale, quando, guardandomi negli occhi e sorridendomi, mi ha detto: «Su, su», con entrambi i pollici sollevati. Per incoraggiarmi, per darmi forza e speranza. Ora rivolgo questo gesto a ciascuno di voi, cari amici, perché la speranza vi accompagni sempre. Come dice il profeta Isaia, «irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, egli viene a salvarvi».

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