N. 51 - 2016 18 dicembre 2016
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Ite, missa est di Emanuele Fant

Un pescivendolo nel diorama sbagliato

Nel negozio di addobbi natalizi una statua del presepe fuori posto diventa un richiamo al senso vero della festa della natività

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Ite, missa est di Emanuele Fant

Un pescivendolo nel diorama sbagliato

Nel negozio di addobbi natalizi una statua del presepe fuori posto diventa un richiamo al senso vero della festa della natività

Ite missa est

Dalle mie parti c’è un negozio di addobbi natalizi dove puoi fare la foto sulla slitta, comprare finti ghiaccioli, scegliere centrotavola. Noi ci andiamo perché i bambini iniziano ogni nuovo Avvento come se fosse il primo, quindi dobbiamo almeno rinnovare qualche pallina dell’albero.

Quest’anno ho assistito a un fatto strano. Un enorme plastico riproduceva il villaggio di Natale, rendendo più appetibili le singole confezioni in vendita sugli scaffali intorno: la giostra con i cavallini, il negozio di dolciumi, i lampioni di foggia ottocentesca che nascondono una lampadina led.

In un angolo, con la base affondata nella neve di polistirolo, c’era un pescivendolo di proporzioni inadatte. Era evidente che qualcuno in vena di scherzare lo aveva trasferito lì dal settore presepi. Ma il personaggio non si rassegnava.

Trascinava i piedi scalzi verso la piazza con le vetrine, dove le dame si levavano di torno per l’odore. Bussava sulle casette di mattoni, ma nessuno sapeva bene a chi si riferisse quando nominava un certo Salvatore. Si è gettato nella pista di pattinaggio, guadagnando un ruzzolone, e da terra implorava la ragazzine di indicargli un sentiero. Ha raggiunto la fabbrica di Babbo Natale, ma il direttore volava in tondo a una spanna dal tetto, facendo sempre lo stesso giro, perché per restare sospeso era fissato a un bastoncino.

Quasi in cima alla finta montagna di sfondo al diorama, il pescivendolo ha scoperto una chiesina con le finestre calde di luce arancione. Purtroppo non c’era una porta per entrare, perché era un blocco unico di plastica, stampato in Cina.

Stavo per intervenire, quando ho notato che dalla vetta finalmente scorgeva il bagliore della capannina del presepe nell’altra zona del negozio. Mentre il pescivendolo con fatica si calava sul pavimento, più sopra gentiluomini eleganti, coi sorrisi dipinti a mano, iniziavano a scambiarsi, insieme ai pacchetti, alcuni interrogativi: «In effetti, perché siamo felici?». 

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

 

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