N. 51 - 2016 18 dicembre 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Tutti insieme preghiamo il signore perché conservi a lungo il nostro Papa, lo ispiri e lo accompagni sempre nel suo ministero

Marie Duhamel

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Maupal

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Frate Alessandro

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All’uscita del suo quarto album, il francescano rivela l’importanza di mettersi in silenziosa apertura al prossimo: «Alle…

Luigi Maria Epicoco

Mettiamoci in viaggio verso Gesù

Le figure dei re magi possono aiutarci a vivere un vero Natale se le interroghiamo con attenzione. Ce ne parla l’autore di…

Le radici di Jorge Mario

Quel pugno di terra che il Papa portò con sé in Argentina

Dalla cascina di Portacomaro alla partenza per l’America. Andiamo alla scoperta dei luoghi d’origine della famiglia Bergoglio

Ite, missa est di Emanuele Fant

Un pescivendolo nel diorama sbagliato

Nel negozio di addobbi natalizi una statua del presepe fuori posto diventa un richiamo al senso vero della festa della natività

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Le radici di Jorge Mario

Quel pugno di terra che il Papa portò con sé in Argentina

Dalla cascina di Portacomaro alla partenza per l’America. Andiamo alla scoperta dei luoghi d’origine della famiglia Bergoglio

Il piccolo museo dell’emigrazione astigiana

Febbraio del 2001. Un prete argentino sale la ripida strada che conduce sulla cima del Bricco Marmorito, una collinetta dominante la strada che da Asti conduce a Casale Monferrato. Arrivato sulla cima, il prete trova il casale che cercava: si avvicina, bussa e gentilmente chiede di poter scattare qualche foto. «In questa casa», spiega ai proprietari, «è nato mio nonno Giovanni». In quel luogo il prete argentino è già stato di sfuggita almeno un paio di volte in passato. Come molti figli di migranti sente forte l’attrazione per i luoghi d’origine della sua famiglia. Ma questa volta chiede anche di raccogliere un pugno di terra da portare con sé. Quella terra ha dato da mangiare ai suoi avi e rappresenta l’origine della sua vita. E non è la vita di una persona qualsiasi: quel prete si chiama Jorge Mario Bergoglio ed è l’arcivescovo di Buenos Aires destinato, 12 anni dopo, a diventare Francesco, il primo Papa nato in America latina. Non può dunque partire che dal Bricco Marmorito il nostro itinerario alla scoperta dei luoghi d’origine della famiglia Bergoglio.

L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA
Il casale, circondato da campi e vigne, fu acquistato nel 1862 per 40 mila lire da tre fratelli: Giuseppe, Giacomo e Dionigi Bergoglio. Il venditore era Salvator De Benedetti, un avo di Carlo De Benedetti, l’imprenditore oggi proprietario del quotidiano La Repubblica. In quella casa, il 13 agosto 1884, nacque Giovanni Angelo Bergoglio, il nonno del Papa, figlio di Francesco, nipote di Giuseppe. «Nei giorni dell’elezione del Pontefice, quando si è diffusa la notizia sulle sue origini, la cascina è stata presa d’assedio dai giornalisti e da allora in tanti salgono per vedere da vicino la casa», spiega Giorgio Valpiola, l’attuale proprietario di una porzione del casale.

La cascina, essendo una casa privata, non si può visitare, ma i pellegrini hanno la possibilità di recarsi nel vicino comune di Portacomaro, dove nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo fu battezzato nonno Giovanni. In tutto il paese campeggiano diversi ritratti del Papa, «Francesco, uno di noi», e nel cimitero riposano alcuni antenati di Francesco.

Un’altra tappa interessante è a Portacomaro Stazione, frazione del Comune di Asti, cui appartiene anche il territorio del Bricco Marmorito. Lì la piazza della chiesa parrocchiale è stata intitolata a nonno Giovanni Bergoglio. In un locale della moderna chiesa della Beata Vergine degli Angeli è stato allestito il piccolo museo del “Centro studi e ricerche sulla migrazione”, realizzato con la collaborazione dell’associazione “Astigiani nel mondo” e del comitato “Papa Francesco Asti”, nel quale alcuni pannelli sono dedicati alla storia di migrazione della famiglia Bergoglio.

Del comitato è presidente Guido Sodano, nipote astigiano del cardinale ex segretario di Stato vaticano Angelo Sodano. «Siamo nati come comitato quando si diffuse la notizia di una probabile visita di Francesco ad Asti. Poi la visita è slittata, così nel frattempo ci impegniamo a promuovere questi luoghi legati al Papa», spiega.

Nella chiesa si può pregare davanti a una statua antica della Vergine con il Bambino dove, con molta probabilità, pregarono anche gli avi di Francesco. «Non ci sono documenti precisi ma, secondo i ricordi della gente, la statua proviene da una cappella non più esistente dalle parti del Bricco Marmorito», spiega il parrocchiano Giorgio Nosenzo.

TORINO, DOVE NACQUE IL PAPÀ
Il viaggio sulle orme dei Bergoglio prosegue a Torino. Nel 1906 nonno Giovanni si trasferì nel capoluogo regionale per lavorare come cameriere e lì, il 20 agosto 1907, nella chiesa di Santa Teresa, si sposò con Rosa Vassallo, la celebre nonna Rosa tanto amata e citata da papa Francesco. Rosina era nativa di Piana Crixia, in Val Bormida ma già in provincia di Savona, dove, in frazione San Massimo, si trova la casa avita, non lontano dal santuario del Todocco.

Gli sposi andarono ad abitare praticamente di fronte alla chiesa, in via Santa Teresa 12, e l’anno dopo, il 2 aprile 1908, nacque Mario Giuseppe, il papà del Papa, che nella stessa chiesa fu battezzato. Quando il Pontefice visitò Torino, nel giugno del 2015, vi volle fare tappa per fermarsi in preghiera. Da allora, accolti volentieri dai padri Carmelitani, molti visitatori vogliono vedere il fonte battesimale e l’altare del matrimonio dei nonni di Francesco.

FAMIGLIA IMPEGNATA
Dopo la chiamata alle armi di nonno Giovanni durante la Prima guerra mondiale, il 12 luglio 1918 la famiglia Bergoglio tornò ad Asti, ma questa volta in città, in via Antica Zecca. Rientrato incolume dal fronte, Giovanni riprese a lavorare come caffettiere. Attività cui, nel 1920, affiancò quella di custode in una clinica privata, in via Massimo d’Azeglio 28. Infine, dal 1923, i nonni Bergoglio aprirono un negozio di alimentari in corso Alessandria 36.

Quelli sono gli anni in cui nonna Rosa diventa una militante di primo piano dell’Azione cattolica astigiana, tiene corsi per le ragazze, è consigliera per «l’azione sociale» e la «moralità». Anche papà Mario, che i genitori riescono con sacrifici a far studiare da ragioniere, segue le orme della madre e gli archivi dell’Azione cattolica raccontano che nel 1925, appena 17enne, svolse una applaudita conferenza per i suoi coetanei sul tema del «Papato», senza sapere che nel secolo successivo proprio suo figlio sarebbe stato Pontefice.

«Delle radici piemontesi papa Francesco ha sicuramente l’umiltà, l’abitudine a tenere un profilo basso. Noi diciamo “esageruma nen” (non esageriamo, ndr)», spiega monsignor Vittorio Croce, direttore del settimanale Gazzetta d’Asti e autore con Stefano Masino di Una famiglia di nome Bergoglio (Ed. Gazzetta d’Asti). «Non è invece per niente piemontese, ma decisamente sudamericano, il suo carattere espansivo e affettuoso: noi siamo chiusi e riservati».

«Il Papa è molto legato alla nostra terra e parla anche il dialetto», racconta Mariangela Cotto, ex assessore regionale che molti anni fa andò a trovare Bergoglio a Buenos Aires con una delegazione regionale. «Quando l’ho reincontrato da Papa, con il sindaco e il vescovo di Asti, ci ha salutato con un “cerea” e si è ricordato di quel vecchio incontro. Invitato a mangiare la bagna cauda, ha dimostrato di conoscere i vini locali dicendo: “Va accompagnata con la Freisa”».

Nonno Giovanni nel 1929 decide di partire per l’Argentina con moglie e figlio. Vuole raggiungere i suoi fratelli che lì gestiscono una fiorente impresa edilizia. Ma questa è un’altra storia.

Testo di Paolo Rappellino

ORGANIZZARE LA VISITA A PORTACOMARO
Il casale sul Bricco Marmorito non si può visitare perché è un’abitazione privata. Tuttavia vi si può arrivare nei pressi con l’auto prendendo la Sp 26 in direzione Portacomaro e, subito dopo aver lasciato Portacomaro Stazione, imboccando la strada senza nome sulla destra (indicazioni per Caniglie) e dopo 100 metri la strada privata Bricco Marmorito sulla sinistra. Il Club alpino italiano (Cai) di Asti ha tracciato il “Sentiero di papa Francesco” che da Portacomaro conduce al Bricco e fa ritorno in paese (segnavia bianco e rosso, 8 chilometri di percorso). Per visitare il piccolo museo del Centro studi e ricerche sulla migrazione (largo Giovanni Bergoglio, Portacomaro Stazione, frazione di Asti) chiamare Giorgio Nosenzo, il parrocchiano che lo gestisce con un gruppo di volontari (cell. 339/37.91.976).

A TORINO
La chiesa di Santa Teresa si trova in via Santa Teresa 5, in pieno centro, vicino al Museo egizio.

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