N. 51 - 2016 18 dicembre 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Buon compleanno, papa Francesco: noi siamo ancora con te

Tutti insieme preghiamo il signore perché conservi a lungo il nostro Papa, lo ispiri e lo accompagni sempre nel suo ministero

Marie Duhamel

Il segreto del cuore grande di Francesco

Perché il Papa è stato subito amato dalla gente? Da dove viene la sua connessione immediata con tutti? Sono le domande a…

Maupal

Vi presento il mio supereroe dal volto umano

Maurizio Pallotta, in arte Maupal, autore di SuperPope: «Disegno il Papa perché è l’unico potente che fa quel che dice»

Frate Alessandro

Canto, ma prima ancora ascolto

All’uscita del suo quarto album, il francescano rivela l’importanza di mettersi in silenziosa apertura al prossimo: «Alle…

Luigi Maria Epicoco

Mettiamoci in viaggio verso Gesù

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Le radici di Jorge Mario

Quel pugno di terra che il Papa portò con sé in Argentina

Dalla cascina di Portacomaro alla partenza per l’America. Andiamo alla scoperta dei luoghi d’origine della famiglia Bergoglio

Ite, missa est di Emanuele Fant

Un pescivendolo nel diorama sbagliato

Nel negozio di addobbi natalizi una statua del presepe fuori posto diventa un richiamo al senso vero della festa della natività

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Luigi Maria Epicoco

Mettiamoci in viaggio verso Gesù

Le figure dei Re Magi possono aiutarci a vivere un vero Natale se le interroghiamo con attenzione. Ce ne parla l’autore di La stella, il bambino, il cammino

il presepe

Le atmosfere natalizie sono diventate così suggestive e ingombranti che rischiamo ormai di essere saturi di Natale prima ancora di arrivare a celebrarlo. È un po’ come se ricevessimo un regalo e fossimo intenti soprattutto a scartarlo, anzi a rimanere ostaggi della carta regalo, da non riuscire più a guardare il contenuto di quel regalo, a godercelo davvero.

Questa non vuole essere una critica retorica su come si è trasformato il Natale nella nostra cultura. Si tratta solo di un tentativo di dire il dispiacere che si prova di non riuscire più a tenere lo sguardo fisso su qualcosa che potrebbe e dovrebbe essere decisivo per la nostra vita, cioè la venuta di Cristo nella nostra storia.

Perché la sua presenza o meno nella realtà che viviamo fa cambiare radicalmente le cose.

ALLA RICERCA DEL SENSO
L’esistenza o meno di un senso per cui la vita valga la pena fa cambiare radicalmente la vita. Dire che Cristo viene nella storia significa dire che esiste nella storia la possibilità di incrociare questo senso, di poter così fare esperienza di qualcosa che riempia di vita piena le nostre vite troppo spesso spente, e depresse. Ma come si può fare esperienza di una cosa simile? Come si può incrociare Cristo adesso e non solo nelle vaghe informazioni ricevute in catechismi da bambini che ormai sbiadiscono nella nostra memoria? Come renderci conto che ciò che celebriamo riguarda il presente, questo presente, e non un tempo che non arriva mai e che è solo bello da immaginare? Già soltanto queste domande ci costringono a metterci in viaggio, e credo che non sia un caso che Gesù nasca in viaggio, in una trasferta obbligata che Giuseppe e Maria devono fare per il censimento voluto da Cesare. Le cose che contano le troviamo solo a patto che ci mettiamo in viaggio.

Pensando al viaggio vengono alla mente tre figure suggestive di cui il Vangelo fa una menzione veloce e che lasciano aperto un grande immaginario su di esse. Sono i magi, che nella tradizione cristiana hanno assunto il ruolo di decorazione dei presepi, quasi sempre sproporzionati e poco adatti a ospitare le loro carovane, i loro cammelli e le loro figure, che devono giungere dopo il Natale e non prima.

LA STELLA E IL DESIDERIO
Se riuscissimo a riscattare queste figure dall’immaginario dei nostri presepi e trovassimo il coraggio di dire che sono scienziati, uomini di cultura, saggi non credenti, allora la loro storia diventerebbe nuovamente più interessante per tutti noi. Infatti non è la fede che li muove a iniziare questo viaggio “verso”, ma sono la loro umanità, i loro ragionamenti, le loro riflessioni, la loro personale nostalgia. In fondo, che cosa rappresenta una stella se non quel desiderio fondamentale che ciascuno di noi si porta dentro e che lo spinge a vivere e a prendere delle decisioni? Senza desideri ci ammaliamo, e noi viviamo in una cultura che ammazza i desideri per elevare i capricci a stelle. Perché i capricci sono commercializzabili, i desideri no!

Ma questi magi iniziano un viaggio verso Cristo – anche se ancora non sanno chi è Cristo – spinti da una stella, che fa brillare in loro un’altra stella, quella del desiderio di trovare qualcosa per cui tutta la vita e non solo quel viaggio valga la pena. È per amore di questa stella che cercano un cammino, una strategia. È per amore di questa stella che trovano il coraggio di rischiare, di affrontare, di mettersi in gioco. Non si può incontrare mai Cristo senza essere disposti a questo rischio. Ma chi fa questo, alla fine può fare l’esperienza straordinaria di incontrare un bambino, che non è solo qualcuno di cui avere cura, ma qualcuno che riconosci essere un motivo valido per cui vivere, anzi per cui dare la vita.

Dio ci sembra così lontano da noi, ma non ci accorgiamo che aveva ragione Paolo quando diceva: «In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (Atti 17,28). Incontrarlo significa entrare più profondamente nella realtà, nel mistero stesso della nostra vita. Incontrarlo significa andare oltre la carta da regalo e guardare dentro quel pacco che sono gli eventi, le situazioni, i ragionamenti, le relazioni, i pezzi di vita che ci sono donati ogni giorno. La logica dell’incarnazione di Dio non consiste nel dire che Dio coincide con la realtà, ma che ogni cosa ci parla di lui, ci ricorda lui, e che in un certo senso in ogni cosa è presente lui. Ciò che stiamo cercando non è lontano da noi, ma è già qui. «Il regno di Dio è qui in mezzo a voi», dice Gesù. Ciò che stiamo cercando non è una vaga felicità, non è una situazione ideale, non è un posto dove tutto funzioni. Stiamo cercando Qualcuno, perché il regno di Dio per noi è una persona vera, concreta. Il regno di Dio è Cristo, e chi trova lui ha trovato il tutto. Chi trova Cristo ha trovato cosa sia la vita eterna. Perché, quando tu ti senti amato, stai già sperimentando un po’ il paradiso.

Vogliamo tutti tornare a casa, ma casa per noi è qualcuno. Per noi cristiani “casa” è Cristo. Allora... buon viaggio verso casa.

Testo di Luigi Maria Epicoco

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