N. 51 - 2017 17 dicembre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Alziamo lo sguardo verso l’alto, verso le stelle, per vincere la tristezza

Mentre ci stiamo avvicinando al Natale, facciamo spazio al Signore e non lasciamoci vincere dai problemi. Sollecitati dal…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Alziamo lo sguardo verso l’alto, verso le stelle, per vincere la tristezza

Mentre ci stiamo avvicinando al Natale, facciamo spazio al Signore e non lasciamoci vincere dai problemi. Sollecitati dal pensatore russo Pavel Llorenskij

 

Cari amici lettori, manca poco più di una settimana al Natale. In questi giorni la liturgia ci invita a fare spazio al Signore nella nostra vita, togliendo gli ostacoli dell’orgoglio e della superbia. Come spesso accade nei periodi di festa, tuttavia, qualcuno può essere preso da una tristezza più grande a causa delle angustie, dei problemi, della solitudine. Una tristezza che emerge, per contrasto, quando tutto intorno a noi ci invita alla festa.

E allora vorrei lasciarvi, cari amici, un pensiero che ho ritrovato in questi giorni, mentre preparavo un incontro sul grande pensatore russo Pavel Florenskij, una delle più grandi menti del secolo scorso. Nato nel 1882, nel 1911 fu ordinato prete nella Chiesa ortodossa. All’indomani della rivoluzione russa, nel 1917, decise di rimanere in patria «per investire le sue risorse umane e scientifiche nella formazione delle coscienze, nell’educazione culturale e spirituale come antidoto all’espandersi “dell’ideologia e della nuova villanocrazia”, ma anche del deserto nichilista». Lo scrive Natalino Valentini presentando La filosofia del culto, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Presso lo stesso editore si trovano i testi più importanti di Florenskij: La colonna e il fondamento della verità, Il cuore cherubico, Il concetto di Chiesa nella Sacra Scrittura, La mistica e l’anima russa. Presso Mondadori sono uscite le bellissime raccolte di lettere: Non dimenticatemi e Ai miei figli.

Florenskij pagò di persona la sua decisione di rimanere in Russia. Dopo alcuni anni di tolleranza, infatti, il regime sovietico lo condannò a dieci anni di gulag e infine alla fucilazione, che avvenne l’8 dicembre del 1937, giusto ottant’anni fa. Nel libro La filosofia del culto, scritto nel 1918, fa quasi un’anticipazione del suo martirio. Scrive infatti: «Per testimoniare la verità è necessario combattere, sconfiggendo le tenebre dell’ignoranza e della menzogna: il testimone è un combattente e, nello spirito, un vincitore. E quando si combatte, è giocoforza non solo inferire, ma anche incassare colpi e, pertanto, patire, soffrire, affaticarsi e persino morire».

Un autore non facile ma da scoprire, Pavel Florenskij. Ed ecco la sua frase che vi lascio per Natale, un invito a non piegarci su noi stessi: «Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, quando qualcosa non vi riuscirà, quando la tempesta si scatenerà nel vostro animo, uscite all’aria aperta e intrattenetevi da soli col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete».

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