N. 52 2014 28 dicembre 2014
Ite, Missa est | Enzo Romeo

LA GOOD NEWS DI DIO

C’è chi ha l’Audi, chi il Fiorino, io come automobile aziendale ho la Panda con la statua della Vergine sul tetto e la scritta…

Carlo Verdone

«RACCONTO L’ANIMA E LA POESIA DELLE PERSONE»

«Mia figlia è meravigliosa, l’avessi “fatta io” non sarebbe così unica»

INSIEME di don Antonio Rizzolo

FERMIAMOCI UN MOMENTO PER NON PERDERE LA NOSTRA ANIMA

Cari amici lettori, come per ogni fine d’anno, è tempo di bilanci. Prima di tuffarci nel frastuono dei festeggiamenti della…

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Ite, Missa est | Enzo Romeo

LA GOOD NEWS DI DIO

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Il Vangelo è una good news offerta da Dio agli uomini e il Natale è il cuore di questa buona notizia: Dio si fa bambino e assorbe in sé la debolezza dell’umanità. Il Natale è una notizia che non scade… È “LA” notizia.

Pensiamoci: al Natale si arriva attraverso una catena di «annunci»: di Gabriele a Maria («il Signore è con te…»); dell’angelo a Giuseppe («non temere di prendere con te Maria»); di Maria ad Elisabetta (il Magnificat)… Poi Dio invia agli uomini una mail che ha forma di stella luminosa. Manda degli strilloni – gli angeli – ai pastori, che divengono i primi “giornalisti” dell’evento: «Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro» (Luca 2,16-17).  Ma, attenzione, lo stesso fatto è accolto in modi diversi: i Magi si sobbarcano un lunghissimo viaggio per adorare un fanciullino sconosciuto, Erode organizza trame di morte.

Le buone notizie, in sé, non cambiano il mondo, non lo fanno migliore. Possono essere percepite con il cuore e gli occhi di Erode, e allora perfino il Natale si trasforma in una strage. Lo vediamo quotidianamente: quanti assassinii e violenze si consumano nelle nostre comunità o addirittura in famiglia… Del resto, la natività non è una favola zuccherosa, è cronaca che diviene Storia: il censimento di Augusto, l’esodo di chi deve farsi registrare, la neve sulle alture di Gerusalemme, le strade intasate, una ragazza incinta senza un pronto soccorso costretta a partorire in una stalla.

Fra tanto trambusto, la Parola s’appalesa nel silenzio della notte ed è deposta in una mangiatoia da una coppia di sposini timidi e sbandati. Maria è una piccola donna che sa ascoltare e che trasforma il suo (il nostro) limite nel più grande sì d’ogni tempo. Giuseppe è un uomo giusto che crede nei sogni e non si fa schiacciare dalle convenzioni. Gesù ha bisogno di loro per nascere, ha bisogno di noi per farsi ascoltare.

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