N. 52 - 2016 25 dicembre 2016
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Gen Rosso e Gen Verde

Da 50 anni in tour per le strade del mondo

Compiono mezzo secolo di vita i due gruppi nati dai Focolari che con la musica e la danza continuano a raccontare fede e dialogo e sono stati “colonna sonora” per intere generazioni di giovani credenti

Gen Verde nell'attuale formazione

«Chi l’avrebbe mai detto, quel 23 dicembre 1966, che il gruppetto di ragazze lanciate da Chiara Lubich nell’avventura di cantare con la vita e con la musica l’ideale dell’unità avrebbe fatto tanta strada?», si chiede Alessandra Pasquali, del Gen Verde. E Valerio Ciprì, colonna storica del Gen Rosso, ricorda: «A Loppiano, cittadella fra le colline toscane dove vivono persone del Movimento dei Focolari di etnie e culture diverse, oltre 50 anni fa si era composto un gruppo che, con canzoni e danze tradizionali di vari popoli, dava il benvenuto ai numerosi visitatori. E fu proprio a quella prima formazione artistica di ragazzi che nel dicembre del 1966 Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, volle regalare una chitarra e una batteria rossa, da cui prese il nome la band». Analoga storia per il gruppo di ragazze, a cui fu regalata una batteria verde, mentre Gen è l’acronimo di “Generazione nuova”. Due gruppi musicali e di artisti noti in tutto il pianeta, anche per il nutrito repertorio di brani di partecipazione e animazione per celebrazioni e veglie di preghiera oltre che per meeting e campiscuola. Qualche esempio? Resta qui con noi, Che gioia ci hai dato e Hopes of peace del Gen Rosso e Salve Regina, Vivere la vita ed Ecco quel che abbiamo del Gen Verde.

MUSICA PER UN MONDO PIÙ UNITO
In questi primi 50 anni di vita il Gen Verde si è esibito in centinaia di piazze, teatri e stadi del mondo, producendo 67 album in 10 lingue con l’avvicendamento di 144 cantanti, musiciste, attrici, tecniche, danzatrici. «Oggi siamo in 22, originarie di 14 nazioni: Argentina, Brasile, Cile, Corea del Sud, El Salvador, Ecuador, Irlanda del Nord, Italia, Malesia, Messico, Panama, Portogallo, Spagna, Stati Uniti», racconta Alessandra. E aggiunge: «Questa occasione del cinquantesimo ci dà la possibilità di festeggiare anni di appassionante lavoro per un mondo sempre più unito. Lavoro nato da un’ispirazione di Chiara Lubich, che ci ha sempre incoraggiate a urlare al mondo la bellezza della vita dell’ideale dell’unità attraverso l’arte», sottolinea Alessandra. «Festeggiamo questo compleanno con diverse novità da scoprire nei prossimi giorni e mesi attraverso il nostro sito www.genverde.it e la nostra “Gen Verde app”. Sfoglieremo insieme qualche pagina dell’album della nostra storia con video, presenteremo la nuova homepage del nostro sito online dal 23 dicembre». Ed è appena uscito, insieme al videoclip su tutti i social, il nuovo brano dal titolo Turn it up! (Alza il volume), «per non rimanere in silenzio in mezzo ai rumori e lottare per quello in cui crediamo, per la pace che vogliamo, per i nostri sogni, per un mondo senza più barriere».

DAL PULMINO AI PALCOSCENICI GLOBALI
Valerio Gentile, manager del Gen Rosso, snocciola alcuni dati relativi alla band: «In questi anni si sono avvicendati componenti provenienti dai cinque continenti, circa 250, fra artisti e tecnici; 65 gli album pubblicati, per un totale di circa 550 canzoni. Oggi siamo in 17, provenienti da Brasile, Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Argentina, Spagna, Italia, Svizzera, Filippine, Polonia».

Il primo tour nel nostro Paese, nel 1967, contemplava «pochi strumenti e un paio di amplificatori su un pulmino», ricorda Valerio Ciprì, chiamato “Lode” dalla Lubich. Ora i membri del Gen Rosso – di cui fanno parte anche i fonici, i tecnici e gli autisti dei tir – si muovono fra scenografie urbane e coreografie hip hop, spaziando dal pop al rap, dal rock alla dance. Perché la fede e il dialogo si possono dire anche con l’arte del canto, della musica e della danza. Nel gennaio 2017 riprenderà il tour del musical Campus, «nato da un’idea di Chiara Lubich e ispirato a fatti realmente accaduti, tra i quali l’attacco terroristico alla stazione di Madrid», informa Gentile. «Il Gen Rosso festeggerà il 50° nelle varie tappe dei tour che ci porteranno in giro per l’Europa e per tutto il Brasile fino all’Amazzonia. In programmazione c’è anche l’uscita di alcuni Cd di compilation con canzoni di repertorio e attuali».

UN INTRECCIO DI MUSICA E VITA
Dal canto suo, la manager del Gen Verde Sally McAllister spiega: «Con i nostri spettacoli vogliamo incontrare le persone, entrare in dialogo con le loro storie, con vissuti personali fatti di gioie, dolori, di aspirazioni e lotte, e, se possibile, dare speranza o ispirare gesti di condivisione. Siamo convinte che solo la fraternità messa in rete salverà il mondo». Attualmente Gen Verde sta portando in tour il concerto On the Other Side, titolo dell’ultimo cd con un mix di rock, pop e musica latina. «Stiamo mettendo sul web delle brevi video-interviste per raccontare come sono nati i brani, con quell’intreccio tra musica e vita che è da sempre nel nostro Dna. E insieme a un’esperta di costumi abbiamo continuato a cercare modi per esprimere, anche attraverso i colori, le esperienze e le emozioni trasmesse dalle nostre canzoni. Perciò nel 2017 il nostro concerto sarà ridipinto con un look pieno di fantasia: andremo in Spagna, Francia e Germania per il 500° della Riforma luterana», svela Alessandra.

TESTIMONI DI DIVERSITÀ RICONCILIATE
Sally aggiunge: «Papa Francesco ci ha chiesto di trasformare il deserto in foresta. La musica è un linguaggio universale che arriva a persone di culture, lingue, religioni diverse. Noi cerchiamo di annunciare così il Vangelo, ma anche di lasciare a chi ci ascolta un seme da coltivare. Per la gente è già una testimonianza vedere che noi per prime siamo unite nella diversità: il messaggio di amore che portiamo sul palco cerchiamo di viverlo nella quotidianità». Chiara Lubich, «donna profetica e di grande umanità, sapeva leggere i segni dei tempi e 50 anni fa intuì che l’arte e lo spettacolo potevano essere la modalità per raccontare il Vangelo in quel crocevia della storia. Dopo mezzo secolo lo spirito che anima il nostro gruppo è rimasto lo stesso».

A colpire gli spettatori è anche il fatto di veder arrivare una troupe tutta al femminile, dalle autiste dei camion alle addette alle luci: «Donne moderne che non tralasciano negli abiti e nel trucco la bellezza esteriore (oltre alla verità e al bene), ma non scendono a compromessi, né salgono sul palco per vanagloria. Il nostro lavoro ha lo scopo di dare lode a Dio e diffondere l’attualità della vita evangelica, rivoluzione che nasce dal dialogo, dalla condivisione, dal mettersi in relazione, dando più importanza all’altro che a sé. Passando dal ripiegarsi su di sé al guardare in alto», conclude Alessandra. «Questo permette anche a chi non crede di scoprire la sua ricchezza interiore da regalare».

Testo di Laura Badaracchi

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