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Quel futuro incerto che ci rende tutti stranieri
Un presente incerto alimenta timore e razzismo. È necessario accogliere i migranti ma anche dare un futuro ai nostri figli
Ite, missa est di Enzo Romeo
Quel futuro incerto che ci rende tutti stranieri
Un presente incerto alimenta timore e razzismo. È necessario accogliere i migranti ma anche dare un futuro ai nostri figli
C’è una diffusa incertezza di fronte ai mutamenti in corso, in Italia e nel mondo. Non ci si è abituati alla flessibilità pretesa dal mercato, che vuol dire non dover rimanere fedeli a niente e a nessuno. Si avverte, al contrario, il desiderio di radicare la propria vita, di ancorarla a delle certezze. La sacra Famiglia lascia il suo paese, va a Betlemme, poi emigra in Egitto, ma alla fine torna a Nazaret e Giuseppe riprende il suo lavoro in bottega.
Bisognerebbe annusare l’aria e cogliere questo bisogno. Purtroppo in politica si dà più credito ai sondaggi e ai talk-show che agli incontri in metropolitana o sugli autobus. Viviamo un inizio di millennio marcato dalla paura di un domani incerto, senza prospettive. E il timore diviene avversione del diverso, dello sconosciuto, ergo del migrante. Si ha gioco facile nel promettere muri, mentre ci vorrebbero altre soluzioni, capaci però di attenuare lo sgomento e dimostrare che il meticciato può essere la forza di una nazione.
Senza politiche organiche, però, l’accoglienza diviene pura demagogia e alla fine alimenta il razzismo. Guardando all’Italia, accanto all’impegno per un Migration compact, andrebbe rilanciato anche un New Deal che ridia speranze di crescita al Paese. Mentre migliaia di persone sbarcano sulle nostre coste, altre migliaia di italiani (in gran parte giovani) lasciano la loro patria in cerca di occasioni all’estero. Agrigento, Catania, Reggio Calabria, Crotone e altri centri del nostro Mezzogiorno si riempiono di “centri di prima accoglienza” e si svuotano dei propri ragazzi, che appena maggiorenni partono per studiare o trovare occupazione lontano dalle loro città, dove non intravedono per loro alcuna prospettiva.
Una situazione schizofrenica. Se abbiamo il dovere di salvare e accogliere il migrante, abbiamo anche l’obbligo morale di dare un futuro ai nostri figli. E i due aspetti non sono in concorrenza o in contraddizione tra loro: più si cresce, più si è capaci di offrire integrazione.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi