N. 52 - 2017 24 dicembre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

A Natale impariamo a dire sì al bambino Gesù che ci chiede di seguirlo

Auguri di buon Natale a tutti voi, cari amici lettori. Come ci ricorda Edith Stein, il Signore ci chiama ancora una volta…

Padre Giuseppe Moretti

In attesa della stella della pace

Il padre barnabita Giuseppe Moretti, per molti anni cappellano a Kabul, racconta le fatiche e le speranze della piccola comunità…

Terra Santa

E la cometa del dialogo brilla sul presepe

Il presepista lombardo Maurizio Villa ha tenuto un corso in Palestina in collaborazione con i Francescani al quale hanno…

Sant’Ilario di Poitiers a Roma

Apre la mensa dell’amicizia dove paga la provvidenza

Nuova avventura della carità nella parrocchia della borgata Palmarola: un pranzo aperto a tutti per vincere la solitudine

Cappella musicale del duomo di Modena

Siamo noi la colonna sonora della diocesi

Quattro cori e oltre 300 Messe all’anno: il maestro racconta l’impegno della Cappella del duomo di Modena. Il prossimo appuntamento?…

Gesù bambino di Praga

Il mistero del Dio bambino

Nella chiesa di Santa Maria della Vittoria della capitale ceca è custodita la celebre immagine venerata in tutto il mondo

Ite, missa est di Enzo Romeo

Gesù nascerebbe anche se nella grotta non ci fosse il wi-fi

L’annuncio della buona notizia oggi passa per necessità dal mondo di internet, pena l’esclusione dei nostri giovani. Ma…

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Ite, missa est di Enzo Romeo

Gesù nascerebbe anche se nella grotta non ci fosse il wi-fi

L’annuncio della buona notizia oggi passa per necessità dal mondo di internet, pena l’esclusione dei nostri giovani. Ma tocca a noi adulti metterli davanti a quel bambino nella mangiatoia

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Se Gesù tornasse oggi tra noi, dove nascerebbe? Ci siamo fatti tante volte questa domanda, specie in prossimità del Natale.

Probabilmente la Betlemme del terzo millennio sarebbe un luogo dove «non c’è campo», i telefonini non prendono ed è impossibile connettersi. Le mangiatoie della nostra epoca si trovano nelle penombre del digital divide. È lì che i re Magi dovrebbero spingersi per trovare il Salvatore. L’esclusione che più brucia nella nostra società non è la mancanza di un tetto, è l’esclusione dalla comunicazione globale.

Certo, vivere in un mondo coperto dal wi-fi non è garanzia di buona civiltà. Tuttavia, bisogna prendere atto che tutto passa attraverso le autostrade telematiche. Anche la fede. Impossibile immaginare di parlare alle nuove generazioni senza gli strumenti tecnologici moderni. Il rapporto 2017 dell’Unicef sulla condizione dell’infanzia nel mondo afferma che un navigatore internettiano su tre è un bambino. In alcuni Paesi, la popolazione sotto i 15 anni ha lo stesso tasso di utilizzo di internet rispetto a quella sopra i 25 anni.

Gli effetti della “dipendenza” digitale possono essere molto gravi. Ci sono adolescenti che inviano quattromila messaggi al mese, uno ogni sei minuti. Si tende a vivere in una bolla, estraniandosi dalla realtà concreta. Ma, di fatto, questa è la realtà dei nostri ragazzi. Una condizione irreversibile, che ci porta a una duplice sfida: ridurre i danni del web e massimizzarne i benefici. L’accesso al sapere, la possibilità di sviluppare competenze lavorative, la disponibilità di piattaforme per comunicare le proprie opinioni sono buoni fattori digitali. C’è, però, il rischio che deriva dall’uso improprio delle informazioni private, dall’impatto con contenuti dannosi e dal cyberbullismo.

Grano e zizzania. In attesa che il raccolto cresca e che si possano bruciare le erbacce, insegniamo ai nostri bambini che attaccare una stella di cartone nel presepe è bello almeno quanto un videogioco.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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