N. 53 - 2017 31 dicembre 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un anno di cui rendere grazie a Dio, lasciando aperto il cuore alla speranza

Anche il 2017 è stato un anno di grazia del Signore. Con tante persone verso le quali essere riconoscenti e per le quali…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un anno di cui rendere grazie a Dio, lasciando aperto il cuore alla speranza

Anche il 2017 è stato un anno di grazia del Signore. Con tante persone verso le quali essere riconoscenti e per le quali pregare. Perché non venga mai meno la gioia della fede

 

Cari amici lettori, un altro anno sta per finire e uno nuovo sta per iniziare. Certo, la data del 31 dicembre è solo una convenzione. Ma è l’occasione per dare uno sguardo a quanto ci lasciamo alle spalle e alle prospettive che abbiamo davanti. Per fare il punto sulla nostra vita e riprendere con rinnovato slancio.

Guardare all’anno trascorso è prima di tutto motivo di ringraziamento. Perché, nonostante gli errori, il peccato, i problemi, le sconfitte, il Signore ci è sempre stato vicino. Anche il 2017 è stato anno di grazia e un motivo per dire grazie. Lo raccomandava anche san Paolo ai Tessalonicesi: «In ogni cosa rendete grazie». E aggiungeva anche tante esortazioni concrete che, se venissero messe in pratica, renderebbero la nostra vita un po’ più serena: «Vivete in pace tra voi... ammonite chi è indisciplinato, fate coraggio a chi è scoraggiato, sostenete chi è debole, siate magnanimi con tutti. Badate che nessuno renda male per male ad alcuno, ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie» (1Tessalonicesi 5,13-18).

La nostra riconoscenza al Signore si concretizza anche in un grazie ai tanti volti che abbiamo incrociato, testimoni dell’amore di Dio. Personalmente ringrazio ciascuno di voi, cari amici lettori, per la fedeltà e il sostegno. Chi legge Credere non è un cliente che acquista un prodotto di suo interesse, ma una persona che condivide un cammino e si sente parte di una comunità che cerca il bene, che desidera la pace, che si affida a Gesù per vivere la gioia della fede in parrocchia, in famiglia, nei luoghi di lavoro e di svago. Ringrazio anche i collaboratori della rivista per il loro prezioso apporto, i giornalisti della redazione, i grafici, le segretarie e tutti gli impiegati che a diverso titolo lavorano per far giungere ogni settimana la rivista a voi lettori. Un grazie speciale è per Saverio Gaeta, che da poco tempo è giunto alla pensione. È stato fin dall’inizio una delle colonne di Credere, con le sue idee e la sua competenza. Con lui abbiamo progettato la rivista e le abbiamo dato man mano la fisionomia attuale.

Un nuovo anno si apre per ciascuno di noi. Lasciamo aperto il cuore alla speranza. E ricordiamoci gli uni gli altri al Signore nella preghiera. Magari facendo nostra una delle più belle orazioni della liturgia romana: «Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento».

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