N. 6 - 2018 11 febbraio 2018
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Fonte Colombo

Il Sinai di san Francesco

In occasione di tre situazioni di crisi il santo di Assisi si rifugiò nella Valle Santa di Rieti. E, proprio in questo piccolo santuario, ritrovata la pace, scrisse la Regola del suo ordine

Il santuario di Fonte Colombo

C'è silenzio a Fonte Colombo. La natura, gli alberi e il cielo sono protagonisti. Immaginate un piccolo scrigno di edifici consacrati da secoli, una chiesa, due cappelle e un Sacro speco (una grotta naturale nella pietra), immersi in un bosco di lecci, lungo un sentiero a 500 metri di altezza, che discende sul monte Rainiero, nel mezzo della Valle Santa di Rieti dove san Francesco si è fermato tre volte e ha vissuto momenti importanti della sua vita. E tanti altri santi francescani hanno poi seguito i suoi passi.

SUI PASSI DI FRANCESCO
È emozionante pensare che nell’eremo di Fonte Colombo, uno dei quattro santuari francescani della Valle Santa reatina, Francesco d’Assisi abbia vissuto quello che viene definito dalle Fonti «il Sinai» francescano: quaranta giorni a pane, acqua e preghiera all’interno del Sacro speco, la roccia aperta e squarciata come una minuscola grotta naturale, scrivendo la Regola bollata, quella che stabilisce la vita di tutti i Francescani. Un secondo Sinai, dopo quello in cui Mosè, attirato da Dio in disparte, ricevette le tavole della Legge, una sorta di regola universale per l’umanità.

Ma questo è anche il luogo dove Francesco tornò poco prima di morire, nel 1225, visse il suo ultimo Natale e subì la cauterizzazzione degli occhi, la brutta operazione con il ferro rovente, per la quale cercò l’intercessione di «frate Foco» pregandolo di mitigare la sua forza, invocandone la benevolenza e la cortesia per risparmiarlo dal dolore. Insomma, siamo in un luogo santo.

RIFUGIO NEI MOMENTI DI CRISI
«Sapere che la Regola dei Frati Minori è stata pregata e ricevuta qui da Francesco ci fa sentire dei custodi attenti all’accoglienza e alla preghiera», spiega padre Marino Porcelli, responsabile del santuario e del convento annesso. «Qui», continua il frate, «sono passati i grandi santi del nostro Ordine e qui san Francesco è venuto in tre diversi momenti di crisi e per tre volte è stato consolato dal Signore, per questo la valle è detta della “consolazione”».

«Il santo arriva per la prima volta nella Valle Santa a Poggio Bustone, dove poi è sorto un altro santuario francescano», racconta fra Marino. «Siamo intorno al 1210, quando Francesco aveva dato scandalo pubblicamente contro la famiglia e ad Assisi era considerato un matto. In crisi sulla sua missione, ha la visione dell’angelo che gli fa sentire il rumore dei sandali di tutti i frati che lo avrebbero seguito nel tempo. Poi», racconta ancora il responsabile del santuario, «quando nel settembre del 1223 i suoi confratelli lo contestano, Francesco torna di nuovo nella Valle Santa e questa volta arriva a Fonte Colombo, ospite dei monaci di Farfa che avevano qui una cappellina dedicata a Santa Maria». In quell’occasione vive il cosiddetto “Sinai francescano”, durante il quale mette mano alla Regola dettandola a frate Leone. «Si racconta che, mentre la scriveva, arrivarono quaranta suoi confratelli a protestare perché temevano altre restrizioni e, davanti a tutti, apparve il Signore a dire che quella Regola era sua volontà. Due mesi dopo, la Regola è approvata da papa Onorio III».

Infi?ne Francesco torna a Fonte Colombo, nel 1225, per l’operazione agli occhi che avviene nel romitorio.

LUOGO DI SILENZIO
Oggi il santuario di Fonte Colombo si presenta con una chiesa intitolata a san Francesco e san Bernardino da Siena. Accanto c’è un convento francescano con un bellissimo chiostro dove vivono sette frati e due postulanti. Silenzio, pace e natura avvolgono tutto il complesso.

Davanti alla soglia è possibile suonare e chiedere ospitalità (siamo lungo la Via di Francesco, uno dei cammini percorsi a piedi dai pellegrini) o farsi accompagnare dai frati, sempre disponibili a una semplice spiegazione, nei luoghi toccati dal santo. All’entrata del percorso tra i lecci che conduce alle cappelline e al Sacro speco c’è una targa: «Lo Spirito Santo che condusse Francesco su questo monte guidi anche te nella visita al Sinai francescano».

UN CAMMINO DI RIFLESSIONE
Il primo edificio che si incontra scendendo poco distante dal romitorio francescano è la piccola cappella del XIII secolo detta della Maddalena e intitolata a Santa Maria Madre di Dio. Qui san Francesco veniva a pregare. I restauri effettuati nel 1921 hanno portato alla luce, accanto a una piccola finestra, il segno del tau in rosso, che la tradizione popolare dice sia stato inciso proprio dal santo. Scendendo ancora e addentrandosi un poco più nel bosco si arriva al piccolo oratorio di San Michele Arcangelo costruito sul Sacro speco.

È una cappellina semplice in pietra che introduce e ingloba il luogo più sacro, la grotta, che è ancora più in basso. La spaccatura nella roccia del Sacro speco lascia uno spazio stretto dove a malapena entra una persona e, come spiega frate Francesco Bartoli che ci accompagna nella visita, «per entrare in questa fenditura (dove appunto stette san Francesco) ci si deve piegare, proprio fisicamente. È come per vivere il Vangelo, si entra da una porta stretta, apparentemente scomoda, e ci dobbiamo abbassare inizialmente per entrarci, per condividerlo, poi però se ci spingiamo un po’ oltre, a viverlo, riusciamo a vedere l’infinito». Infatti la vista, dallo speco, si apre sulla Valle Santa reatina. Risalendo verso la cappella di san Michele e verso tutto il complesso si legge che «Segno del nostro amore al Signore è fare la sua volontà, osservare i suoi comandamenti, praticare una regola particolare. A chi fa questo il Signore dona abbondantemente il suo amore: questo è quanto si può constatare nella vita, ricca di grazia». La firma è di san Francesco.

IL CAMMINO DI FRANCESCO
Per valorizzare i luoghi della spiritualità francescana nella Valle Santa reatina, che corrisponde a circa 80 chilometri del Cammino di Francesco (e comprende i quattro santuari francescani di Fonte Colombo, Poggio Bustone, Greccio e la Foresta), è nata una fondazione laica che promuove iniziative culturali e sociali. Si chiama Amici del Cammino di Francesco, conta circa 100 soci e cerca di custodire questi luoghi santi rendendoli fruibili a quante più persone possibili. Oltre a mantenere e ristabilire i sentieri che collegano i santuari, la fondazione organizza iniziative culturali e percorsi sulla spiritualità di Francesco anche in collaborazione con la Regione Lazio e con i Comuni coinvolti sul territorio. Presidente della Fondazione è padre Marino che in questi anni, con i soci e i suoi confratelli, ha animato tante e diverse iniziative: «Vogliamo rilanciare il messaggio francescano di questa valle per arrivare a tutti quei mendicanti di senso, pellegrini credenti e non, che vogliano percorrere i sentieri del Cammino». Info sul sito: www.camminodifrancesco.net.

ORGANIZZARE LA VISITA
Il santuario di Fonte Colombo si trova in via Fonte Colombo 40, in una zona isolata nel Comune di Rieti. Da Roma si percorre la via Salaria in direzione Rieti. Poi si prende il raccordo Rieti- Terni e si esce a Rieti ovest. Seguire quindi le indicazioni per il santuario.

ORARI E CELEBRAZIONI
Il santuario è visitabile tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Ogni sera alle 19 si celebra la Messa feriale. Messe festive alle 8, 10.30 e 17. Il giovedì, Adorazione eucaristica. I frati sono disponibili per Confessioni e colloqui spirituali.

OSPITALITÀ
Il santuario, dotato di foresteria con 25 posti letto, offre ospitalità ai pellegrini o a chi voglia condividere per un periodo la vita con i frati (in quest’ultimo caso occorre aver compiuto 17 anni). L’offerta per il soggiorno è libera. Info: 0746/21.0.125 (chiamare dalle 12.30 alle 13.30 o dalle 20 alle 21) www.santuarivallesanta.com.

 

Testo di Geraldine Schwarz · Foto di Stefano Dal Pozzolo / Contrasto

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