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Guardare negli occhi i sofferenti e i malati vedendoli come persone
Nel suo messaggio per la giornata mondiale del malato, papa Francesco presenta santa Bernadette come modello di amore e dedizione per chi soffre
Cari amici lettori, questa settimana voglio invitarvi a riflettere e a pregare per due intenzioni: per i religiosi e le religiose e per i malati.
L’11 febbraio si celebra, in particolare a Lourdes, la Giornata mondiale del malato, istituita da san Giovanni Paolo II 25 anni fa. Sono molto belle le parole del messaggio di Papa Francesco, che presenta come modello la veggente di Lourdes, Bernardette. Quest’umile ragazza, scrive il Papa, «povera, analfabeta e malata, si sente guardata da Maria come persona. La Bella Signora le parla con grande rispetto, senza compatimento». Questo ci ricorda, spiega Francesco, «che ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato. Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita».
Il Papa prende spunto dalla santa per una seconda riflessione: «Bernadette, dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera trasforma la sua fragilità in sostegno per gli altri, grazie all’amore diventa capace di arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la sua vita per la salvezza dell’umanità». La richiesta della Bella Signora di pregare per i peccatori, aggiunge Francesco, «ci ricorda che gli infermi, i sofferenti, non portano in sé solamente il desiderio di guarire, ma anche quello di vivere cristianamente la propria vita, arrivando a donarla come autentici discepoli missionari di Cristo». A Bernadette, in particolare, «Maria dona la vocazione di servire i malati e la chiama a essere Suora della Carità».
La vocazione di Bernadette mi offre lo spunto per richiamare l’attenzione sui religiosi e le religiose. Papa Francesco ha definito la loro costante diminuzione come una «emorragia che indebolisce la vita stessa della Chiesa». Ma perché tanti abbandoni? Il Papa indica tre cause. La prima è il peso della «cultura del frammento, del provvisorio, che può condurre a vivere a la carte e ad essere schiavi delle mode». La seconda causa è la complessità del mondo giovanile, dove molti ragazzi sono «vittime della logica della mondanità, cioè della ricerca del successo a qualunque prezzo, del denaro facile e del piacere facile». La terza causa è «la controtestimonianza», cioè una vita religiosa fatta di «routine, stanchezza, peso della gestione delle strutture, divisioni interne, ricerca del potere, una maniera mondana di governare gli istituti, autorità che diventa autoritarismo».
C’è molto da riflettere per noi cristiani e per me in quanto religioso. Per questo vi invito a pregare per i consacrati, oltre che per gli infermi e i sofferenti.