N. 7 - 2018 18 febbraio 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Tutti insieme a Papa Francesco, in preghiera e digiuno per la pace

Raccogliamo l’appello di Francesco per il 23 febbraio. Lavorando anche su noi stessi per dire sempre no alla violenza, sia…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Tutti insieme a Papa Francesco, in preghiera e digiuno per la pace

Raccogliamo l’appello di Francesco per il 23 febbraio. Lavorando anche su noi stessi per dire sempre no alla violenza, sia fisica che verbale

 

Cari amici lettori, la Quaresima è iniziata da poco (e per gli ambrosiani comincia proprio questa domenica). Non lasciamo tempo al tempo per intraprendere un vero cammino di conversione e di riscoperta della nostra fede. In particolare vi invito, questa settimana, a raccogliere l’appello di papa Francesco. «Dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo», ha detto l’altra domenica all’Angelus, «invito tutti i fedeli a una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della prima settimana di Quaresima».

Le situazioni particolari per cui offrire questa giornata riguardano le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Francesco invita anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa «nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme». Il senso e il valore di questo digiuno unito alla preghiera è spiegato bene dal Papa. Nasce dalla certezza dell’amore di Dio, il «nostro Padre celeste», che «ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, “risana i cuori affranti e fascia le loro ferite” (Salmo 147,3)». Ma si traduce poi in scelte concrete di vita da parte di ciascuno di noi. Infatti, il Papa ha aggiunto «un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”».

Come possiamo rispondere? «Sicuramente possiamo pregare», spiega il Papa, «ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!».

Come vivere, allora questa giornata di digiuno e preghiera? Con le solite modalità indicate dalla Chiesa e cioè saltando uno dei pasti principali. Non basta però la rinuncia, ci vuole anche la parte positiva, il dono di se stessi. Si digiuna a favore di qualcuno, per il bene degli altri. Lo spiega ancora il Papa nel suo messaggio quaresimale: «Il digiuno toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame».

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