N. 7 - 2018 18 febbraio 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Tutti insieme a Papa Francesco, in preghiera e digiuno per la pace

Raccogliamo l’appello di Francesco per il 23 febbraio. Lavorando anche su noi stessi per dire sempre no alla violenza, sia…

Jan Michelini

Il dono della confessione ha cambiato la mia vita

Il regista di Don Matteo confida la sua passione per i sacramenti: «L’incontro intimo con la misericordia di Dio è una delle…

Don Ennio Stamile

Non temo le minacce, ogni missione ha la sua croce

Il prete, referente per la Calabria di Libera, è nel mirino della mafia: «Anche nella Chiesa trovo resistenze, ma la testimonianza…

Rosa Anna Vacca

Grazie a mio figlio il cromosona 21 fa meno paura a tutti

Dopo la nascita di Enrico, affetto da sindrome di Down, la ricercatrice del Cnr ha focalizzato i suoi studi sulla trisomia…

Santa Maria dei Miracoli a Lonigo

Qui la Madonna è una di noi

Il santuario è sorto intorno a un affresco protagonista di un evento miracoloso oltre sei secoli fa. E ancora oggi è il “luogo…

Ite, missa est di Enzo Romeo

King e Mandela: dal carcere la misura della vera libertà

Quest’anno ricordiamo due leader politici che hanno subito la carcerazione per la causa della giustizia e della libertà

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Ite, missa est di Enzo Romeo

King e Mandela: dal carcere la misura della vera libertà

Quest’anno ricordiamo due leader politici che hanno subito la carcerazione per la causa della giustizia e della libertà

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Il carcere come paradigma di libertà. Non è una contraddizione se guardiamo alle vite di chi ha saputo, proprio da una cella, immaginare un futuro di emancipazione e giustizia. Quest’anno due anniversari ce lo ricordano. Il 4 aprile 1968 a Memphis veniva ucciso Martin Luther King. Cinque anni prima, nella prigione di Birmingham, in Alabama, aveva scritto una lettera aperta in cui affermava che «l’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque» e richiamava alla «responsabilità morale di disobbedire». Il reverendo King era finito dietro le sbarre per aver partecipato a una protesta non violenta contro la segregazione razziale. Con la lettera replicava alla dichiarazione di otto ecclesiastici che, pur consci delle ingiustizie sociali presenti negli USA, auspicavano che la battaglia si combattesse nel chiuso dei tribunali, non nelle strade. «Il vostro “aspettate” significa quasi sempre “mai”», rispose. E citò Sant’Agostino: «Una legge ingiusta non è legge».

Il secondo anniversario riguarda Nelson Mandela, di cui si sta per celebrare il centenario della nascita, avvenuta il 18 luglio 1918 nel piccolo villaggio di Mvezo, nel sud-est del Sudafrica. Il paladino della lotta all’apartheid fu imprigionato per ventisette anni. Scrisse alla sorella: «La sfida di ogni recluso è di sopravvivere alla galera mantenendo la propria integrità, di uscire senza aver perso qualcosa di sé». Mandela comprese che proprio grazie alla detenzione avrebbe potuto portare avanti la sua lotta. Quando fu liberato, l’11 febbraio 1990, non era più un leader qualsiasi, ma un eroe mondiale. Tra le mura di Robben Island aveva maturato quel pensiero di liberazione universale dal male poi trasferito in una delle sue frasi più famose: «Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe a cui appartengono. Gli uomini, se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio».

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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