N. 7 - 2019 17 febbraio 2019
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Noto (Siracusa)

La festa del beato Corrado

La processione con l’urna d’argento del beato prende il via dalla cattedrale e, accompagnata da i caratteristici "cilii", si snoda per le vie della “capitale del barocco” attorniata da ali di fedeli

 La cattedrale di Noto

«E chiamiamolo con tutto il cuore. Viva san Corrado!»: è l’invocazione ripetuta a gran voce dai devoti durante la festa del patrono di Noto, che si celebra il 19 febbraio, giorno in cui lo ricorda la liturgia, e anche l’ultima domenica di agosto, in memoria della beatificazione avvenuta nel 1515. In occasione di queste festività, l’urna d’argento con il corpo del Beato viene portata a spalla dai portatori, seguiti in processione dai fedeli, alcuni tra i quali per voto fanno il «viaggio scausu» (viaggio scalzo).

Nato nel 1290, Corrado Confalonieri fu un nobile di Piacenza. L’agiografia narra che, per stanare le prede nel corso di una battuta di caccia, fece appiccare il fuoco nella zona, distruggendo i campi e le case. Al posto suo venne arrestato un povero senza colpa, che fu condannato a morte. Corrado, allora, raccontò la verità e ripagò i danni causati. Rimasto in miseria, sua moglie entrò tra le Clarisse, lui si fece terziario francescano. Viaggiò in cerca di solitudine fino ad approdare in Sicilia, dove, a Noto, si ritirò nella grotta dei Pizzoni, in cui ora si trova un santuario meta di pellegrinaggi. Visse da eremita, ammirato per l’austerità, ricercato da tanti per chiedergli consiglio e aiuto; una vita spesa nel silenzio e nella preghiera, ma non nell’isolamento.  Al suo confessore, il 17 febbraio del 1351, disse: «Tra due giorni, alle grotte, avrò bisogno di te». Profetizzando così la sua morte che avvenne esattamnete due giorni dopo, il 19 febbraio: lo trovarono – secondo la tradizione – in ginocchio. «Dalla grotta fu portato a spalla fino alla chiesa madre di Noto antica e possiamo dire che le le celebrazioni in suo onore abbiano avuto inizio lì», afferma don Salvatore Bellomia, parroco della cattedrale di Noto da 29 anni. «Da lì nasce la figura del “portatore dell’arca”, uomini oggi riuniti in una società di fedeli che tutto l’anno percorrono un cammino di fede e formazione». L’urna con le spoglie del santo è chiamata  arca perché ricorda le fattezze della biblica “arca dell’alleanza”. «Corrado, infatti, è riconosciuto dai devoti come colui che ha costituito una sorta di patto tra la città di Noto e Dio, un tramite per avvicinarsi al Vangelo».

La processione è accompagnata anche dai portatori dei "cilii", grandi ceri su supporti di legno offerti per voto o devozione al «Padre della città»: furono introdotti nel Seicento per illuminare il percorso e sono presenti pure in altre processioni netine.

«San Corrado è nel dna di Noto, ma anche dei fedeli di altre parti della Sicilia e oltre», assicura don Bellomia. «Tutto ciò per il rapporto di amicizia e vicinanza che il santo aveva creato in vita con il popolo, nonché per i numerosi miracoli ottenuti dal Signore».

«Corrado Confalonieri è un “modello di santità” da guardare per rigenerare la nostra umanità, resistendo al degrado disumanizzante imposto dalle correnti fredde della società dell’ipermercato», dice il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò. «La festa patronale è sempre attuale, perché i cristiani hanno bisogno di ricordare che loro stessi sono “santi”, cioè uomini e donne chiamate per vocazione a mostrare, nella propria umanità, l’umanità bella e buona, giusta e leale, amorevole e solidale, di Gesù di Nazaret».

IL SANTO DEL POPOLO
Il vescovo tiene a ricordare che le celebrazioni del patrono non possono essere solo devozione: «Ogni anno la festa è nuova, perché nuove sono le emergenze delle povertà nel territorio, per le quali dovremo avere occhi e cuore, corrispondendovi con una carità operosa, nel mistero di Corrado che dava “pane caldo” a chiunque andava da lui. Ogni anno la festa è nuova, perché è nuova la richiesta di perdono che i fedeli rivolgono a Dio, per essere rigenerati dalla sua misericordia e convertirsi a un amore concreto, fattivo, solidale, come avvenne per Corrado che si sentì perdonato, mentre capiva di non essere perdonabile e “cambiò vita”: ottenne un cuore di carne al posto di un cuore di pietra, cominciando il suo pellegrinaggio dell’anima, purificando gli occhi della sua mente, così riconoscendo il dolore dei suoi fratelli che si mise a servire nella carità. La festa», conclude il vescovo di Noto, «è occasione propizia per uscire da un cattolicesimo di convenzione e diventare sempre più “cristiani”, seguendo Gesù attraverso la testimonianza del santo».

Il sindaco ogni anno affida la città alla sua protezione, ricordando il 1943 quando, durante la Seconda guerra mondiale, gli abitanti chiesero la grazia di essere protetti dalle incursioni aeree.

«La devozione va sempre rinnovata», aggiunge don Bellomia, «e san Corrado continua a proteggerci». A questo proposito il parroco ricorda il crollo della cattedrale avvenuto nel 1996, quando la struttura collassò di notte, fortunatamente, senza conseguenze per le persone. Anche la ricostruzione del simbolo della “Capitale del Barocco”, che sembrava un’opera ciclopica, avvenne nel giro di 11 anni. Rinata al suo splendore originario, da allora la cattedrale di San Nicolò è tornata a ospitare l’urna di san Corrado e a fare da quinta alla suggestiva processione con le reliquie.

«Il messaggio del nostro patrono è sempre attuale», conclude il parroco: «Egli è il santo che per seguire la coscienza è stato disposto a lasciare tutto per cercare Dio, e di conseguenza la giustizia, dinanzi a un mondo di tentazioni».

L’EREMITA VENUTO DA PIACENZA
Venerato dalla pietà popolare come santo anche se ufficialmente è “solo” beato, Corrado Confalonieri nacque nel 1290 in provincia di Piacenza. Visse da eremita in una grotta nella Valle dei Pizzoni presso Noto.

Dava da mangiare agli affamati
La tradizione gli attribuisce il “miracolo dei pani”: durante le carestie chi si rivolgeva a lui non tornava a casa senza un pane caldo, impastato direttamente dalle mani degli angeli.
   

ORGANIZZARE LA VISITA
La festa di san Corrado si svolge a Noto (Siracusa). La settimana che precede la festa è ricca di incontri su temi biblici. Il 18 febbraio, vigilia della festa, alle 18, Primi vespri presieduti dal vescovo in cattedrale. Il 19, solennità di san Corrado, alle 10.30 Pontificale con offerta del cero da parte del sindaco; alle ore 17 parte la processione con l’arca. La festa estiva segue lo stesso programma con orari diversi. Per informazioni: www.diocesinoto.it.
   

Testo di Marco Pappalardo

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