N. 8 2014 23 febbraio 2014
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Cracovia: il santuario di san Giovanni Paolo II

Lì dove un tempo c’erano le ciminiere della Solvay, dove lavorò Karol Wojtyla, ora si sta completando il santuario dedicato…

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Itinerari della fede

Cracovia: il santuario di san Giovanni Paolo II

Lì dove un tempo c’erano le ciminiere della Solvay, dove lavorò Karol Wojtyla, ora si sta completando il santuario dedicato al grande Papa presto santo. E già arrivano i pellegrini.

La nuova chiesa

 La nuova chiesa Foto di Maciej Jeziorek/Napo Images.

La targa della strada che porta alla chiesa è tutta un programma: «U. Totus Tuus», dove «u.» sta per «ulica», cioè via in polacco, e il nome della strada è il celebre motto di Wojtyla con il suo affidamento a Maria: «Tutto tuo». Siamo a Cracovia, nel quartiere Lagiewniki, a venti minuti dal centro. Qui è in fase di completamento il centro pastorale dedicato a Giovanni Paolo II. I lavori sono quasi alla fine.

In realtà, dal 23 giugno 2013, la chiesa è stata già consacrata dal cardinale Stanislaw Dziwisz. Si celebra Messa, ci sono i confessori e soprattutto arrivano molti pellegrini. A migliaia, si può immaginare, saranno qui accolti nei giorni della canonizzazione del Papa polacco, in programma per il 27 aprile 2014.

Il cantiere aperto è ben visibile dal vicino santuario di santa Faustina Kowalska, consacrato proprio da Karol Wojtyla nel 2002, durante la sua ultima visita in Polonia. E da lì si può arrivare, anche a piedi, al nuovo luogo di preghiera dedicato al Papa. Un grande parco verde unisce le due immense costruzioni e non è difficile immaginare che qui potranno essere ospitati nel 2016 i ragazzi che verranno da ogni parte del mondo per la Giornata mondiale della gioventù.

Nel luogo dove sorge il nuovo santuario di Cracovia, un tempo c’era la Solvay, la fabbrica chimica dove il giovane Karol lavorò per qualche tempo. Ora c’è una costruzione bianca, semplice, che invita alla preghiera e non strizza l’occhio alle azzardate realizzazioni architettoniche di alcune nuove chiese che si vedono in giro un po’ ovunque.

La freccia bianca e blu indica la chiesa ancora come «Sanktuarium bt. Jana Pawla II», cioè santuario del beato Giovanni Paolo II. Alla beatificazione di Wojtyla, il 1° maggio del 2011, è dedicato anche il dipinto all’esterno, che accoglie i pellegrini con un Benedetto XVI sorridente e in secondo piano anche suor Marie Simon-Pierre, la religiosa francese guarita miracolosamente dal Papa polacco. A sinistra l’immagine di san Stanislao e a destra proprio Giovanni Paolo II. Con una mano stringe il pastorale, l’altra è aperta in un gesto di saluto amichevole e familiare.

La parte dedicata al culto è su due piani: quello superiore è più ampio, aperto alle grandi celebrazioni. Ma il cuore del santuario è la cripta inferiore, ottagonale, con l’altare che custodisce la reliquia del sangue che era stato conservato nei tanti interventi chirurgici subiti dal Papa. In una cappella c’è anche la prima lapide di marmo che copriva la tomba di Wojtyla quando era nelle Grotte vaticane, prima del trasferimento nella basilica avvenuto proprio dopo la beatificazione.

Nella cripta ottagonale è tutto un tributo a Maria e ai suoi santuari sparsi nel mondo in cui Giovanni Paolo II si è recato come Papa ma, prima di tutto, come pellegrino: ci sono i santuari mariani dei polacchi, Czestochowa e Kalwaria, così importanti nella vocazione del giovane Karol, ma anche Lour-des, Fatima, la tedesca Altötting (e nel dipinto Wojtyla abbraccia l’allora cardinal Ratzinger), l’austriaca Mariazell. Poi un affresco con le personalità più importanti per la Chiesa polacca: al centro ancora papa Wojtyla con l’immagine di San Pietro in lontananza, ma accanto a lui i santi della sua terra, da suor Faustina a padre Massimiliano Kolbe, morto proprio a mezz’ora da Cracovia, ad Auschwitz. Una colonnina accanto all’altare, con una fessura, accoglie già intenzioni, messaggi, preghiere dei visitatori.

Poi si sale nella chiesa superiore. Le decorazioni sono affidate a mosaici che già da soli sono una catechesi. In quello principale, dall’alto in basso, si vedono Abramo e i tre angeli, poi la visita dei Magi, infine la discesa agli inferi.

La chiesa fa parte di un più complesso progetto, che prevede anche la costruzione del centro Giovanni Paolo II intitolato Non abbiate paura. Sono in programma una struttura per il volontariato e un istituto per il dialogo. Ma nel tempo sorgeranno anche un museo multimediale, una casa per esercizi spirituali e un albergo per l’accoglienza dei pellegrini. La pietra angolare fu benedetta da papa Ratzinger e murata il 23 ottobre del 2010 nelle fondamenta della chiesa.

Testo di Filippo Gerace

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