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Troppi giovani italiani sono senza lavoro. Un’economia “social” deve unire profitto e solidarietà verso gli ultimi. Per dare…
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Per creare lavoro ripartiamo dalla comunione
Troppi giovani italiani sono senza lavoro. Un’economia “social” deve unire profitto e solidarietà verso gli ultimi. Per dare speranza alle nuove generazioni
Non c’è lavoro per i giovani in Italia, dove il 40% della popolazione sotto i 25 anni è in cerca di impiego, peraltro quasi sempre precario. Il Papa lo scorso maggio ha affermato che la disoccupazione giovanile è «uno scandalo», anzi «una malattia sociale» che ruba alla nostra gioventù la speranza e ne sperpera le risorse.
Pensiamo all’enorme debito pubblico che finirà sulle spalle proprio dei giovani. Le ricette sono note, ancorché tardive: la burocrazia va snellita, semplificate le procedure per chi fa impresa, trasformata da impositiva a collaborativa la logica fiscale. Possiamo contare su un’ottima manifattura, capace di affermarsi all’estero, ma occorre fare squadra, creare sistema e avere il sostegno concreto dello Stato: così le piccole imprese – a volte considerate un problema nell’era global – sarebbero la marcia in più in un mondo omologato.
Laboratori di cambiamento ci sono anche in ambito cristiano. Vedi Economia di comunione, sorta nel 1991 su iniziativa del Movimento dei Focolari: un insieme di aziende che, pur seguendo le leggi del mercato, produce utili «da mettere in comune» per sollevare i poveri e creare posti di lavoro, sostituendo la cultura dell’avere con la cultura del dare.
L’idea è attecchita, ma papa Francesco, incontrando le scorse settimane i protagonisti di questa social economy, ha chiesto di più: non basta fare i buoni samaritani e distribuire le briciole del capitalismo agli «scarti» che esso stesso produce; serve cambiare radicalmente il sistema che alimenta miseria e diseguaglianze. Una sfida per i molti studenti e ricercatori impegnati a definire meglio Economia di comunione, che già conta su una vasta rete internazionale e supporta tanti neoimprenditori. E anche per altre organizzazioni che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa, come l’Ucid, l’Unione degli imprenditori cristiani.
Solidarietà verso gli ultimi a braccetto con lo sviluppo, per dare un futuro alle nuove generazioni, in Italia e altrove.
Illustrazione di Emanuele Fucecchi