Preghiera e digiuno per risvegliare le coscienze contro ogni forma di abuso
L’incontro in Vaticano dei presidenti delle Conferenze episcopali sul tema della protezione dei minori ci riguarda tutti…
La mia fede fatta di amore e concretezza
Non solo orazioni e culto: «Credere è seguire il Vangelo ogni giorno, in famiglia come al lavoro», dice la nuova conduttrice…
Il prete convertito dai poveri
Ogni giorno nel centro di Roma il sacerdote apparecchia tavola per i bisognosi nella chiesa di Sant’Eustachio. Ora sta ultimando…
Dove la Vergine è Regina
Da questo santuario tra le colline della Basilicata, antichissimo luogo di culto mariano, l’8 settembre e la prima domenica…
Per l’Abbé Pierre sono i poveri a restare in cattedra
«Sono i poveri che mi hanno mostrato che è insopportabile essere felici senza gli altri ed è insopportabile che gli altri…
Anglona
Dove la Vergine è Regina
Da questo santuario tra le colline della Basilicata, antichissimo luogo di culto mariano, l’8 settembre e la prima domenica dopo Pasqua parte una processione molto partecipata
«Venire quassù è come risvegliarsi, rivedere la speranza e sentire il richiamo della fede». Mentre un venticello accarezza le palme davanti al santuario e lo sguardo si perde sulle colline della Basilicata, in mezzo a uno spiazzo tra due fiumi, il Sinni e l’Agri, il rettore don Giovanni Messuti, 32 anni, ci racconta cosa rappresenta per i fedeli il santuario di Anglona, una costruzione solenne dedicata alla Madonna nella diocesi di Tursi-Lagonegro.
Qui tutto parla di tranquillità mentre la natura alterna il verde degli arbusti alle rocce brulle. Erano le terre di Federico II, il sovrano definito «stupor mundi», stupore del mondo, uomo capace di dialogare con il mondo arabo nei tempi delle Crociate, di promuovere la cultura e favorire lo sviluppo dell’arte. In un mare di pace, collegato dalla strada statale di Policoro, si erge questo luogo di fede che racconta storie del passato, quando i contadini vivevano grazie ai raccolti e pregavano la Madonna affinché la pioggia bagnasse i campi.
La chiesa, su un colle a 263 metri sul livello mare e a 13 chilometri dalla costa, fu costruita tra l’XI e il XII secolo come cattedrale di Anglona, centro di orgini romane e poi città normanna e sveva. Alla fine del Trecento l’abitato venne distrutto da un incendio e si salvò solo la cattedrale che oggi si erge isolata. L’edificio romanico, in tufo e travertino, ingloba una chiesetta preesistente e si presenta a croce latina con tre navate. Ornamenti a intagli, lesene, archetti pensili decorano le pareti esterne e e i simboli dei quattro evangelisti accolgono il visitatore sopra il portale d’ingresso. All’interno, le pareti conservano ancora antichi affreschi del XIV secolo con Figure di santi e Storie del Vecchio e Nuovo Testamento. Vi si possono ammirare il martirio di san Simone, la Torre di Babele, la creazione di Adamo ed Eva, l’uccisione di Abele e altre scene bibliche. A lato dell’altare troneggia la statua della Madonna, Maria Regina, cui è dedicato il santuario. La scultura, di fine Settecento, raffigura la Vergine seduta sul trono come una sovrana, avvolta in un manto azzurro, mentre tiene il Bambino Gesù sul braccio sinistro. La mano destra è protesa in avanti e stringe uno scettro d’argento, lo sguardo è dolce e timido.
LUOGO DI FEDE VIVA
«Santa Maria di Anglona è la patrona della diocesi di Tursi-Lagonegro. Dal 1931 la chiesa è stata dichiarata “monumento nazionale” ma non è un museo, è un luogo di fede viva, e lo riscopro ogni volta che si avvicinano le feste più importanti: l’8 settembre e la prima domenica dopo Pasqua», dice don Giovanni. E racconta che quindici giorni prima della festa della Natività di Maria, i fedeli da tutti i paesi vicini partono in pellegrinaggio per il santuario. Da Tursi, Policoro, Valsinni, Nova Siri si mettono in marcia percorrendo gli oltre dieci chilometri che li separano da Anglona. «Si cammina di notte, per arrivare al santuario e assistere l’8 settembre, alle 5.30 del mattino, con il sorgere del sole, alla prima Messa». Dopo la celebrazione dell’Eucaristia, la statua della Madonna viene portata in processione sul colle più alto. Lì, il vescovo Vincenzo Orofino, dopo la celebrazione delle 11, affida la diocesi alla sua protettrice. Secondo un’antica tradizione lo sventolio del manto della Vergine indicherà l’esito del raccolto. Agrumeti, grano e i secolari ulivi sono infatti la ricchezza di questa popolazione contadina.
RITORNO ALLA FEDE
«Mi meraviglio sempre che non solo i vecchi e le famiglie, ma anche i giovani camminino di notte per arrivare al santuario, confessarsi e pregare», racconta il rettore. «Tra i pellegrini ritrovo anche chi poco frequenta la Messa domenicale; mi sorprende vedere volti commossi raccolti in preghiera radunarsi fuori le mura del santuario, immersi in un silenzio carico di domande».
Don Giovanni, che è anche responsabile della Pastorale giovanile diocesana, è da poco tornato dalla Giornata mondiale della gioventù a Panama: «Con i ragazzi abbiamo avuto una esperienza meravigliosa», commenta. «Ora siamo gemellati con la chiesa panamense di Chitré per camminare insieme».
Ad Anglona si registra grande partecipazione anche nel corso dell’altra importante festa del santuario quando, la prima domenica dopo Pasqua, la statua accompagnata dai canti dialettali viene portata in processione da Anglona alla cattedrale di Tursi e fa poi la strada all’indietro ai primi di maggio.
All’origine della devozione si racconta vi sia un’apparizione della Vergine avvenuta nella notte dei tempi. La «bella signora», manifestandosi a un giovane pastore, gli chiese di radunare gli abitanti di Tursi e di andare a prenderla. Giunti in quel luogo, trovarono la statua. E da allora la devozione non si è mai spenta.
ORGANIZZARE LA VISITA
La basilica santuario Maria Santissima Regina si trova in località Anglona a Tursi, provincia di Matera. Anglona si raggiunge con mezzi privati oppure con bus di linea da Tursi e Policoro. Orari su www.comune.tursi.mt.it.
ORARI E CELEBRAZIONI
Il santuario è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20. Messe in orario invernale: feriale 17.30; festivo 18.30. In orario estivo: feriale 18; festivo 19. Per contatti: telefono 0835/81.00.02.
Testo di Nicola Nicoletti