N. 9 - 2018 4 marzo 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Abbazia di Santa Croce in Sassovivo – Foligno

Nel silenzio faccia a faccia con Dio

L’antico complesso benedettino dal 1969 è affidato ai Piccoli fratelli di Charles de Foucauld, che accolgono i fedeli in una piccola Nazaret di fraternità e preghiera

Abbazia di Santa Croce in Sassovivo

Nei mesi invernali, nonostante il maltempo, ogni domenica mattina un manipolo di fedeli s’inerpica con l’auto fino all’abbazia di Santa Croce in Sassovivo, frazione di Foligno, a circa sei chilometri dalla cittadina in provincia di Perugia. D’estate aumenta il flusso di chi partecipa alla Messa delle 11 nella cappella di San Marone o nella chiesa (ricostruita nel 1832) del millenario complesso fondato nel 1070 da eremiti benedettini, incastonato alle pendici del monte Serrone.

In una gola a oltre 500 metri di altitudine, circondata da una lecceta secolare, più che meta di pellegrinaggio l’abbazia è oggi un’oasi di silenzio e preghiera animata dalla comunità dei Piccoli fratelli di Jesus Caritas, che qui risiedono per mandato del vescovo di Foligno dal 1969, anno della loro fondazione. Il loro carisma è radicato nella testimonianza del beato Charles de Foucauld: «Ci consacriamo in modo particolare all’annuncio del Vangelo nel servizio alla Chiesa locale, cioè rendendoci disponibili ad accettare dal vescovo la missione che ci affida. La nostra “Nazaret” e? la Chiesa diocesana che vive nelle parrocchie, negli ospedali, nei luoghi di preghiera e la nostra vita s’impernia su tre capisaldi: vita comune, preghiera e servizio», spiega fratel Paolo Maria Barducci, originario dell’Aquila e dal luglio scorso priore della fraternità di Jesus Caritas. Ci pensa anche la Regola a mettere la congregazione al riparo dalla tentazione dell’iperattività pastorale: infatti all’articolo 20 chiede di «regolare le attività apostoliche in modo da non compromettere la vita fraterna». La fraternità è presente in Israele, a Nazaret, e in Italia – oltre che a Sassovivo – a Limiti di Spello (Perugia) e all’abbazia di Goleto (Sant’Angelo dei Lombardi, Avellino).

SEMPLICE SPIRITUALITÀ
Alla celebrazione eucaristica domenicale si respira aria di famiglia; spesso arrivano amici da Roma, come gli alunni del Seminario romano maggiore, da quando pochi mesi fa è stato nominato lo scorso luglio come rettore da papa Francesco proprio un membro di questa piccola famiglia religiosa, fratel Gabriele Faraghini. La quiete di Sassovivo aiuta a entrare in un clima di deserto, «un angolo di solitudine» per ritrovarsi «faccia a faccia con Dio: noi siamo niente e lui è tutto», fa notare durante l’omelia fratel Gian Carlo Sibilia, fondatore della comunità, che conclude: «Il Signore fa bene tutte le cose». Colpisce la profonda spiritualità insieme alla semplicità dei rapporti fraterni, d’amicizia, con chi frequenta l’abbazia. Roberto Nesci ci viene da anni con la moglie Marta «per il tipo di omelia: un nutrimento più profondo», commenta. «I Piccoli fratelli sono persone che vivono la contemplazione calandola molto nella vita reale, perché sono immersi nel mondo. In cima a questo monte, posto bellissimo, testimoniano attenzione e rappresentano una presenza vicina, significativa», gli fa eco lei. «Le persone che vengono qui sono entrate in un rapporto di amicizia e affinità spirituale, vivono questa condivisione con noi; alcuni sacerdoti e religiosi arrivano per confessarsi, altri laici per cercare un confronto sul loro cammino», racconta fratel Paolo Maria.

SECOLI DI STORIA
Di certo l’ambiente circostante favorisce il raccoglimento. Basta sostare nel chiostro romanico a pianta quadrangolare, che risale al 1229: ordinato dall’abate Angelo, fu realizzato dal maestro marmoraro romano Pietro de Maria e da Nicola Vassalletto. Nel 1340 fu aggiunta una grande cisterna centrale e nel 1623 il pozzo; ben conservato anche un affresco del XIV secolo che rappresenta la Vergine in trono con il Bambino.

All’interno del monastero, invece, si può ammirare un affresco dell’Ultima Cena del 1595 e i dormitori del Duecento. A pochi passi, la cripta del beato Alano, risalente all’XI secolo, residuo del primo nucleo di Sassovivo, e la “passeggiata dell’Abate”, un sentiero tra i boschi di leccio, ginepro e pino d’Aleppo. «Nel periodo di massimo splendore vivevano qui 80 monaci», riferisce fratel Leonardo De Mola, ricordando anche i danni al complesso dopo il terremoto del 1997.

Oggi vivono qui cinque dei tredici religiosi della congregazione, insieme a due postulanti arrivati qualche settimana fa dal Guatemala. I sacerdoti sono impegnati a Borroni, Sterpete e Corvia, in un’unità pastorale intitolata a san Giovanni XXIII. Ma insieme all’impegno pastorale, la vita comunitaria e di preghiera resta il fulcro della loro vita: «Oltre alla liturgia delle ore e alla lectio divina, ogni settimana facciamo memoria del Triduo pasquale. Il giovedì alle 21 abbiamo l’adorazione eucaristica solenne, il venerdì rileggiamo i testi della Passione dopo l’ora media, il sabato alle 21 viviamo una veglia», riferisce il priore.

NEL NASCONDIMENTO
Dovunque nel monastero i Piccoli fratelli hanno portato la spiritualità di Nazaret: statue e icone della Madonna con il Bambino, di san Giuseppe, illuminate da lampade a olio. Segni visibili di un amore per gli anni vissuti da Gesù nel nascondimento, nella quotidianità. È questa la cifra che si respira fra queste mura secolari: «L’onnipotenza di Dio si esprime nella fragilità. Siamo chiamati ad andare all’umanità di Cristo», conclude fratel Paolo Maria.

SULLE TRACCE DELLA SANTITÀ
Nella cappella dedicata al monaco siro-libanese san Marone, morto nel 410 e venerato da cattolici e ortodossi, sono custodite due reliquie: una della Santa Croce, a cui è intitolata l’abbazia, e l’altra del beato Charles de Foucauld, ispiratore della famiglia religiosa dei Piccoli fratelli di Jesus Caritas. Un altra reliquia legata al monastero è il cranio di san Marone, che fu affidato ai benedettini di Sassovivo nell’XI o XII secolo e oggi è affidato alla diocesi di Foligno che lo espone alla venerazione in cattedrale. Un frammento del cranio, conservato a Sassovivo, è stato trafugato 25 novembre 2005.

ORGANIZZARE LA VISITA
L’abbazia Santa Croce in Sassovivo, nel Comune di Foligno (Pg), si trova a circa 6 chilometri dal centro. Dalla superstrada E45 all’altezza del raccordo per Macerata proseguire a sinistra e seguire la segnaletica per l’abbazia. Dalla stazione di Foligno (www.trenitalia.it) occorre poco più di un’ora di cammino a piedi.

ORARI E CELEBRAZIONI
Messe: sabato ore 12; domenica ore 11. In Quaresima e in Avvento alle 17.30 adorazione eucaristica; alle 18 vespri. I Piccoli fratelli di Jesus Caritas sono disponibili per Confessioni e direzione spirituale, recandosi all’abbazia o su appuntamento. Ospitalità da concordare (i posti sono limitati): rivolgersi alla fraternità. Contatti: tel. 0742/34.02.49, piccolifratelli@jesuscaritas.it; www.jesuscaritas.it. Per approfondire la spiritualità della fraternità è disponibile anche online il giornale mensile Jesus Caritas Q (dove Q sta per “quotidianità”). Esce dal 1960 il trimestrale Jesus Caritas, espressione di tutta la famiglia spirituale del beato de Foucauld.

Testo di Laura Badaracchi - Foto di Stefano Dal Pozzolo /Contrasto

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