Credere n. 12 - 22/03/2015
Un Giubileo della misericordia per lasciarci sorprendere da Dio
Cari amici lettori, ancora una volta papa Francesco ci ha sorpresi, indicendo un Giubileo straordinario della misericordia.…
La salita morde? E allora io prego
«In gara invoco Dio, recito il Padre nostro e l’Ave Maria, come ho imparato da piccolo: da bambino chiedevo la vittoria,…
Giovanni Paolo II ha vegliato su di me, ora veglio su di lui
«Dopo l’anoressia», racconta l’attrice, «ho fatto un’operazione ma ho avuto un’emorragia. In ospedale mi hanno portato un’immagine…
Sfogliando mille anni di storia
Marco Maiorino, officiale dell’istituzione che custodisce i documenti di tanti secoli di vita della Chiesa, ci apre le porte…
Apriamo le finestre
Un secolo prima dell’«aprite le porte a Cristo» di Giovanni Paolo II, una donna dalla tempra altrettanto forte, Florence…
Insieme di don Antonio Rizzolo
Un Giubileo della misericordia per lasciarci sorprendere da Dio
Cari amici lettori, ancora una volta papa Francesco ci ha sorpresi, indicendo un Giubileo straordinario della misericordia. D’altra parte, non ci ha ricordato tante volte la necessità di aprirci al «Dio delle sorprese»? Anche le storie che raccontiamo ogni settimana su Credere sono spesso sorprendenti. Perché la fede stessa è un cammino sempre nuovo con Dio, fino alla pienezza della comunione con lui. In questo numero vi presentiamo come la fede sia capace di trasformare la vita di tutti, di darle vigore, energia, gioia: può toccare il cuore di un ciclista professionista come Vincenzo Nibali, di una promettente pianista come Chiara Bertoglio, di un’attrice come Emanuela Tittocchia.
La fede può rendere impavidi nell’affrontare perfino la morte per amore dei fratelli, come testimoniano i missionari martiri padre Ezechiele Ramin, Maria Bonino, William Quijano. C’è una bella frase di Maria, tratta da una poesia di Tagore: «Temo che il giorno finisca prima che io me ne accorga, e l’ora dell’offerta passi via». Queste parole possono toccarci nel profondo, metterci in discussione, invitandoci a lasciarci sorprendere da Dio, fidandoci di lui. L’Anno santo della misericordia è una bella sorpresa del Papa, ma soprattutto è una nuova opportunità per lasciarci sorprendere da Dio, per riscoprire il suo volto di Padre, per tornare all’essenza della nostra fede, anzi della stessa vita umana: l’amore vicendevole. Per comprendere cos’è la Chiesa: annunciatrice in ogni tempo e luogo del Vangelo della misericordia, chiamata a portare consolazione a ogni uomo e a ogni donna. Non a caso il Giubileo straordinario cade a conclusione del cinquantesimo anniversario del Vaticano II.
L’ultimo documento approvato, Gaudium et spes, si apriva così: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». Cosa possiamo fare per aprirci al Dio delle sorprese e accogliere la sua misericordia? Il primo passo è mettere da parte il solito cinismo e la supponenza, lasciandoci scuotere dall’indifferenza e dallo scoraggiamento. Il secondo passo è affrontare il cammino della Riconciliazione con Dio e con i fratelli.
«Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio», ci ricorda il Papa, «tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono».