Credere n. 41 - 12/10/2014
Una Bibbia in ogni famiglia, per camminare alla luce della parola
Cari amici lettori, ringrazio di cuore papa Francesco, anche a nome di tutti i Paolini, per aver ricordato nell’Angelus di…
Una luce per le sofferenze del mondo
Da sei anni ha raccolto il testimone di Chiara Lubich alla guida dei Focolarini, che l’hanno appena riconfermata come presidente.…
Grazie a don Zeno ho ritrovato la mia fede
Il popolare attore, che ha recentemente dato alle stampe il suo primo libro, racconta la sua infanzia di scout a Roma e rivela…
C’è più sballo nell’amore di Dio
Alessandro e Francesca, ieri tossicodipendenti oggi rock star della fede: «Giovani, fidatevi: in Gesù abbiamo trovato divertimento…
Astronauta e palombaro della fede
Domenica 19 ottobre Francesco proclama beato Montini. Un ritratto del Papa del Concilio e dei primi viaggi apostolici nel…
Alla riscoperta del dono del matrimonio
È iniziato a Roma il Sinodo straordinario sulla famiglia, che sarà seguito nel 2015 da quello generale sullo stesso tema.…
Tossicodipendenza e riabilitazione
C’è più sballo nell’amore di Dio
Alessandro e Francesca, ieri tossicodipendenti oggi rock star della fede: «Giovani, fidatevi: in Gesù abbiamo trovato divertimento e forza»
Alessandro e Francesca. Foto di Alessandro Alberti
Il loro sogno è creare un’etichetta discografica indipendente cattolica, con uno studio di registrazione, per poter produrre cantanti e gruppi che vogliono fare della buona musica per Gesù. Troppo ambizioso? Forse. «Ma il Signore ci ha salvato da morte certa e ci ha abituato a cose grandi». Dalla tossicodipendenza a rock star di Dio. Così Alessandro Gallo e Francesca Cadorin, 33 e 36 anni, sono passati dal buio alla luce della fede, mettendosi al servizio dei giovani e della Chiesa con la musica.
Hanno abbandonato tutto e ora sono diventati i Reale, non nel senso di “regale”, ma di “vero”. «Abbiamo scelto di chiamarci così», dicono Alessandro e Francesca, «per augurarci di rimanere nella concretezza della vita. Vogliamo parlare ai giovani con la loro lingua, che è la nostra, senza pregiudizi o discriminazioni, cerchiamo di fare una musica concreta, un pop-rock che parli di valori reali e non inutili, dimostrando che pregare non vuol dire annoiarsi, ma che si può pregare con energia e gioia anche a suon di batteria e chitarre».
La storia dei Reale, che oggi sono sposi e genitori di due bambini e vivono a Berzano di San Pietro (Asti), inizia nel 1998 nella comunità Cenacolo. Alessandro e Francesca approdano qui senza conoscersi, accomunati dalla tossicodipendenza. In comunità i loro doni, per Alessandro la composizione, per Francesca il canto, trovano un terreno fertile in cui esprimersi. «Sono nate così canzoni nuove che parlavano della bellezza della vita ritrovata, della gioia di vivere insieme, della pazzia e dell’avventura di essere cristiani».
Come quelle contenute nell’album Kairos, che per diverse settimane è rimasto in vetta alla classifica di iTunes e Amazon (rivendite on line di musica) della categoria musica religiosa.
Il 4 ottobre è partito il Kairos tour prodotto con fondi raccolti da donazioni e pubblicato da Effatà editrice. Il primo disco dei Reale è Come nessun altro, un album autoprodotto, con tremila cd distribuiti in una tournée di due anni. «Sono stati proprio gli incontri negli oratori e nelle parrocchie a darci la sveglia e farci capire che dovevamo lasciare tutto. Ogni volta che una parrocchia o un gruppo giovani ci chiamano per un concerto oppure per una testimonianza sentiamo il disegno divino sulla nostra famiglia: Dio ci chiede di metterci al servizio dei giovani con la musica».
Fuori dalla comunità Alessandro e Francesca volevano ricostruirsi una vita facendo lavori umili e saltuari. Poi hanno deciso di buttarsi a capofitto nella musica, affidandosi alla provvidenza. «Ci siamo trovati dentro una rivoluzione», dicono i due sposi musicisti, «abbiamo seguito gli slanci di papa Francesco. Vogliamo far capire che siamo qualcosa di diverso, vogliamo essere diretti con i giovani, trasmettendo loro che credere in Dio non è da sfigati, possiamo fare un bel concerto rock senza velare il messaggio. Spesso quello che proponiamo è una “tegola sulla testa”, soprattutto per alcuni sacerdoti che scoprono una spiritualità giovane e fresca».
I concerti-testimonianza dei Reale (per informazioni www.realemusica.it) alternano canzoni al racconto di una rinascita alimentata dalle ore in ginocchio davanti a Gesù; i Reale chiamano il peccato e le devianze con i loro nomi, anticipano le risposte alle domande dei giovani. «Noi che siamo stati tossicodipendenti e che abbiamo vissuto la “libertà” del sesso sfrenato, della droga e dell’alcool, abbiamo trovato molta più avventura, più provvisorietà, più ribellione, più divertimento, più forza, più energia in Gesù Cristo e nel suo messaggio di amore».
Oggi Alessandro e Francesca riescono a toccare i cuori dei giovani: «Cantiamo per esperienza, non perché l’abbiamo sentito in qualche omelia o letto sui libri. Vogliamo essere la Chiesa nuova, quella delle periferie di cui parla papa Francesco. Anche perché, a ben vedere, la nostra storia parte proprio dalle periferie della città dove ci drogavamo, ma oggi ci ha portato negli oratori di tutta Italia e perfino a Medjugorje a cantare la gioia della fede».
Testo di Giuseppe Orrù