In questi giorni di fine anno, il pensiero e gli auguri sono per tutti e per ciascuno, che possiamo vivere l’attesa, la speranza di un tempo sempre comunque donato. E poi, random, il pensiero e gli auguri sono ad alcuni di cui abbiamo forse troppo o troppo poco parlato, per fare memoria. Ai medici che hanno scioperato tanto, perché hanno ragione: ci siamo dimenticati del loro impegno e valore.
Ricordando che il loro lavoro è servizio all’uomo e, come giurano su Ippocrate, non sopporta deroghe alla cura. Agli ecoattivisti che bloccano le autostrade e insozzano muri e quadri con vernice e minestre e colla. Hanno ragione, stiamo distruggendo l’ambiente. Ricordando che il presidente della Cop28 era il capo dell’agenzia petrolifera degli Emirati e che proprio i Paesi arabi si erano opposti a un’immediata e totale rinuncia ai combustibili fossili.
Consiglio di andare a manifestare là, se ci credono davvero. Agli/alle infuencer, che hanno ragione, il guadagno furbo e facile non è una colpa. Ricordando che così è effimero e costruisce solo castelli di illusioni, o di truffe. A chi convive in unioni “che si direbbero irregolari”, o omosessuali. Hanno ragione a ringraziare per la possibilità di essere benedetti. Non si nega mai a nessuno. Ricordando che le famiglie non sono coppie e che desiderare una benedizione è l’inizio di un cammino cristiano di pentimento e conversione, come per tutti.
Se n’è parlato anche quest'anno: agli scomparsi politici cattolici, di cui si va sempre in cerca con nostalgia. Ricordando che un politico è cattolico anzitutto se prega. Pregando, come succedeva a La Pira o De Gasperi, si intende la politica come la più alta forma di carità, per il bene comune. Alle ragazze, alle donne ferite, violentate, impaurite e umiliate. Hanno ogni ragione. Ricordando che non tutti gli uomini sono, per genere, nemici. Ai geni che elaborano sempre più sofisticate forme di Intelligenza artificiale.
Ricordando di salvare l’umano, di non sottometterlo all’interesse e alle macchine, e che non tutto ciò che è progresso è di per sé buono e auspicabile. A Jimmy Lai, 76 anni, editore dimenticato di Hong Kong in attesa di un processo già scritto, dopo tre anni di carcere, per essersi opposto a un regime che vieta la libertà di espressione. Ricordando, noi, che li abbiamo abbandonati, questi coraggiosi, in nome di una Realpolitik che si inchina al più forte.
Ai ragazzi ucraini, che conservino nel cuore la baldanza e l’amore alla loro patria. Ricordando, ancora noi, che hanno combattuto per l’Europa ed esserci stancati di sostenerli è anche qui sottomissione a interessi che non contemplano verità e giustizia. Ai cristiani di Gaza, della Cisgiordania, agli abitanti di una Betlemme senza luci né canti. Ricordando che sono nostri fratelli e che nel Te Deum di San Silvestro dobbiamo ringraziare per la loro fede.