Credere n.1 - 7 aprile 2013
piccoli gesti, grandi segni
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piccoli gesti, grandi segni
Le prime mosse, sorprendenti, del nuovo Papa: una raffica di scelte dritte al cuore della gente. Hanno caratterizzato, da subito, il pontificato di Bergoglio, quasi un'enciclica non scritta. Un autorevole vaticanista ripercorre i momenti salienti. Per farceli riassaporare nel loro significato profondo
Foto MAX ROSSI/REUTERS - OSSERVATORE ROMANO/REUTER
LA CROCE PETTORALE
Quella sera piovigginosa del 13 marzo, quando per la prima volta s'affacciò alla Loggia delle benedizioni, fu il primo dettaglio che balzò agli occhi di tutti. Facendo subito presagire la dirompente novità implicata nella scelta del nome. Francesco e la santa povertà . Illuminata dai fari delle telecamere, la croce pettorale non emanava riflessi lucenti. Il colore grigiastro non lasciava dubbi. No, non era d'oro, come quella portata dai suoi predecessori. Restammo con la curiosità di saperne di più. Di quale metallo era fatta? C'è chi era pronto a scommettere che fosse di umilissimo ferro. E poi, perché il successore di Pietro aveva scelto proprio quella croce? Le prime risposte vennero il giorno dopo. Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, spiegò che era la stessa croce pettorale che Bergoglio portava al collo a Buenos Aires. Successivamente un artigiano di Vidigulfo, nel Pavese, il signor Giuseppe Albrizzi, ne rivendicò la paternità . Nella croce è raffigurato il Buon Pastore che conduce il suo gregge e la pecorella smarrita sulle spalle. Non è di ferro, ma d'argento. È in commercio dal 1998, lo stesso anno in cui Bergoglio ricevette la nomina ad arcivescovo della capitale argentina. Gli fu donata, probabilmente, in quella circostanza e Francesco ha deciso di tenerla anche da Papa rifiutando quella "d'ordinanza", realizzata con il più prezioso dei metalli.
LA MOZZETTA
La leggenda metropolitana narra di un aspro rimbrotto sofferto dal cerimoniere pontificio, monsignor Guido Marini, subito prima dell'affaccio dal balcone. Francesco avrebbe respinto le insistenze di Marini, che gli porgeva la mozzetta rossa, con una sferzante battuta: «Questa la tenga lei, il carnevale è finito». Ma chi conosce Bergoglio sa che non userebbe mai un simile linguaggio. E però Francesco è stato fermo nel respingere la mantellina di raso rosso bordata di ermellino indossata dai suoi predecessori: «Preferisco di no», ha detto a Marini. C'è una indubbia diversità in tema di vestiario e guardaroba liturgico tra il nuovo vescovo di Roma (Francesco non usa quasi mai l'espressione "Papa") e Benedetto XVI. Questi amava il gusto classico, e aveva rispolverato dagli armadi anche la mozzetta di damasco bianco, sempre bordata di ermellino, indossata nel periodo tra Pasqua e Pentecoste come d'antica tradizione. Ratzinger aveva recuperato anche alcuni copricapo pontifici caduti largamente in disuso come il camauro (amatissimo da Giovanni XXIII) e il saturno. Francesco ha un altro gusto. Ama la semplicità e l'essenzialità . eppure questa diversità non l'ha mai portato a guardare con supponente distanza critica il suo anziano predecessore. L'abbiamo visto nell'incontro "dei due Papi" a Castel Gandolfo: umiltà e tenerezza hanno accompagnato il loro storico abbraccio.
Testo di Lucio Brunelli