Credere n.22 - 01/09/2013
La cattedra della fragilitÃ
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COSÌ HO SALVATO UN BIMBO SIRIANO
Giovanni Assenza era fra i turisti che a Ferragosto hanno soccorso i migranti appena sbarcati. Ha tolto i vestiti al figlio…
COLTIVARE IL CREATO E CUSTODIRLO
Il 1° settembre la Chiesa celebra la Giornata per il creato. Parla Simone Morandini, scienziato e teologo: «La sensibilità …
Perché andare a Messa se non metto in pratica il Vangelo?
Da tre anni e nove mesi vado in chiesa tutte le domeniche. Io credo, ma i dubbi che vengono sono sempre tanti. Mi domando:…
IL CORAGGIO DI AMARE DIO PIÙ DELLA MOGLIE
Ite, Missa est
IL CORAGGIO DI AMARE DIO PIÙ DELLA MOGLIE
Sebbene, si sa, una mamma non vada mai in ferie, e anzi, di solito abbia bisogno di una vacanza, dopo, per riprendersi dalla vacanza, può anche capitare di trovare qualche minuto per leggere. Se poi il libro è la storia di Chiara Corbella Petrillo, Siamo nati e non moriremo più, i minuti volano e può capitare di passare la notte in bianco, avvinti dalla storia di questa donna meravigliosa, e del suo coraggioso marito. I loro amici, Simone Troisi e Cristiana Paccini raccontano la storia di Chiara – Credere ne ha già parlato – raccogliendo, proprio come fecero i primi testimoni di Gesù, quello che hanno visto e toccato con mano.Â
C’è qualcosa che mi ha colpita più ancora dell’incredibile avventura di due genitori che accolgono due figli malati, uno dopo l’altro, e li accompagnano con amore nelle loro poche ore di vita. Più ancora della decisione di non danneggiare il terzo bambino, sano, che Chiara si trova in pancia quando scopre di avere un tumore. Più ancora della tenacia con cui la mamma si è curata e ha affrontato il dolore, nel primo anno del bambino. Più del racconto della morte accolta col sorriso, e della forza con cui il marito va avanti da solo senza perdere la fede.
Più di tutto, in questo libro prezioso, mi ha colpito il racconto del tormentato fidanzamento, quando i due ragazzi superano le difficoltà che fino ad allora li hanno fatti litigare, prendersi e lasciarsi, comprendendo la cosa più importante: «Se riconosci – dice Enrico – che solo in Dio puoi amare, devi amare Dio più di tua moglie, più di tuo marito. Se cerchi la consolazione nell’amore di una persona che ti sta vicino, stai prendendo una strada sbagliata. Perché la consolazione te la deve dare solo il Signore». Arrivare a capire una cosa così grande, prima ancora di sposarsi! Che meraviglia! Non mi stupisce che il Signore li abbia scelti, Chiara ed Enrico, per essere un segno profetico del vero Matrimonio cristiano. Qualcosa che fa impallidire l’amore romantico e tutto emotivo che va per la maggiore oggi.
Di Costanza Miriano