N. 3 - 2016 17 gennaio 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Vivere la Misericordia per capire chi è Dio e ritrovare se stessi

Ecco come possiamo anche noi, come Mosè, conoscere il nome di Dio. Il Giubileo è un’occasione speciale. Cogliamola insieme,…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Vivere la Misericordia per capire chi è Dio e ritrovare se stessi

Ecco come possiamo anche noi, come Mosè, conoscere il nome di Dio. Il Giubileo è un’occasione speciale. Cogliamola insieme, aiutati dai dossier e dagli articoli di Credere

Cari amici lettori, anche questo numero di Credere è pieno di belle storie, che parlano di riscoperta della fede, di misericordia, di attenzione agli ultimi, di dialogo e di ascolto. Vorrei però attirare la vostra attenzione su due articoli. Il primo è l’intervista al vaticanista Andrea Tornielli, che ha appena pubblicato un libro-intervista con papa Francesco. È molto bello un episodio che il giornalista ci confida. Nella stesura definitiva il Papa ha fatto rimettere una frase che nel lavoro di sintesi era stata omessa, e cioè che Dio ci perdona non solo se muoviamo un piccolo passo verso di lui, ma addirittura se «abbiamo almeno il desiderio di muoverlo». Il Signore, commenta Tornielli, «cerca in tutti i modi di venirci incontro, cerca di sfruttare ogni fessura del nostro cuore, ci attende, ci precede». È sufficiente già il desiderio di compiere un piccolo passo verso di lui.

È molto bello tutto questo, è un invito a non scoraggiarci mai, a non pensare mai che per noi non c’è più niente da fare, che non c’è possibilità di riscatto, di perdono. Mi viene in mente una storiella narrata da Dostoevskij nei Fratelli Karamazov. Una donna molto cattiva era finita all’inferno, in un lago di fuoco, ma il suo angelo custode ricordò al Signore che una volta aveva sradicato una cipolla dal suo orto per darla a un mendicante. Il Signore disse all’angelo: «Prendi dunque quella stessa cipolla e tendigliela nel lago, che vi si aggrappi e la tenga stretta: se riuscirai a tirarla fuori dal lago, vada in paradiso». La storiella non finisce bene, ma resta vero che Dio ci viene incontro fino all’ultimo, non lascia nulla di intentato. Davvero, il suo nome è misericordia, come ribadisce il titolo del libro-intervista.

E a proposito di nome, vi segnalo il dossier di questo numero. Intanto per ringraziare il mio confratello don Giacomo Perego per le riflessioni bibliche sulla misericordia che sta portando avanti con grande acume e finezza. Sono pagine da assaporare lentamente. Poi perché il dossier racconta di Mosè che chiede qual è il nome di Dio. La risposta è misteriosa, perché Dio è al di là della nostra comprensione, ma rimanda a un rapporto personale con lui e si manifesta quando ci mettiamo al servizio degli altri, pensando al loro bene. E qui torna in mente il tema del Giubileo che stiamo celebrando: «Misericordiosi come il Padre». Solo vivendo la misericordia, accogliendola da Dio su di noi e donandola agli altri come benevolenza, possiamo comprenderla veramente e vivere una vita piena, autentica, santa.

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