Credere n.3 - 21 aprile 2013
La missione di Paolo
San Paolo: «Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro» (Atti degli Apostoli…
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di don Gabriele Amorth: morte, giudizio, Inferno, Paradiso.
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Le storie della Bibbia
La missione di Paolo
Inviato a predicare in tutto il mondo
La comunità di Antiochia è vivace e ricca di fedeli. Lo Spirito Santo invita allora Paolo e Barnaba a mettersi in cammino per diffondere la parola di Dio nel mondo: i due salpano per Cipro.
Fumetto tratto dalla collana Scoprire la Bibbia, ed. Larousse 1984 - Edizioni Paoline 1987.
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A DUE A DUE
Nel mondo rabbinico non si può studiare la Torah da soli ma almeno in due. Per non assolutizzare il messaggio di Dio, ci vuole sempre il confronto. Ecco perché lo Spirito non manda Paolo in viaggio da solo, ma con uno o più fratelli, non tanto per affrontare le difficoltà concrete della vita, ma anche per un sostegno spirituale. Gesù aveva fatto lo stesso: «Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri» (Marco 6,7).
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CIPRO
L’isola di Cipro è la prima tappa dei viaggi di Paolo. Era provincia romana dal 58 a.C. ed era un importante centro commerciale del Mediterraneo orientale. I due discepoli attraversano immediatamente tutta l’isola, perché nessuno resti privo della Parola. Una curiosità : da questo momento l’autore di Atti inizia a chiamare l’apostolo non più Saulo, nome aramaico, ma Paolo, nome romano.
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RISERVARE
La parola “riservare†nella lingua dell’Antico Testamento significa “separareâ€, “mettere da parteâ€. I chiamati sono coloro che Dio vuole mettere da parte per sé e mandare in aiuto ai fratelli. Essi diventano la voce di Dio in mezzo al popolo.
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LA PAROLA CHE GENERA
«Siate fecondi e moltiplicatevi», questa promessa di benedizione che Dio rivolge all’uomo in Genesi 1,28 si compie anche nel Nuovo Testamento attraverso la Parola. La comunità cristiana cresceva perché crescevano i credenti grazie all’azione generatrice della Parola. Torah horah, dicono i rabbini, «la parola di Dio è incinta». È una madre che genera i suoi lettori alla vita. A una vita piena, abbondante e gioiosa.
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Il capitolo 12 degli Atti ci riporta a Gerusalemme dove regna Erode. Non si tratta del primo Erode, quello della strage degli innocenti, né del secondo, quello della passione e morte di Gesù, bensì del terzo re a portare lo stesso nome e ad accanirsi contro il cristianesimo. Sarà lui, infatti, a far uccidere l’apostolo Giacomo, fratello di Giovanni l’evangelista, e a far imprigionare Pietro.
Eppure «la parola di Dio cresceva e si diffondeva», recita Atti 12,24, nonostante l’ostilità continua e ottusa delle forze del male, che fin dagli albori si abbattono sull’opera di Gesù per eliminarla.
Il Vangelo è sempre di scandalo e fa paura al potere, ma quest’ultimo, per quanto si sforzi, non riesce a incatenare la parola di Dio. Lo vediamo chiaramente in questi capitoli. Come Gesù è liberato dalle catene della morte, così Pietro è liberato dalle catene della prigione e si ritrova libero per le strade. È un segno, perché è qui che la prima comunità si sposterà per proseguire l’evangelizzazione e continuare a crescere. Appena i discepoli vedono che Pietro torna con le sue gambe, comprendono che la Parola è superiore alle catene del male. Questo immette nuova linfa nell’albero che genera alla vita i seguaci di Gesù.
Così la parola di Dio si diffonde per le città e i credenti si moltiplicano. Anche la comunità di Antiochia è toccata da questo prodigio. Mentre i discepoli sono riuniti in preghiera, la voce dello Spirito Santo li raggiunge e dice loro: «Riservate per me Barnaba e Saulo». Da qui avranno inizio i viaggi missionari di Paolo. Non si tratta di un’iniziativa personale, ma di ispirazione divina: lo Spirito vuole che la comunità cristiana si apra al mondo intero. La Parola e la comunità da questo momento saranno indissolubilmente legate: l’una sarà forza e sostegno all’altra.
Testo di Antonella Anghinoni Biblista
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