N. 4 28 aprile 2013
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Le storie della Bibbia

Il superamento della legge

Davanti alla salvezza siamo tutti uguali

I pagani che si convertono devono circoncidersi? La questione divide i fedeli, e solo un Concilio, il primo della Chiesa, riesce a ricomporre la comunità. La grazia, non la circoncisione, salva l’uomo.

Fumetto tratto dalla collana Scoprire la Bibbia, ed. Larousse 1984 - Edizioni Paoline 1987.

 

cuore

In Atti 15,8 Dio è chiamato «il conoscitore dei cuori». Egli è colui che vede l’intimo e non si lascia ingannare dall’esteriore, come è detto in 1Samuele 16,7: «L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». In ebraico cuore si scrive leb, ma si può scrivere anche lebab, con due b, perché i mistici ebrei dicono che in ogni cuore ci sono due parti: una buona e una cattiva. Nel pensiero ebraico il cuore non è inteso come la sede dei sentimenti, bensì delle decisioni. Quindi Dio è colui che sa scrutare i nostri desideri e sa comprendere le motivazioni più profonde che sottostanno alle nostre scelte.

 

Circoncisione

La circoncisione è il segno di un legame profondo tra Dio e l’uomo, scritto nella carne, nella parte del corpo che trasmette la vita, per non essere più cancellato, perché da quel momento in poi la vita donata sia intimamente legata a Dio. Rimane come un memoriale perenne dell’amore di Dio.

 

il compromesso del concilio

Giacomo era stato nominato responsabile della Chiesa di Gerusalemme, al tempo dell’arresto di Pietro (Atti 12,17). Era noto per la sua rigida osservanza della legge giudaica. È l’unico che, insieme alla sua testimonianza, cita la parte della Scrittura che preannuncia la conversione dei pagani. Alla fine proporrà un compromesso. Esigere dai neoconvertiti il rispetto di quattro norme: astenersi dal cibo degli idoli, dalle unioni fra consanguinei, dal consumo di animali soffocati e dal sangue. Si tratta di norme minime, ma erano quelle che, se infrante, portavano più scandalo presso gli ebrei. Questa decisione verrà sposata da tutto il Concilio, in vista di una buona intesa e convivenza fra i popoli.

Le persecuzioni non sono il male peggiore della Chiesa nascente. I primi cristiani le vivono con serenità di spirito, come una prova scontata. Gesù stesso aveva detto: «Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Giovanni 15,20).

C’è una tempesta ben più terribile ed è quella della crisi interna. Ecco la questione del contendere: i pagani che si convertono al cristianesimo devono passare attraverso il giudaismo? È lecito esigere la circoncisione e il rispetto delle norme che ne conseguono? Il dibattito è molto acceso. Paolo e Barnaba provengono dalla felice esperienza di Antiochia con molte conversioni fra i pagani. C’è invece la corrente dei farisei che lega la circoncisione alla salvezza.

La scissione è molto violenta ed è necessario ricomporla attraverso un Concilio. Il primo della Chiesa, quello di Gerusalemme. Il capitolo 15 di Atti ne riporta il dibattito. Interviene per primo Pietro, il quale racconta come Dio abbia concesso il battesimo dello Spirito Santo a Cornelio, che era un pagano. Poi intervengono Paolo e Barnaba che riferiscono i segni e i prodigi che Dio ha compiuto per mezzo loro fra i pagani. Alla fine interviene Giacomo, capo della Chiesa di Gerusalemme che, citando il profeta Amos (9,11-12), interpreta che è giunto il momento in cui Dio offre la salvezza a tutte le nazioni, fino agli estremi confini della terra.

La convinzione che emerge da costoro è quella di un’uguaglianza fra pagani ed ebrei davanti al valore superiore della salvezza che Gesù dona a coloro che lo amano. Questo brano è la testimonianza di come una crisi possa risolversi quando è il frutto della mediazione e della pazienza dei tempi lunghi che a volte è necessario avere nella Chiesa.

Testo di Antonella Anghinoni Biblista

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