Credere n.5 - 5 maggio 2013
Pregando con il parroco del mondo
Ogni giorno il Pontefice celebra la Messa a Santa Marta con operai, impiegati del Vaticano e alcuni amici. Nelle omelie una…
L'angelo dei bambini
Domenica 5 maggio si celebra la XVII Giornata dei bambini vittime della violenza e della pedofilia. Don Fortunato Di Noto,…
Devozioni popolari oltre il folclore
Parla monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, autore di un recente richiamo alle confraternite: «La religiosità …
Come fa Gesù a sentirmi in cielo?
Gesù riesce ad ascoltarmi anche se il cielo è lontanissimo?
Paolo Deriso ad Atene
L'apostolo si adopera per diffondere la Buona Novella predicando nelle piazze. I filosofi lo invitano a parlare in consiglio,…
Preghiera e rivoluzione
Inizia il mese mariano: gli scrittori alle prese con la novità dei messaggi testimoniati dalla Madonna.
Le storie della Bibbia
Paolo Deriso ad Atene
Fumetto tratto dalla collana Scoprire la Bibbia, ed. Larousse 1984 - Edizioni Paoline 1987
Come sono singolari i disegni di Dio: la persecuzione, invece di bloccare i discepoli, li spinge verso altri lidi e la Buona Novella viaggia lontano. Il Signore trasforma in vantaggio la durezza di cuore con cui gli uomini accolgono il Vangelo. Giunto ad Atene, l'animo di Paolo si infiamma di sdegno nel vedere che la città rigurgita di idoli pagani. Com'è nel suo stile, parte a predicare dalla sinagoga, in mezzo ai giudei, però questa volta la discussione continua nella piazza, non solo con i pagani timorati di Dio, ma anche con tutti quelli che incontra. È in piena linea con papa Francesco! Il suo carisma deve essere stato davvero trascinante, perché certi filosofi lo invitano a parlare all'Areòpago, nonostante lo credano un perditempo, spacciatore di chiacchiere. E Paolo si prepara come farebbe un docente alla Normale di Pisa, costruendo una conferenza ricca di citazioni dotte. Si dimostra attento alla sensibilità dei suoi uditori e parte da una situazione nota per condurre il pubblico passo passo in un cammino verso il non noto. Apre il discorso con quella che in termini tecnici si chiamerebbe una captatio benevolentiae, cioè solletica l'ascolto ingraziandosi l'assemblea: «So che voi ateniesi avete fama di essere profondamente religiosi…». Poi prosegue prendendo spunto dall'altare dedicato al dio ignoto, per fare breccia negli esigenti ascoltatori e per calare la teologia della creazione in un terreno disposto ad accoglierla. Paolo è un bravo pedagogista, anche se sono pochi coloro che si convertono, non sappiamo quanti, ma non si parla certo di grandi folle. C'è sempre una discontinuità fra cultura e fede, ma il cristiano non può rinunciare ad annunciare Gesù risorto, perché non può sapere in anticipo quali saranno i frutti che lo Spirito farà scaturire dalla sua predicazione.
timoteo
Timoteo, grandissimo amico di Paolo (nominato in Atti 17,15 e ancora prima in Atti 16,1), era nato a Listra, nell'Asia minore, da un greco pagano e da una giudea credente, e rappresenta il simbolo vivente del sogno dell'apostolo: unire giudei e pagani nell'unica fede in Gesù. Paolo indirizzerà a Timoteo due lettere tenerissime, una sorta di testamento spirituale scritto con la semplicità e l'immediatezza di chi sa di poter parlare senza problemi con un amico.
atene
Al tempo di Paolo, Atene era una città in declino. Nel 146 a.C. i Romani avevano scelto Corinto come capitale dell'Acaia e da allora Atene era diventata lentamente una città marginale. Aveva forse 5.000 abitanti, ma portava nei suoi templi e nei monumenti i segni di un'antica grandezza ed era ancora un centro di studi importante per la filosofia. È l'unica città in cui Paolo non incontra persecuzioni e che potrà lasciare senza essere costretto con la forza, ma è anche il luogo in cui raccoglierà minori conversioni.
areòpago
L'Areòpago è un monte roccioso il cui nome significa forse "collina di Ares". Vi si riuniva il consiglio che portava lo stesso nome e che, tradotto in termini moderni, stava fra il Consiglio di Stato e la Corte di Cassazione. C'era una vera e propria aula all'aperto di cui si sono conservati gli elementi principali: tre ordini di bancali di pietra, seggi dei consiglieri, e tre blocchi, due dei quali identificati come il blocco dell'oltraggio dove saliva il difensore e il blocco del risentimento per la pubblica accusa. Il terzo era probabilmente l'altare dedicato alla dea Atena.
Testo di  Antonella Anghinoni
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